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Turi (Ture IPA: ['t̪uːrə] in dialetto turese[4]) è un comune italiano di 12 930 abitanti[1] della città metropolitana di Bari in Puglia. Sorge sull'altopiano della Murgia.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Turi (disambigua).
Turi
comune
(IT) Turi
Turi – Veduta
Turi – Veduta
Veduta della città da Monte Ferraro con le colline dell'Alta Murgia sullo sfondo
Localizzazione
Stato Italia
Regione Puglia
Città metropolitana Bari
Amministrazione
SindacoIppolita Resta (lista civica Turinasce) dal 27-5-2019
Data di istituzione17 marzo 1861
Territorio
Coordinate40°55′N 17°01′E
Altitudine251 m s.l.m.
Superficie70,9 km²
Abitanti12 930[1] (31-8-2022)
Densità182,37 ab./km²
FrazioniPaffendàlle, Borgo Messina, Borgo Antico, Borgo Vecchio, Borgo Nuovo, Lamarossa (contrada, direzione Rutigliano), La Difesa (contrada, direzione Casamassima), Trisore (contrada, direzione Gioia), Frassineto (contrada, direzione Gioia), Matinelle (contrada, direzione Gioia-Putignano), Serrone (contrada, direzione Castellana-Conversano)
Comuni confinantiCasamassima, Conversano, Gioia del Colle, Putignano, Rutigliano, Sammichele di Bari
Altre informazioni
Cod. postale70010
Prefisso080
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT072047
Cod. catastaleL472
TargaBA
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona D, 1 687 GG[3]
Nome abitantituresi
Patronosant'Oronzo di Lecce, San Giovanni Battista
Giorno festivo26 agosto
MottoEx Tauro Civium Fertilitas
Cartografia
Turi
Turi – Mappa
Turi – Mappa
Posizione del comune di Turi nella città metropolitana di Bari
Sito istituzionale

Geografia fisica



Territorio


Tipica campagna turese
Tipica campagna turese

Il territorio è di natura carsica/calcarea e per questo ricco di doline, inghiottitoi, pozzi, grotte e un'ampia idrografia sotterranea da cui si alimentano numerosi pozzi. La parte settentrionale è prevalentemente pianeggiante, mentre la porzione restante (più dell'80% del territorio) si presenta collinare, con rilievi che superano i 300 m s.l.m. I più significativi sono Monte Ferraro (280 m), Monte Carbone (322 m) e Monte Zingaro (290 m). La casa comunale è posta a 251 m, mentre il punto più alto del centro cittadino è rappresentato dal palazzo marchesale, posto a 262 m.

Il centro abitato varia da un'altitudine minima di 230 m a una massima di 266 m. Proprio per questa caratteristica del territorio turese, è presente anche una lama, la lama Giotta, che ha origine presso la Via per Conversano. Questa, durante i giorni di pioggia, si riempie d'acqua che viene trasportata fino alla pianura sottostante, se è poca, oppure sino alla foce nel quartiere di Torre a Mare, se la quantità d'acqua è maggiore.

Nonostante la presenza di alcuni boschi (Bosco Musacco, Bosco di Procida e Bosco di Monte Ferraro), la gran parte del territorio - circa 65 km² - è utilizzata a fini agricoli.


Clima


Turi è situata in area collinare distante qualche decina di km dalla costa adriatica. Il clima è di tipo sub-litoraneo, con inverni moderatamente freddi ed estati calde e asciutte. In inverno le nevicate sono deboli ma frequenti soprattutto a febbraio.

