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Il norvegese (nome nativo: norsk) è una lingua appartenente al sottogruppo delle lingue germaniche settentrionali, del gruppo delle lingue germaniche e della famiglia delle lingue indoeuropee.

Norvegese
Norsk
Parlato in Norvegia
Danimarca
 Stati Uniti
RegioniEst e nord (Bokmål)
Ovest (Nynorsk)
Locutori
Totale5,3 milioni (Ethnologue, 2022)
Classifica108
Altre informazioni
TipoSVO flessiva - accusativa (ordine semilibero)
Tassonomia
FilogenesiLingue indoeuropee
 Lingue germaniche
  Lingue germaniche settentrionali
   Lingua norvegese
Statuto ufficiale
Ufficiale in Consiglio Nordico

 Norvegia
Regolato daConsiglio della lingua norvegese (Språkråd), Accademia norvegese
Codici di classificazione
ISO 639-1no
ISO 639-2nor
ISO 639-3nor (EN)
Linguist Listnor (EN)
Glottolognorw1258 (EN)
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1
(Bokmål)
Alle mennesker er født frie og med samme menneskeverd og menneskerettigheter. De er utstyrt med fornuft og samvittighet og bør handle mot hverandre i brorskapets ånd.
(Nynorsk)
Alle menneske er fødde til fridom og med same menneskeverd og menneskerettar. Dei har fått fornuft og samvit og skal leve med kvarandre som brør.
Mappa delle forme scritte ufficiali nei vari comuni della Norvegia:

     Bokmål

     Nynorsk

     Neutrale

Al 2022, è parlata da 5,3 milioni di parlanti totali[1].

Il norvegese si caratterizza per il fatto di possedere due diverse forme scritte, entrambe usate ufficialmente in Norvegia: il bokmål e il nynorsk.

La definizione di «lingua» nel contesto norvegese è abbastanza diversa da quella che si assume nel mondo romanzo; per esempio per «lingua italiana» si intende una certa forma scritta, da pronunciarsi in un certo modo; eventuali deviazioni sono considerate errori, imperfezioni o dialetti locali. In norvegese, sia Bokmål che Nynorsk sono considerate «norvegese». Inoltre l'uso di un dialetto, inteso come varietà locale della lingua, è comunemente accettato, pure nello spazio pubblico (discorsi politici, lezioni universitarie, eccetera), e anch'esso viene considerato pienamente «norvegese».

I comuni norvegesi possono decidere indipendentemente se usare principalmente l'una o l'altra forma come forma scritta ufficiale. Molti comuni (tra cui molti di grandi dimensioni, come Oslo) decidono di rimanere però neutrali e usare sia il bokmål che il nynorsk.


Alfabeto


Lo stesso argomento in dettaglio: Alfabeto norvegese.

L'alfabeto norvegese è composto da 29 lettere:

Lettere maiuscole
A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z Æ Ø Å
Lettere minuscole
a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z æ ø å

In principio sono elencate tutte le vocali e dittonghi in pronuncia standard, in seguito si trovano tutte le consonanti e i digrafi o cluster con la lettura irregolare o con una varietà di pronuncia.


Pronuncia


Lettera/dittongo/digrafo Pronuncia IPA Descrizione
Vocali
A, a /ɑ/ A di albero, aperta (cioè con la bocca molto spalancata) e dal timbro gutturale e posteriore invece che centrale.
AI, ai /ɑɪ/ AI di airone, in prestiti.
AU, au /æu/ EU di Europa, con la bocca piuttosto spalancata.
E, e /e~æ/ oppure /ə/ E di enorme.

Se non è accentata tende a ridursi, diventando un suono pressoché identico alla vocale neutra "schwa". Per pronunciarla basta immaginare di declamare l'alfabeto togliendo le vocali dal nome delle parole ("b, c, d, f, ..." invece di "bi, ci, di, effe, ..."). Un esempio con schwa è la parola "time" ("ora <di orologio>").

EE, ee /e:/ E di enorme, con un fugace allungamento vocalico. Un esempio è "ideel" (ideale, agg.).
EI, ei /æɪ/ AI di tornai. Il primo suono si imita molto bene se si pronuncia la /e/ con la bocca spalancata in posizione di "a". Quindi, è una "e" (come d'altronde si trova scritta in grafia) vagamente simile a una "a" aperta. Un esempio è "nei" ("no").
-EG(-), -eg(-) -/ei/ Ei di caffeina, reperibile sia isolato a fine parola sia in mezzo.

