Il dialetto sabino è una varietà linguistica romanza dell'Italia centrale, appartenente al raggruppamento dei dialetti italiani mediani.
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Sabino | |
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Parlato in | Italia |
Regioni | Lazio Abruzzo |
Locutori | |
Totale | n.d. |
Classifica | non nei primi 100 |
Altre informazioni | |
Scrittura | alfabeto latino |
Tipo | regionale |
Tassonomia | |
Filogenesi | Lingue indoeuropee Lingue romanze Lingue italoromanze Dialetti italiani mediani Sabino |
Codici di classificazione | |
Glottolog | cico1238 (EN)
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Linguasphere | 51-AAA-rbb
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Dialetti italiani centrali | |
Manuale |
Esso può essere diviso in cinque gruppi dialettali fondamentali:
Tratto qualificante di questo gruppo dialettale è la conservazione delle vocali finali atone. In particolare nel dominio aquilano-cicolano-reatino, area tradizionalmente conservativa, viene tuttora mantenuta la distinzione fra -o ed -u finali, a seconda dell'originaria matrice latina: ad esempio all'Aquila si ha cavaju per "cavallo" (latino caballus), ma scrio per "io scrivo" (latino scribo). Ad occidente del suddetto dominio si estendono le parlate dei Piani Palentini, con centri di irradiazione quali Carsoli e Tagliacozzo, la cui punta più a sud, a contatto con l'area abruzzese della Marsica, è San Pelino, frazione di Avezzano: a ridosso dell'area laziale, queste parlate sono caratterizzate dalla confluenza delle vocali originali latine -u ed -o nell'unico esito -o (cavajo, fijo), ma come il sabino possiedono il medesimo sistema vocalico, fonetico e morfologico.
Il dialetto sabino viene spesso confuso con il dialetto ternano o spoletino con cui ha alcune affinità (in particolare la trasformazione della -t in -d).
Nel dominio reatino-aquilano-carseolano-tagliacozzano, attestatosi su un vocalismo a quattro gradi, in cui -u finale si continua o si è conguagliata in -o, la metafonesi è determinata dalle vocali finali -u ed -i: ad esempio all'Aquila si ha paése, ma al plurale paìsi, mòrta ma al maschile mórtu, apèrta ma apértu, rúsciu ma róscia, issu ma éssa e cuscì via.
Nel dialetto sabino è forte l'uso della -u , del raddoppio di consonanti e degli accenti chiusi . Molte zone sono influenzate dal dialetto ternano. Si riscontra spesso un forte uso della bestemmia e del verbo ire.
Nella variante reatina e aquilana è abitudine troncare le parole (lu pà =il pane;riè=rieti) soprattutto i verbi in prima persona singolare e in terza plurale
esempi di differenze tra reatino e sabinese:
Reatino: mittu, illu, arretre,ara voda,ajo,mi,eccu,loco,ittu,que
sabinese: mettenu,quillu,addietro,andra vorda,hau,me,decco ,dello,dittu,che
traduzione: mettono,quello,dietro,altra volta,ho,me,qui,là,detto,che
ALCUNE FRASI E PAROLE SABINE:
pozza piatte n'gurbu=ti possa prendere un colpo (molto usata)
ma fregate/beh no?/gguastate/che schirsi?= perifrasi che significano "assolutamente si"
ce ssenti cerqua = tradotto letteralmente "ci senti quercia" e vuol dire "molto forte"
gran tantu = molto
no' lu pozza proà niciunu= non lo possa provare nessuno (in relazione ad una brutta esperienza)
jo/jonne = giù
sopre/sunne = su
sci/scine=si
leciu=stupido
gnende= niente
doppu=dopo
gorbe=volpe
quissu=questo
naffetta=diesel
que bba' facenno?= che stai facendo?
cianga= gamba
massera=stasera
checcosa=qualcosa
que te dole= cosa ti fa male?
a Riè fau 11 misi de friddu e unu de friscu =a Rieti fanno 11 mesi di freddo e uno di fresco
resparampià=risparmiare
billicu=rimorchio
te ajo na tortorata= ti do una botta
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