Turi Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 10,011,013,017,022,026,030,029,025,020,015,011,010,717,328,320,019,1
T. min. media (°C) 2,02,04,06,010,013,016,016,013,010,06,03,02,36,715,09,78,4
T. max. assoluta (°C) 17,0
(1979)
20,0
(1990)
23,0
(1977)
26,0
(1985)
34,0
(1994)
41,4
(2007)
43,2
(2007)
39,0
(1994)
34,0
(1988)
25,0
(1979)
21,8
(2000)
19,0
(1989)
20,034,043,234,043,2
T. min. assoluta (°C) −7,0
(1993)
−9,0
(1993)
−8,0
(1987)
−3,6
(2003)
4,0
(1987)
6,0
(1986)
11,0
(1971)
9,0
(1976)
5,0
(1979)
3,0
(1972)
−1,0
(1977)
−6,0
(1986)
−9,0−8,06,0−1,0−9,0
Giorni di pioggia 7876543456872218111970

Secondo la classificazione dei climi di Köppen Turi appartiene alla fascia Csa ossia al clima temperati delle medie latitudini con stagione estiva calda (temperatura media assoluta del mese più caldo non inferiore ai 22º) e prevalentemente asciutta.


Storia



Preistoria


Considerando la morfologia del territorio attraversato da ben due lame, e considerati i ritrovamenti di un’industria litica, tipica del Paleolitico superiore nella grotta di S. Simone in una contrada conversanese limitrofa al bacino della lama Giotta, non deve essere difficile affermare che popolazioni paleolitiche di cacciatori e raccoglitori abbiano comunque frequentato e vissuto nel territorio turese.[5]

Nel Neolitico la presenza è documentata in prossimità dell'attuale abitato, ma anche in località Frassineto dove si è individuato un doppio fossato a protezione di un'area di 5000 m² che avvalorerebbe l’esistenza di un villaggio di capanne trincerato entro cui sono stati ritrovati frammenti di ceramica d’impasto del neolitico.[6]

Di grande importanza è uno dei pochi insediamenti eneolitici pugliesi dell’età del Rame, verso Rutigliano in località Lama Rossa in prossimità del “Lamone”, antico solco erosivo e naturale percorrenza tra la costa e la murgia. I materiali rinvenuti hanno riguardato ceramica d’impasto decorata a scaglie con cordoni o motivi impressi, e contenitori più piccoli con impasto più fine e motivi incisi.[7]

All’età del bronzo antico vanno invece ricondotti i siti individuati in località Monte Ferraro, dai quali sono emersi importanti resti di primitive strutture abitative, a testimonianza dell’inizio di una diversa organizzazione insediativa con la formazione di villaggi in posizioni dominanti e naturalmente difese.[8] Sempre dello stesso periodo sono i siti in delle Masserie Annunziatella e Ospedale in località Frassineto, e di Masseria Moretto in località Trisore.

Con l’età del ferro anche Turi vide l’arrivo di nuove genti giunte dall’Illiria verso la fine del XII sec. a.C. Ciò si afferma mediante ritrovamenti di ceramica iapigia (IX-VIII) a.C. destinata sia alla cottura e alla conservazione dei cibi, che alla conservazione di liquidi, e decorata con motivi geometrici classici del repertorio decorativo del periodo. Tra il VII-VI sec. a.C. i villaggi di capanne a seguito di una crescita demografica cominciarono ad evolversi in un grande abitato esteso su una superficie di circa 25 ettari tanto da costituire uno dei principali insediamenti della Peucezia, identificabile verosimilmente con la Thuriae citata da Tito Livio. L’area abitata era suddivisa da cinte murarie che delimitavano le zone dell’abitato suddividendole, nell’aristocratica acropoli dove erano ubicati gli edifici pubblici e di culto, nell’abitato vero e proprio, dove risiedeva gran parte della popolazione, e dalle campagne destinate alle attività d’allevamento e agricoltura. In tutto le cinte murarie erano ben quattro.[senza fonte] Dell'abitato peuceta e delle relative necropoli sono giunte testimonianze strutturali di grande interesse, quali antiche abitazioni, visibili in via Castellana Grotte, ma anche alcuni importanti corredi tombali in oro, argento, ambra, custoditi nei Musei di Taranto, Conversano e Bari. Nel Museo Archeologico di Bari vi sono due pregevoli crateri attici uno a figure nere, rinvenuto nel 1932 in via Fiume attribuito al “Pittore di Priamo”, l’altro a figure rosse attribuito al ceramografo Nikoxenos, dal Beazlj nel 1963. Si sono rinvenuti anche vasi corinzi, laconici e ionici provenienti da altre zone della Grecia, ma anche vasi prodotti dalle colonie della Magna Grecia con cui vi erano rapporti commerciali nonostante i conflitti tra le popolazioni indigene e quelle stanziatisi a Taranto e lungo la costa calabro-ionica. Nel territorio di Turi sono inoltre documentati altri piccoli insediamenti peuceti in località Trisore, presso masseria Moretto e a Frassineto, vicino alla Masseria Ospedale.[9]