È quindi un falso amico perché diventa dittongo con la mutazione di "g" in una "i" semivocalica. Un esempio è "jeg", che vuol dire "io".

Æ, æ /æ/ E di enorme, con la bocca abbastanza spalancata.
Ø, ø /ø/ U dell'inglese surf, chiusa e procheila (cioè si arrotondano le labbra). Il suono si trova anche nel prestito "karri" (curry), che infatti è un falso amico perché si pronuncia con il suono /ø/.
I, i /i/ I di illuminare.
II, ii /i:/ I di illuminare, con un fugace allungamento vocalico. È molto rara e si trova per esempio in "friidrett" (atletico).
GI-, gi- /j/ Pressoché identica a I di Iugoslavia: si tratta di una semivocale, che nelle varie lingue serve a formare i dittonghi (ex. Iato). Esempi: "gi" (dare). Le tre eccezioni sono "gissel" (ostaggio), "gitter" (inferriata) e "gitar" (chitarra), in cui si pronuncia /gi/, g dura come nell'italiano "gomma".

Nei nomi di discipline, che sono tutti prestiti, e in dei nomi comuni che in italiano finiscono in "-gia", si pronuncia sempre /'gi/ (g dura) accentando l'ultima vocale. Svariati esempi sono "biologi, energi, geologi, fysiologi, psykologi, zoologi, teologi, antologi, arkeologi".

GY, gy /jy/ I di Iugoslavia, che si arrotonda progressivamente, dove "y" tende a somigliare una "u" chiusa, come nel francese "lune". Due esempi sono "gyolig" (valido) e "gynge" (dondolare).
-IG, -ig

IGH, igh

-/ij/ I di illuminare seguita da I di Iugoslavia. Quasi tutti gli aggettivi in norvegese finiscono con questa codina. L'eccezione è il nome comune "krig" (guerra), in cui si pronuncia /ig/.

Pure il cluster IGH, seguito da vocale, segue la trasformazione e perde l'aspirazione: la H con la sua presenza non modifica nulla.

-ØG(-), -øg(-) -/øj/ EI di porterei, con finale la I di Iugoslavia. Reperibile sia a fine parola che in mezzo. Un esempio è "løgn" (bugia).

Si disambigua che in -AG, -OG, -UG, -IGG- e EGG- la /g/ (G di galera) non subisce mutazioni. In più, negli ultimi casi, non si potrà mai addolcire in /j/ perché è doppia.

Y, y /y/ U chiusa. Non presente nell'italiano poiché suono tipicamente germanico. Si pronuncia come la U del francese "lune" o come la Ü del tedesco Blüte (fiore). Rimane invariata rispetto alla pronuncia originale nei prestiti da lingue straniere, come in "hobby", in cui si pronuncia /i/.
ØY, øy /øy/ EI di caffeina, con le labbra arrotondate per tutta la durata del dittongo.
O, o /ɔ/ oppure /u/

Si pronuncia O di orso, con le labbra arrotondate e aperte (cioè con il dorso della lingua molto distante dalla zona tondeggiante del palato). In altre occasioni, si pronuncia U di unanime.

Per una trattazione esaustiva e comprensiva di svariate eccezioni vedi avanti.

OI, oi /ɔy/ OI di corridoi, tutto con le labbra arrotondate
Å, å

AA, aa

/ɔ/ O di orso, aperta. La prima grafia, presente per esempio in "bokmål", è un falso amico di "a". La seconda è una grafia ormai arcaica dello stesso suono, sostituita con la prima grafia, che deriva dallo svedese antico. Questa seconda grafia tuttavia è ancora consueta quando si scrivono i nomi comuni di persona che contengono questo suono.
U, u /ʉ/ U chiusa, come nel francese "lune".
UI, ui /ʉɪ/ UI di intuito, con il dorso della lingua spinto in avanti. È estremamente raro.
Ô, ô /u/ U di udito, arrotondata. Compare raramente e un esempio è "fôr" (mangime)
OO, oo /u:/ U di udito, arrotondata e con un fugace allungamento vocalico. È molto rara e si trova per esempio in "zoo", /su:/.
Consonanti
B, b /b/ B di balena, sonora. In generale, se la consonante si trova scritta due volte, si raddoppia come in italiano (ex. "jobb", "occupazione, lavoro, mestiere").
CA, ca

