La lingua armena media (o armeno di Cilicia[1]) corrisponde alla seconda fase della lingua armena letteraria. Non va però confuso con i dialetti armeni parlati in quella regione nei tempi moderni. Segue nel tempo l'armeno classico o "Grabar"; e precede l'armeno moderno o "Ashkharhabar"[2], che presenta due varietà letterarie: il dialetto armeno orientale, e il dialetto armeno occidentale con il quale la lingua "media" è più affine.
Essa fu la lingua scritta del regno armeno di Cilicia. In questa lingua furono scritti molti libri tra il XII e il XVIII secolo; ma non soppiantò mai del tutto il "Grabar", che restò la lingua degli scritti di carattere elevato, come la religione e la filosofia. E mentre l'uso dell'armeno "medio" si estinse, il "Grabar" restò la lingua scritta degli armeni fino alla metà del XIX secolo.
Mentre il "Grabar" era una lingua fortemente flessiva e sintetica, l'armeno medio introdusse molte forme analitiche
[3], situandosi in una fase di transizione tra l'armeno classico ed il moderno
[4]. Inoltre si tratta della prima forma scritta di armeno che mostra la rotazione consonantica tipica delle parlate armene occidentali. E per la prima volta presenta due segni in più nell'alfabeto armeno, tuttora in uso nelle due varietà scritte moderne: un segno per la vocale "o" iniziale di parola, e l'altro segno per la consonante "f".
Note
(DE) Karst, Josef, Historische Grammatik des Kilikisch-Armenischen, E.J. Trübner, 1901.
(HY) Melkonian, Zareh, Gortsnakan K'erakanout'iun-Ardi Hayeren Lezoui (Midzhin yew Bardzragoyn Dasënt'ats'k'), Los Angeles, 1990, p.137.
(EN) History of the Armenian Language in the Pre-Written Period, Yerevan, 1987.
(EN) H. Acharian, History of the Armenian Language, parts I-II.
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