Età romana


In età romana, l'abitato peuceta di Turi risulta abbandonato, resterà disabitato per circa un millennio. Il territorio di Turi ha, nonostante ciò, restituito alcune preziose testimonianze di età romana. Di particolare interesse è l'iscrizione sepolcrale della liberta Philona, scoperta alla fine del Settecento sulla via per Putignano. L'iscrizione relativa a una liberta degli imperatori flavi attesta la presenza a Turi di possedimenti imperiali. In località Trisore, sulla strada per Gioia del Colle, e in località San Giuseppe, sulla strada per Conversano, è documentata la presenza di due grandi ville rustiche abitate ininterrottamente dall'età repubblicana al tardoantico. Una fattoria di piccole dimensioni è, inoltre, attestata, in prossimità di Masseria Parco la Chiesa.[senza fonte]


Medioevo ed età moderna


Nel corso del Medioevo, in prossimità dell'antico abitato peuceta di Turi, fu costruita una chiesetta rupestre a doppia cupola, poi dedicata nel 1505 a San Rocco. L'impianto del nuovo abitato risale verosimilmente all'alto Medioevo, come attestano diversi reperti Bizantini rinvenuti nel corso dei lavori di restauro del Palazzo Marchesale. Sono reperti che anticipano di qualche secolo la costruzione del Castello normanno, fatto erigere, con molta probabilità, da Tommaso da Frassineto, primo signore di Turi. Dell'antico Castello normanno, risalente al XII secolo, restano in piedi due torri e un paramento murario con due monofore. Il Castello, ampliato dai Moles nel corso del Cinquecento, è oggi inglobato nell'attuale Palazzo Marchesale fatto costruire nel corso Settecento dai Venusio, che lo trasformarono nel sontuoso palazzo riportato all'antico splendore, a seguito dei recenti restauri.[senza fonte]

Cella di Antonio Gramsci
Cella di Antonio Gramsci

Età contemporanea


Turi è nota anche per essere stata luogo di reclusione, nel carcere cittadino, di tre personalità illustri dell'antifascismo: dal 1928 al 1933 Antonio Gramsci, che vi scrisse i Quaderni del carcere e le Lettere dal carcere, dal 1930 al 1932 Sandro Pertini e nel 1926 il deputato comunista siciliano Francesco Lo Sardo. Molti anni dopo, nel 1993 dal carcere evase il boss della Sacra corona unita Francesco Leone[10].


Simboli



Simboli

Bassorilievo su chianca dello stemma sito in piazza Silvio Orlandi
Bassorilievo su chianca dello stemma sito in piazza Silvio Orlandi
Rappresentazione araldica del blasone
Rappresentazione araldica del blasone

«D'azzurro, terrazzato di verde, alla quercia naturale col bove nero passante davanti». Esso è diventato lo stemma di Turi, perché la leggenda racconta che i superstiti provenienti dall'importante città peuceta di Thuriae videro nei pressi di largo Pozzi un bove sotto una quercia, dove decisero di fondare il loro nuovo villaggio. Venne riconosciuto con il decreto del capo del governo del 4 ottobre 1934.[11] Lo stemma risalente al 1581 è lo stesso, ma in luogo dell'attuale corona torrellata dei comuni della Repubblica Italiana, reca la corona marchionale dei marchesi Moles. Inoltre il motto dello stemma era «Ex tauro civium fertilitas», ossia «Dal toro la fertilità dei cittadini». Il gonfalone, concesso con regio decreto del 23 agosto 1934[11], è un drappo di azzurro.