CO, co

CU, cu

CK, ck

/k/- C di cane / K di koala, sorda. Si trovano in prestiti.
CE, ce

CI, ci

CY, cy

/s/- S di sale, sorda. Si trova in prestiti.
SH, sh

SC, sc

CH, ch

/ʃ/ Sc di scena, sorda. Si trova in prestiti come "milk-shake" e "champagne".
D, d /d/ D di dado, sonora.
F, f /f/ F di Francia, sorda.
G, g /g/ G di gallo, sonora.
H, h /h~x/ H dell'inglese have, ben sentita pure se sorda. In alcuni dialetti o in corrispondenza di vocali posteriori (ex. "hu") l'aspirazione si plasma come una "c" di cane ma senza contatto tra organi.

Nel cluster HV- e HJ- cade (vedi avanti).

J, j /j/ I di iato, semivocalica. L'eccezione è il prestito francese "journal" (giornale) e nei suoi derivati, in cui si pronuncia /ʒ/ come in francese.

Questa vocale si può combinare con tutti i principali suoni vocalici dell'alfabeto norvegese per creare i dittonghi. Dunque, compare nelle combinazione JA, JE, JI, JO, JÅ, JØ, JÆ, JU e anche nel trittongo JAU.

GJE, gje

GJØ, gjø

GJÆ, gjæ

/j/- I di iato, semivocalica, idem se seguita da un intero dittongo iniziante per quella semivocale. Si tratta di un falso amico. Due esempi sono "igjen" (ancòra) e "gjøre" (fare)
KA, ka

KE, ke

-KE, -ke /ə/

KO, ko

KÅ, kå

KU, ku

KØ, kø

/k/- K di koala / C di cane, sorda. Si può anche sentire aspirata, cioè con uno sbuffo d'aria che accompagna il suono.
L, l /l/ L di lato, sonora.
LD, ld /ll/ LL di palla, sonora. Dunque, in questo cluster, è presente un'assimilazione. Questa mutazione vale a prescindere, pure quando il cluster si trova a fine parola.
M, m /m/ M di mano, sonora.
MF, mf /ɱf/ NF di anfora: la /m/ si assimila e si pronuncia non con le labbra serrate, ma con l'arcata dentaria superiore poggiata al labbro inferiore.
N, n /n/ N di nave, sonora.
NB, nb /mb/ MB di tromba. La /n/ si assimila alla consonante davanti, mutando in /m/.
NK, nk /ŋk/ NC di panca. La /n/ cioè si assimila alla consonante successiva nella parlata rapida. Un esempio è "tenke", "pensare".
NG, ng /ŋ/ NG dell'inglese king, sonora. Non si sente nessuna "-g" di rilascio, ovviamente. Un esempio è "langt", "lontano". Questo cluster si può trovare anche a fine parola.
GN, gn /ŋn/ Per pronunciare il cluster bisogna affiancare il suono appena descritto a una N di nave. In altre parole, la G- in questo contesto si addolcisce, divenendo un suono nasale sonoro.
ND, nd /nn/ NN di anno. È un falso amico, sia che si trovi in mezzo che a fine parola (ex. sekund, "secondo")
P, p /p/ P di pane, sorda. Si può sentire aspirata.
QU, qu /kv/ CV di cova. È in prestiti ed è anche un falso amico.
R, r /r~ɾ/ oppure /ʁ/ R di carro, sorda e vibrante tre volte se doppia. Se intervocalica è monovibrante, come in arare. Tuttavia in alcune pronunce dialettali si può effettuare con la radice della lingua che si avvicina all'ugola (il pendaglio appeso sopra la gola e in fondo alla bocca) e la fa vibrare.
RN, rn /ɳ/ N di nave, cacuminale/retroflessa sonora. La punta della lingua indietreggia e si arrotola nell'incavo del palato. La retroflessione avviene anche se un simile cluster è a fine parola.

Se invece la "r" si pronuncia in zona uvulare, non avviene nessuna retroflessione.

