La lingua chamacoco è una lingua zamuco parlata in Paraguay.
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Chamacoco | |
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Parlato in | ![]() |
Regioni | ![]() |
Locutori | |
Totale | 1.800 (2007) |
Altre informazioni | |
Scrittura | Alfabeto latino |
Tassonomia | |
Filogenesi | Lingue zamuco |
Codici di classificazione | |
ISO 639-3 | ceg (EN)
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Glottolog | cham1315 (EN)
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Manuale |
Secondo Ethnologue,[1] nel 2007 si contavano 1.800 locutori di chamacoco, stanzati nel dipartimento dell'Alto Paraguay.
Il chamacoco fa parte della famiglia linguistica zamuco, che include anche l'ayoreo e l'antico zamuco, lingua parlata nel XVIII secolo nella riduzione gesuitica di San Ignacio de Samucos ed oggi estinta. Tale lingua è molto simile all'ayoreo, anche se probabilmente l'ayoreo non discende direttamente dall'antico zamuco.[2]
Benché ayoreo e chamacoco condividano soltanto il 30% del loro lessico, studi linguistici hanno mostrato notevoli somiglianze morfologiche tra queste lingue e, in particolare, che molte eccezioni in una lingua corrispondono ad una regolarità nell'altra.[3] Inoltre, la comparazione con l'antico zamuco ha fatto emergere elementi morfologici che sono conservati in antico zamuco e in chamacoco, ma non in ayoreo.[1][4][5][6]
Studi genetici confermano sia la parentela tra gli Ayoreo e i Chamacoco, sia la loro diversità nei confronti delle altre popolazioni della zona.[6] Anche nell'organizzazione sociale e nella cultura materiale si possono notare somiglianze tra Ayoreo e Chamacoco, ma si segnalano differenze in ambito religioso.[7]
Per la scrittura viene utilizzato l'alfabeto latino.[1] Il sistema di trascrizione più usato è quello stabilito da Ulrich & Ulrich in collaborazione con la comunità chamacoco tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90.[5][8]
Il chamacoco ha sei timbri vocalici (/a e i o u ɨ/) senza considerare la nasalità e la lunghezza. Morfologicamente parlando è una lingua fusiva.[2]
Nomi e aggettivi si flettono per numero (singolare e plurale) e genere (maschile e femminile). La morfologia nominale mostra inoltre una distinzione tra una “forma base”, originariamente usata in funzione predicativa, una “forma piena”, usata in funzione argomentale, e una “forma indeterminata”, usata per un referente non specifico.[8]
Come tutte le lingue del Chaco, il chamacoco distingue tra nomi che hanno una flessione possessiva (“nomi possedibili”) e nomi che ne sono privi (“nomi non possedibili”). Nei primi il possessore è marcato da un prefisso,[5] mentre per i secondi la lingua aveva, come in ayoreo, un sistema di classificatori possessivi che è andato in gran parte perduto.[6]
Il chamacoco è una lingua a preminenza modale, in cui il verbo non esprime né tempo né aspetto, ma mostra una distinzione tra realis e irrealis.[4][9][10] Nel verbo e nei pronomi personali si può osservare un contrasto tra prima persona inclusiva e esclusiva, che è assente nelle altre lingue zamuco.[4][9]
L'ordine prototipico dei costituenti è SVO nelle frasi ed NA e GN nel sintagma nominale. In sintassi la lingua si caratterizza per la presenza di rare strutture paraipotattiche, documentate anche in ayoreo e in altre lingue del Chaco, nonché in italiano antico e in altre lingue romanze.[2][11]
I primi studi sul chamacoco si devono all'esploratore e fotografo italiano Guido Boggiani.[12]
Il chamacoco si divide in due dialetti: ebitoso e tomaraho. Benché i Chamacoco utilizzino ancora la propria lingua in famiglia e nelle loro comunità, essa è continuamente sottoposta alla pressione esercitata dallo spagnolo, dal guaranì e dal portoghese. L'intenso contatto linguistico che l'ebitoso ha avuto con lo spagnolo ha portato alla perdita di alcune strutture sintattiche autoctone e all'introduzione di numerosi prestiti dallo spagnolo, che tendono, a poco a poco, a sostituire il lessico originario. Al contrario, il tomaraho mantiene alcune caratteristiche arcaiche non più osservabili in ebitoso.[13]