Monumenti e luoghi d'interesse



Architetture religiose


Il campanile
Il campanile
Arco nel centro storico.
Arco nel centro storico.
Stradina nel centro storico.
Stradina nel centro storico.

Architetture civili



Centro Storico

Cartina del borgo antico di Turi, confrontato con l'estensione del paese nel 1700
Cartina del borgo antico di Turi, confrontato con l'estensione del paese nel 1700

Borgo Antico, quartiere situato nella parte centrale del paese, che corrisponde alla parte più alta del centro abitato. Di antiche origini, esisteva già dal XVI sec. Qui possiamo trovare il palazzo marchesale, all'inizio castello dei Moles e poi palazzo dei Venusio, a quasi 300 m s.l.m. Il paese vecchio è un caratteristico centro storico che conserva l'aspetto tipico dei piccoli centri mediterranei: le case piccole e raccolte, i muri bianchi di calce, le viuzze strette e lastricate, i caratteristici "sottani" e le edicole votive dedicate a vari santi, ma soprattutto a Sant'Oronzo o alla Madonna, la cappellina di San Rocco, più lontana dal Borgo Antico e la Chiesa Madre o Matrice, la più grande (a tre navate) risalente al XII secolo.


Palazzo Marchesale

Palazzo Marchesale di Turi, Veduta dalla piazza interna
Palazzo Marchesale di Turi, Veduta dalla piazza interna

Presenta alcuni elementi di architettura normanna, risalenti ai tempi di Goffredo, nipote di Roberto il Guiscardo. È stato sicuramente un castello medievale per la sua posizione al margine dell'abitato, e per il grande fornice d'accesso alla piazza interna ed è situato a più di Template:270. sul livello del mare. Durante i lavori di ristrutturazione, i nobili spagnoli Francesco e Beatrice Moles trasformarono nel XVI sec. la corte interna in piazza. L'attuale struttura presenta tutti gli elementi che caratterizzavano le costruzioni settecentesche. Il palazzo ed i corpi feudali di Turi, consistenti in circa duemila ettari di terra nel 1741 furono venduti dai Moles al Barone Ottavio Venusio di Matera che in seguito fu elevato al titolo di Marchese da Ferdinando IV di Borbone. Ha due corpi laterali, appena accennati, e un'altra zona basamentale in blocchi di pietra. Il piano nobile presenta ampie finestre aperte su balconi di stile barocco corredati da ringhiere bombate in ferro battuto. Il maestoso portale di gusto napoletano presenta lateralmente delle lesene ruotate in fuori e presentava, fino a qualche anno addietro, sulla trabeazione uno stemma lapideo araldico dei Marchesi Venusio in fregio. Al cortile interno, di notevole decoro, si accede da un grande androne.


Palazzo Municipale

Il prospetto principale prima della ricostruzione del 1845
Il prospetto principale prima della ricostruzione del 1845
Pianta del piano nobile
Pianta del piano nobile