RT, rt /ʈ/ T di tavolo, retroflessa sorda. Idem.
RL, rl /ɭ/ L di lato, retroflessa sonora. Idem.
RS, rs /ʂ/ S di sole, retroflessa sorda. Idem.
RD, rd /ɖ/ D di dado, retroflessa sonora. Idem.
SA, sa

SE, se

-SE, -se /ə/

SØ, sø

SO, so

SÅ, så

SU, su

SY, sy

/s/- S di sole, sorda.
SJA, sja

SJE, sje

SJI, sji

SJO, sjo

SJØ, sjø

SJÅ, sjå

SJU, sju

-SJ, -sj

SKI, ski

SKJE, skje

SKJO, skjo

SKJØ, skjø

SKJU, skju

SKY, sky

SKØ, skø

SKØY, skøy

/ʃ/-;

/ɕ/-;

SC di scienza; in più, il cluster/digrafo "SK-" quando è seguito dalle consonanti anteriori indicate si pronuncia a prescindere SC di scienza, ma in più la punta della lingua è spinta molto più in avanti, si palatalizza fortemente. In altre parole, si pronuncia "sc" con la lingua in posizione di "gn" di gnomo.

Due esempi sono "skjønner" ("capire") e "skyter" ("sparare"). In generale, tutte le vocali anteriori con cui avviene questa mutazione sono tutte quelle anteriori eccetto "e" (ex. "vanskelig", "difficile"). Le altre ovviamente non sono toccate dal fenomeno (ex. skal, che vuol dire preposizione "a" +complemento di termine; "skolen", "scuola").

SKA, ska

SKE, ske

-SKE, -ske /ə/

SKO, SKO

SKÅ, skå

-SK, -sk

/sk/- SC di scala. Tutto il cluster è sordo.
TA, ta

TI, ti

TU, tu

TE, te

TO, to

TØ, tø

TÅ, tå

-TE, -te /ə/

-T, -t

/t/- T di tavolo, sorda. Si può sentire aspirata. L'eccezione in cui non si pronuncia a fine parola è il prestito "bidet" (il bidè~il bidet).
SI, si

TJE, tje

TJÆ, tjæ KJ, kj

KI, ki;

KY, ky

/ɕ/- SC di scienza, molto palatalizzata. Anche la "K-"se seguita da queste vocali anteriori si trasforma. In particolare, sono quelle più alte (la /e/ infatti è più bassa di /i/). Due esempi sono "kjeft" (chiudere) e "kyss" (bacio).

Il cluster nelle parole "tjene" e "tjeneste" e "tjære" (fare un favore, guadagnare, catrame) nella parlata di Oslo resta /tj/- .

Bisogna stare attenti all'ortografia e non confondere i cluster TJ e KJ e SKJ.

STJE, stje /stje/ STIE di bestie: si disambigua che non avviene alcuna trasformazione. Due esempi sono "stjele" e "stjerne" (rubare, stella).
TS, ts /t͡s/ Nella parlata rapida, si sente z di zanzara, sordo.
SL, sl /sl~ʃl/ SL di slitta, ma nella pronuncia colloquiale di Oslo si può sentire SCL di scialuppa.
QU, qu

KV, kv

/kv/ CV di alcova. Questo cluster si trova molto più spesso come nella seconda forma ed è solo nei prestiti.
V, v /v/ V di vela, sonora. In alcune pronunce, il contatto tra arcata dentale superiore e labbro inferiore più essere più blando.
W, w /v/ V di vela, sonora. È in prestiti.
HV-, hv- /v/ V di vela, sonora: in questo cluster, l'aspirazione iniziale cade. Si trova spesso nelle interrogative come hva, "cosa?", "hvor", "dove?", "hvorfor", "perché?", "hvem", "chi?".
HJ, hj /j/ I di iato, semivocalica. L'aspirazione iniziale cade.

Cade anche in SHJ-, shj- seguito da vocale: diventa /sj/ non palatalizzato.

Cade anche in IGHJ-, ighj- seguito da vocale: diventa /ij/, senza raddoppio della semivocale.

X, x

KS, ks

/ks/

oppure /ʃ/

CS di clacson, in prestiti. Se a inizio parola, è a prescindere "SC" di scienza.

Quando si pronuncia /ks/, si trova più spesso scritta come KS.

Z, z /s/ S di sole. È in prestiti ed è anche un falso amico.