Il Palazzo Municipale nacque come sede del Collegio dei Padri Scolopi che vi si stabilirono nel 1645 grazie al lascito testamentario del benefattore notar Santo Cavallo; nel Palazzo furono ospitate anche le Scuole Pie, che impartirono l’istruzione gratuita a tanti turesi fino al 1809, anno della soppressione. Tra gli insegnanti, oltre a illustri personaggi dell’Ordine, si deve ricordare San Pompilio Maria Pirrotti. La Casa scolopica di Turi, inoltre, ebbe un ruolo di rilievo come sede del Padre Provinciale. Dopo i lavori di restauro, che ebbero inizio nel 1845 su progetto dell’arch. Domenico Morea, il palazzo, dotato di una nuova facciata (quella attuale), venne adibito a sede comunale. Un prezioso elaborato grafico datato 5 agosto 1825, Pianto e Prospetto del Monistero delle Scuole Pie sito nel comune di Turi, ritrae l’edificio prima della trasformazione nella facies attuale. Esso era composto da due livelli principali e da un ammezzato, con accesso dalla Strada di Pozzi e volgeva l’angolo alla Strada della Cattedrale. Al piano terra, oltre a due locali accessibili dall’androne e al refettorio, erano situati prevalentemente i locali di servizio e le officine; al primo piano le aule per la didattica e le stanze per i laici e i sacerdoti. L’edificio era interamente coperto con volte a botte, mentre il piano dei magazzini (i locali sottotetto) erano coperti con tettoie in legno. Dal documento del 1825 risulta che a quel tempo l’edificio versava in pessimo stato, sia per i tetti che per i pavimenti, motivo per cui si rese necessaria la radicale trasformazione ad opera dell’architetto Morea. In origine il piano nobile del palazzo era contraddistinto da una balconata e da loggia ad angolo, entrambe sostenuti da eleganti mensole simili a quelle di alcuni palazzi di Piazza Silvio Orlandi. Il complesso delle Scuole Pier, infine, cinto da giardini e da cortili nella parte sud, era dotato al piano terra di locali destinati ad attività che ne garantivano il sostentamento autonomo, in alcuni casi a disposizione anche della cittadinanza, quali il frantoio, la beccheria, i caciolari e le stalle.


Torre dell'orologio

Originariamente si era pensato di sistemare l'orologio in una torretta sulla facciata del Municipio, ma poi, per problemi di staticità, si decise di erigere altrove una vera e propria torre. La collocazione della Torre in stile liberty, evidente simbolo laico della cittadina, non fu casuale, ma ricercata. Infatti in virtù del suo utilizzo doveva essere visibile da quanti più punti d’osservazione possibile. Così si scelse d’erigerla a fianco della chiesa francescana di San Giovanni Battista, affidando la progettazione all’architetto conversanese Sante Simone, e i lavori al mastro scalpellino turese Giuseppe Schettini, che la terminò nel A. D. 1892. A questi si aggiunge l'importante opera della premiata fabbrica del Cav. Alfonso Sellaroli da Guardia Sanframondi (BN), artigiano e abile costruttore di “orologi da torre”. Il progetto previde una torre snella, alta 14 metri. Il progetto fu sdoppiato in due fasi nettamente distinte, forse per ragioni economiche: la prima per la costruzione del basamento della torre (7 aprile 1891); la seconda relativa alla sola cella che doveva contenere la macchina dell’orologio (5 gennaio 1892). Infine si provvide a collocarvi il tanto atteso orologio, creato a fine Ottocento dalla premiata fabbrica di orologi Sellaroli, di Guardia Sanframondi (BN), montato su un soppalco di legno posto in cima alla torre. Verso la fine dell’800 i sofisticati ed originali meccanismi ideati dal Cav. Sellaroli, animavano i quadranti e le lancette degli orologi di numerose torri civiche italiane. La particolarità della macchina costruita per la torre di Turi, che la distingue dalle altre, è quella di azionare non uno, ma bensì tre quadranti posti in direzioni diverse. Tutto ciò contribuisce a renderla una tra le più belle torri dell’Orologio, della Terra di Bari. Nel 2009 il vecchio meccanismo è stato adeguato con l’applicazione di un servo motore ad impulsi per il telecomando delle lancette originali dell’Ottocento e per consentire un perfetto sincronismo nella misurazione del tempo, di una centrale di pilotaggio per l’orologio e di battenti elettromagnetici adatti per le campane esistenti, il cui caratteristico rintocco segna le ore e i quarti (gran suoneria all’italiana).