L'accento cade sulla prima sillaba, tranne se la parola inizia con il prefisso "be-" oppure "for-": in tal caso, si sposta sulla seconda. Nei prestiti, di solito cade sull'ultima.

In alcune parole, per disambiguare le omografie con diversi significati, ci possono essere più versioni con i diacritici. Si hanno fino a quattro casi: parole senza diacritico, accento grave, accento acuto e accento circonflesso. Quattro esempi sono: for (preposizione), fòr (sostantivo #1) fór (verbo), fôr (sostantivo #2).


Pronuncia della "O"



Parole polisillabiche


Casistica Pronuncia IPA Esempi ed eccezioni in norvegese
O +2 consonanti

+raddoppio consonantico

+cluster retroflesso

+ng /ŋ/

+cluster aventi da due membri in su

/ɔ/ Bevokte, kokk, kokke, foster, klosset, abnorm, abort, voksen, trompet, katolsk, rekord, klokke, barokk, bankerott, monter, ankomme, hofte, fossil, modne, morgen, forme, okto/u/ber, torsdag, optimisktik, grotte, ambolt, tolke, orkester, organisme, offisiell, orkan,

konto/u/r, kopper, proppe, rotte, reform, snorke, salong, voldta, nonne, kloster, postkort, blotte, doktur, utforske.

!!! Sebbene le parole "kollektiv, konsonant, konsul" seguano la regola esposta, tutte le altre parole per "kom-, kor- kon-" hanno pronuncia in /u/: kombinasjon, kommunal, kompetanse, kompliment, konsert, kontrakt, korrekt, konflikt.

!!! Eccezioni varie in cui si pronuncia /u/: mottakelse, eksportere, bombe, okse, skjorte, Oslo /uslu/, demokratisk, modne, onsdag, onkel, plomme, lomme, hoste, o/u/perasjon, uberbodd.

O in dei prefissi diffusi, parole molto usate e qualche suffisso /ɔ/ Opp, som, om, og, dom, nok.

Opp-, for-, om-, dom-, ufor-, fore-.

-som, -for; -og in polisillabi (ex. katalog, monolog).

-O a fine parola

(a prescindere)

/u/ Tro, piano, kakao, fiasko, to, kano, konto, bro, moro, kro, glo, sko, ro, bo, dato, ditto, ekko, kilo, kino, konto, sjampo, zoo.
O +1 sola consonante /u/ Oker, novelle, modifisere, moderne, moderat, melodi, marmor, diagnose, spole, improvisere, limonade, økonomi, arkeologi, grusom, skobutikk, kanon, prosent, anonym, rose, november, narkutisk, deodorant, jovial, pistol, motor, nikotin, notar, oliven, lenestol, parodi, mimose, kolikk, hvor?, bopel, dokument, erotisk, epoke, impresjonisme, filosofi, melon, fonetisk, dekorere, horoskop, oval, mandolin, ansjos, overflod, sitron, atom, politi, kone, nasjon, oberst, koke, diplom, koloni, introduksjon, ikon, tomat, ironi, eksplodere, profetisk, opera, rolig, potet, patriot, romantisk, tobakk, sofa, soldat, torden, tortur, termometer, protest, protein, politikk, pomade, populær, problem, protokol, novelle, oker, kroket, petroleum, honorar, oleander.

!!! Eccezioni in cui si pronuncia sempre /ɔ/: telefon, love, toga, olje, pullover, folflore, sove, orientalisk, obektiv, lotion, biskop, svoge.


Parole monosillabiche


Casistica Pronuncia IPA Esempi ed eccezioni in norvegese
O +1 consonante /u/ Tom, rot, bot, krok, pol, ror, kor, skog, mot, bror, sot, rom, spor, god, flod, bok, ros, mor, plog, blod.

!!! Eccezioni in cui si pronuncia /ɔ/: tog, grov, jod, lov. A questi si aggiungono i monosillabi molto diffusi, che si leggono così come si scrivono: opp, som, om, og, dom, nok.

O + cluster retroflesso /u/ Hjort, horn, korn, ord, nord, bort, bord, mord, sort, jord, fjord, torn.

!!! Eccezioni in cui si pronuncia /ɔ/: kort, kors.

O +cluster aventi da due membri in su /ɔ/ loft, kork, front, kost, sorg, folk, ovn, blomst, troll, norm, stolt, frost, boks, torsk, torn, voks, vold, kost, orm, norsk, storm, trost, stork, golf, tolk, post.