Trèppizze e la chiàzze de le fèmmene

U Trepizze è stata una piazza simbolo di Turi. Era un’isola pedonale situata nell’odierna piazza Aldo Moro, avente come dice lo stesso nome una forma triangolare. Storicamente rivestiva una funzione importantissima per lo svolgimento della vita cittadina in quanto, era posta in una posizione strategica per il controllo del traffico cittadino, ma consentiva anche ai cittadini di tener d’occhio la torre dell’Orologio e il tempo da essa scandito. Era la piazza degli uomini in quanto la sera mediatori, proprietari, contadini e braccianti si incontravano per parlare, discutere “premètte” (promettere il lavoro del giorno dopo), e stringere accordi e affari mediante stretta di mano. Nei primi anni 90’ del 900 è stata oggetto di modifiche urbanistiche che l’hanno fatta divenire una penisola, perdendo la caratteristica triangolare, unendola con la villetta del Monumento ai Caduti. Anche le donne e le "andère" la sera, si riunivano nella loro piazza, detta “chiàzze de le fèmmene”, oggi Piazza Antico Ospedale, per confabulare e “premètte” il lavoro del giorno dopo.


Architetture militari



Società



Evoluzione demografica


Abitanti censiti[15]


Lingue e dialetti


Dialetto turese
Parlato in Italia
Regioni Puglia
Locutori
Totale13.000 circa
Tassonomia
FilogenesiIndoeuropee
 Italiche
  Romanze
   Napoletano
    Dialetto turese
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1
Declarazióne universèle de le deritte du ommene - Art.1 Tutte le crestiène nàscene libbere e che le stèsse deritte. Tènnene cervidde e chescènze e s'onne à chembertè ccome ce fuèssere frète iùne che l'alte.

Il turese (Terèse /təˈre:sə/) è un dialetto parlato nel comune di Turi appartenente al gruppo dei dialetti della Puglia centrale e come tale è una variante della lingua napoletana. Si differenzia dal dialetto barese, inteso come dialetto parlato nella città di Bari, per l'uso di vocali diverse: la prima coniugazione infatti, che in barese ha come terminazione la vocale "-à", in turese, come nella maggioranza dei dialetti murgiani, la terminazione risulta "-è" (per esempio, il verbo parlà in turese diventa parlè). Di seguito è mostrata una tabella che evidenzia le differenze tra i dialetti dei paesi dell'immediato circondario e il barese, rispetto al turese.

Turese: Ci nè? Ce igghiè? Come te l'ègghie à ddisce? Si accatète la frutte? Amm'à sscì à la ville? Nan s'affìtte u trène Stè sckitte na frezzole/tièdde
Barese: Ci è? / Ci iè? Ce uè? Come te hi à ddisce? Si accattàte la frutte? 'Nge n'amm'à sscì à lla ville? Non ze vède u trène Ce sta asselùte na fresole
Conversanese: Ci è? Cè vvu? Come te u àgghie à ddèsce? Si accattàte la frutte? Amm'à scè à lla vèlle? Non ze vède u trène 'Nge stè sckètte na padèlle
Gioiese: Ci è? Ce iè? / Ce iè ca uè? / Ce vvi acchiànne? - - - - -
Putignanese: Ce n'ìe? Ce vvu? / Ce iìe? Accumme te hè à ddèscere? Ha accattàte a frotte? Amme a scèie à la vèlle? Nan se vère u trène Stie sckètte na tièlle
Rutiglianese: - Ce uè acchiànne? - Ha accattète a frutte? Ma scì sotte 'a ville? Nen s'affìtte u tràene Stè sckitte na tièdde
Sammichelino: Ci è? Ce iè? / Ce uè? Accòme te l'hì a ddisce? / Come te hi à ddisce? - Ne amme a sscì 'nde à ville? / N'amme a sscì 'nville? Nan se vède u trène / Nan s'affìtte u trène Stè sckitte na frezzole

Cultura



Scuole


Nel comune sono presenti:

Questre prime tre sono raggruppate in un unico istituto comprensivo "Resta-De Donato Giannini".


Cinema


Sono stati girati a Turi i seguenti film:


Eventi


L'arrivo del carro trionfale nella piazza di Turi il 26 agosto per la festa del Santo patrono. Sul carro la Banda di Turi durante la gara musicale, sulle note della marcia Mosè in Egitto
L'arrivo del carro trionfale nella piazza di Turi il 26 agosto per la festa del Santo patrono.
Sul carro la Banda di Turi durante la gara musicale, sulle note della marcia "Mosè in Egitto"

Festa di sant'Oronzo

La Festa patronale di Sant'Oronzo si svolge tra il 24 ed il 30 agosto.

La sera del 25 una suggestiva ed imponente processione di fedeli accompagna pregando, con candele votive, il busto del Santo Vescovo, dalla Chiesa Madre alla periferica Chiesa di Sant'Oronzo alla Grotta, attraversando in piena notte senza illuminazione il viale di cipressi del cimitero comunale.
La mattina del 26, alle prime luci dell'alba, molti pellegrini, raggiungono a piedi la grotta, per assistere alla messa votiva. Nella chiesa madre il Vescovo celebra la solenne Messa, e segue la Processione di gala del Santo per le vie del Paese. Alla processione vi partecipano, cavalcate in abiti storici, seguita da sbandieratori, dalle antichissime confraternite cittadine, dall'immagine del Santo e dalle autorità, civili e militari. Il Busto del Santo portato il 25 alla grotta, viene eretto sulla torre lignea tutta decorata da maestri ebanisti locali fratelli Albano. La sera del 26 agosto il Carro Trionfale rientra in paese trainato da sei muli, tra ali di folla festante. In piazza il carro viene accolto da luminarie, lanci di fiori, palloncini, fuochi d'artificio e la musica delle Bande (quella di Turi, sul Carro, quella ospite sulla cassa armonica) che si danno "battaglia" a suon di note. Il 27 agosto avviene la discesa del santo dal Carro Trionfale con il rientro all'interno della chiesa Matrice. La sera del 28 agosto in conclusione dei festeggiamenti in onore di Sant'Oronzo vi è una gara di fuochi pirotecnici, con l'assegnazione della migliore bomba d'apertura ed il miglior fuoco pirotecnico. Infine, per concludere i festeggiamenti la sera del 30 agosto si svolge un concerto di musica leggera.


Il Passapassa/u passa passe

La mattina del 25 aprile nei pressi della Chiesa di San Rocco viene celebrata all'aperto la Messa tra ali di folla che seguono il rito. Dopo la benedizione la Confraternita dell'Addolorata sfila innanzi al cippo scolpito raffigurante l'Annunciazione e seguono i fedeli che tengono per mano i bambini con delle fasce di stoffa colorata al braccio segno della durata di legame con il padrino o la madrina, cantando per invocare la protezione della Madonna. Si compiono tre giri di processione intorno all'isolato della chiesetta. Il rito va compiuto dal padrino e dalla madrina insieme col bambino o la bambina per tre anni consecutivi, e può fare da padrino solamente chi a sua volta è stato "passato". Il rito ha forti analogie con l'omonima usanza molto più arcaica in voga nel vicino comune di Rutigliano ove presso la chiesa rurale della SS. Annunziata si svolge per l'appunto il "passa passe" quale forma di comparaggio mediante l'uso di nastri variopinti. Più anticamente, sempre a Rutigliano, un rito omonimo, ma più ancestrale e profano, contemplava la cura delle ernie attraverso il "passaggio" (passa passe) dell'infermo fra cespi di lentisco fesso. Anche a Noicattaro la terza domenica di maggio, nella chiesa dell'Annunziata, si svolge tale rito. La pratica di "comparaggio" da alcuni anni è stata ripristinata presso la chiesa rupestre dell'Annunziata a Rutigliano, attualmente oggetto di restauro in corso. Tale evento si svolge il lunedì di pasquetta.