!!! Eccezioni in cui si pronuncia /u/: pomp, ond.

O +raddoppio consonantico /ɔ/ Slott, stokk, stoff, tross, flokk, stopp, knopp, kropp, sokk, topp, lokk, foss, propp, sott, tonn, toll, kopp, hopp.
-O a fine parola

(a prescindere)

/u/ Tro, piano, kakao, fiasko, to, kano, konto, bro, moro, kro, glo, sko, ro, bo, dato, ditto, ekko, kilo, kino, konto, sjampo, zoo.

Parole composte


Nelle parole composte, la pronuncia non presenta particolarità: quando si conosce la pronuncia delle due singole parole in isolamento, si affiancano senza che ci siano variazioni e alterazioni di alcun tipo. Accade lo stesso fenomeno anche con i prefissi, che hanno la pronuncia fissa come già indicato.

Ex. Dagbok, bokmål, ordbok, ordspråk, bokstav, vannmelon, gudmor, perlemor, tallord, domstol, fotspor, nordøst, nordisk, passord, bestemor.


Premi Nobel per la letteratura di lingua norvegese



Note


  1. (EN) What are the top 200 most spoken languages?, su Ethnologue, 3 ottobre 2018. URL consultato il 28 maggio 2022.

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Collegamenti esterni


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На других языках


[de] Norwegische Sprache

Die norwegische Sprache (Eigenbezeichnung norsk [.mw-parser-output .IPA a{text-decoration:none}nɔʃk] oder [nɔʀsk]), die die beiden Standardvarietäten bokmål [ˈbuːkmɔːl] und nynorsk [ˈnyːnɔʃk] oder [ˈnyːnɔʀsk] umfasst, gehört zum nordgermanischen Zweig der indogermanischen Sprachen. Norwegisch wird von etwa fünf Millionen Norwegern als Muttersprache gesprochen, von denen der größte Teil in Norwegen lebt, wo es Amtssprache ist. Es ist auch Arbeits- und Verkehrssprache im Nordischen Rat. Das Norwegische wurde im Laufe der Zeit in vier Varietäten standardisiert, von denen zwei heute amtlich anerkannt sind.

[en] Norwegian language

Norwegian (Norwegian: norsk) [ˈnɔʂk] or [ˈnɔʁsk] (West and South) is a North Germanic language spoken mainly in Norway, where it is an official language. Along with Swedish and Danish, Norwegian forms a dialect continuum of more or less mutually intelligible local and regional varieties; some Norwegian and Swedish dialects, in particular, are very close. These Scandinavian languages, together with Faroese and Icelandic as well as some extinct languages, constitute the North Germanic languages. Faroese and Icelandic are not mutually intelligible with Norwegian in their spoken form because continental Scandinavian has diverged from them. While the two Germanic languages with the greatest numbers of speakers, English and German, have close similarities with Norwegian, neither is mutually intelligible with it. Norwegian is a descendant of Old Norse, the common language of the Germanic peoples living in Scandinavia during the Viking Age.

[es] Idioma noruego

El noruego (norsk [nɔʂːk] o [nɔrsk]) es una lengua nórdica hablada principalmente en Noruega, donde es lengua oficial. Junto con el sueco y el danés, el noruego forma un continuum de variantes regionales y locales mayor o menormente inteligibles entre sí.

[fr] Norvégien

Le norvégien (norsk en norvégien) est une langue germanique parlée en Norvège qui a pour racine historique le vieux norrois, utilisé depuis le Moyen Âge en Scandinavie. Le vieux norrois est aussi l'ancêtre direct du danois et du suédois modernes et a exercé une influence sensible sur le vieil anglais pour former l'anglais[2] ; en France, il a fourni à l'ancien normand certains éléments de vocabulaire.
- [it] Lingua norvegese

[ru] Норвежский язык

Норве́жский язык (самоназвание: norsk [nɔʂːk]) — язык германской ветви, на котором говорят в Норвегии. Исторически норвежский наиболее близок фарерскому и исландскому языкам, однако благодаря значительному влиянию датского языка и некоторому влиянию шведского, норвежский близок этим языкам. Более современная классификация помещает норвежский вместе с датским и шведским в группу материковых скандинавских языков, в отличие от островных скандинавских языков.



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