Geografia antropica



Urbanistica


Il paese, nonostante le sue dimensioni, è diviso in alcuni quartieri: "Paffendàlle" che occupa tutto il territorio dietro la Scuola Media Statale Raffaele Resta e la Scuola Elementare Pietro De Donato Giannini e tutta la parrocchia della Chiesa della Santissima Maria Ausiliatrice; "Pecora vecchia" che occupa tutto il territorio vicino al Palazzo Marchionale e il Comune (Paese Vecchio, parte occidentale); "Messina" che occupa tutto il territorio alle spalle della Chiesa Matrice (Paese Vecchio, parte orientale) e "Porta Rossa" (o Sant'Elia) che è situato a sud della città; "Borgo Nuovo" è un quartiere situato nella parte settentrionale del paese, a nord di Via Casamassima. È stato fondato nei primi anni del Novecento e vi troviamo la Torre dell'orologio ed importanti edifici pubblici quali, la scuola elementare e la scuola secondaria di primo grado, gemellata col comune sloveno di Sesana; "Rione Casamassima" che occupa la parte occidentale del paese, a sud di Via Casamassima; Infine "Borgo Caduti" che occupa la piccola zona presso la Villa dei Caduti.


Economia


L'economia turese è imperniata sull'agricoltura e in particolare sulla cerasicoltura. Turi infatti è leader nella produzione della qualità Ciliegia Ferrovia, una varietà particolarmente apprezzata all'estero per il suo ottimo sapore e per le sue doti di "durezza" che la rendono esportabile anche a lunga distanza. Il secondo fine settimana di giugno si celebra "La Sagra della Ciliegia Ferrovia" una manifestazione volta a promuovere e a valorizzare "L'oro rosso di Turi", con stand, mostre e manifestazioni culturali.

Altre coltivazioni molto diffuse sono quelle del mandorlo, del percoco, dell'olivo e della vite sia per l'uva da tavola sia per la produzione di vino primitivo. Minori, ma comunque consistenti, sono le coltivazioni di albicocco, susino, cotogno e anche kiwi, fico e fico d'India.

L'enogastronomia riflette la vocazione agricola del territorio: le ricette tipiche sono i trònere, braciole condite con pomodori, peperoncino e cipolla, e la faldacchèa, dolce a base di mandorle, insaporito con cannella, limone e marmellata di ciliegie o amarene.


Infrastrutture e trasporti


Lo stesso argomento in dettaglio: Strade provinciali della città metropolitana di Bari.

Le principali infrastrutture stradali interessanti Turi, sono la Strada statale 172 dei Trulli e la SS 100 Bari-Taranto. La Stazione di Turi posta lungo la ferrovia Bari-Casamassima-Putignano è servita da treni delle Ferrovie del Sud Est.


Amministrazione


Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Turi.

Gemellaggi



Sport


Pallavolo

Calcio a 5

Corsa

Go Kart

Ciclismo


Note


  1. Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
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[de] Turi (Apulien)

Turi (im lokalen Dialekt: Tùre) ist eine süditalienische Gemeinde (comune) mit 12.994 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2019) in der Metropolitanstadt Bari in Apulien. Die Gemeinde liegt etwa 26 Kilometer südöstlich von Bari und etwa 52 Kilometer nordwestlich von Tarent.

[en] Turi, Apulia

Turi (Turese: Ture [ˈtuːrə]; Ancient Greek: Θυριαι, romanized: Thuriai) is a town and comune in the Metropolitan City of Bari and region of Apulia, southern Italy. With a population approaching 12,000, it lies a few miles inland from the town of Polignano A Mare on the Adriatic Sea.

[es] Turi

Turi (Ture IPA: ['t̪uːrə] en dialecto turese [3], Θυριαι en griego antiguo) es una ciudad italiana de 13,050 habitantes de la ciudad metropolitana de Bari en Puglia. Se eleva a 251 m s.l.m. en la meseta de Murgia, 31 km al sureste de Bari. Importante centro de cerasicolo, su producto típico es el tren de la cereza. Durante el período fascista fue el lugar de detención de Antonio Gramsci y Sandro Pertini.

[fr] Turi

Turi est une commune italienne de la ville métropolitaine de Bari dans les Pouilles.
- [it] Turi

[ru] Тури (провинция Бари)

Тури (итал. Turi) — коммуна в Италии, располагается в регионе Апулия, подчиняется административному центру Бари.



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