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La lingua cimbra (nome nativo Zimbar) è un idioma germanico[2] di origine bavarese meridionale[3] diffuso storicamente in alcune zone del Veneto e, più tardi, anche del Trentino.

Cimbro
Zimbar
Parlato in Italia
Regioni Trentino-Alto Adige
 Veneto
Locutori
Totale< 1 000 (664 in Trentino, 19 a Giazza, una decina a Roana)[1]
Tassonomia
FilogenesiLingue indoeuropee
 Lingue germaniche
  Lingue germaniche occidentali
   Lingua alto-tedesca
    Tedesco superiore
     Bavarese
      Cimbro
Statuto ufficiale
Ufficiale intutelato in provincia di Trento
Codici di classificazione
ISO 639-3cim (EN)
Glottologcimb1238 (EN)
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1
...

Il Padre Nostro
(VII) Ugnar Bàatar, ba pist in hümmel, zai gahòlighet dar dain naamo, as khèmme dar dain Regno, zai gamàcht bia du bill, bia in hümmel, azò in d'èerda. Ghitzich hòite 'z ùgnar proat bon allen taaghen, borghit ozàndarn d'ügnarn zünte bia bràndare borghéban bèar hatzich offèndart, mach as bar net bàllan in tentziùum, ma liberàrzich bon allen bèetighen. Amen.

(XIII) Vatar usarn, mo du pist ime himmale, gabaigat saibe dain name, da de keme dain raich. Gaschìgabe in himmal das mo du bi un asou ut'earde. Git-n-us iz proat haute, un for alje usarne suntak, asbia barandre vorgezzan die 'n usarn pruadadarn. Drahalt-n-us 'un scheida, halt-n-us veare 'un ùbale. Asou saibe.

Distribuzione del cimbro:

     Aree dove il cimbro è parlato

     Aree dove il cimbro coesiste con altre lingue (veneto e dialetto trentino)

      Aree di comunità cimbre estinte (XIX - XXI sec.)


Storia


Lo stesso argomento in dettaglio: Cimbri (minoranza linguistica).
Bandiera della Federazione dei Sette Comuni
Bandiera della Federazione dei Sette Comuni

Alcuni sostengono che il nome della lingua derivi dagli antichi antenati degli attuali parlanti, cioè quei Cimbri sconfitti dai Romani nel II secolo a.C. Si tratta tuttavia probabilmente di un caso di omonimia, nonostante diversi storici antichi (fino allo scrittore contemporaneo Mario Rigoni Stern) vi facciano riferimento.[4] Sebbene la maggior parte degli studiosi consideri oggi il cimbro come un dialetto meridionale della lingua bavarese, alcuni, tra cui Bruno Schweizer, Alfonso Bellotto, e più di recente Ermenegildo Bidese, lo considerano un dialetto della lingua longobarda, altrimenti estinta.[5]

Il primo studio scientifico della lingua cimbra[6] fu prodotto dal dialettologo tedesco Johann Andreas Schmeller (1785-1852), uno dei moderni fondatori della ricerca sul campo: nel suo lavoro di ricercatore nel 1833 si portò sull'Altopiano di Lavarone, quindi nei VII Comuni vicentini e poi sui XIII Comuni veronesi e in seguto nel 1844 ancora sui XIII Comuni e poi sui VII Comuni, intervistando le persone che ancora parlavano il cimbro, e fu il primo a riconoscere il cimbro come un'evoluzione del tedesco bavarese del XII e XIII secolo: oggi la maggioranza della comunità scientifica vede negli attuali Cimbri una diretta discendenza da popolazioni di origine bavarese meridionale che nel medioevo migrarono dalla zona dell'Ammersee e del lago di Starnberg[7] nel Veneto nord-occidentale e nel Trentino meridionale.[4] Questi cimbri si diffusero inizialmente sull'Altopiano dei Sette Comuni e da qui anche in Lessinia, nella zona orientale del gruppo del Monte Baldo e sui vicini Altopiani di Folgaria, Lavarone e Luserna.

Una comunità cimbra assai più recente è quella del Cansiglio, fondata da emigranti roanesi a partire dal XVIII secolo e costituita da alcuni villaggi nei comuni di Fregona (Treviso), Tambre e Alpago (Belluno).

Insediamenti germanici sec.XI-XIV nelle Alpi centro-orientali.
Insediamenti germanici sec.XI-XIV nelle Alpi centro-orientali.

Decadenza e situazione attuale


Già in tempi relativamente antichi il cimbro ha subito una forte regressione a favore del veneto e dell'italiano.


Altopiano dei Sette Comuni

Sull'Altopiano di Asiago, i primi comuni ad abbandonare il cimbro furono Enego e Lusiana: già verso la metà del Seicento i parroci dei due paesi smisero di predicare in tedesco; la lingua fu definitivamente dimenticata nel corso dell'Ottocento[8].

Una scelta analoga fecero più tardi i parroci degli altri comuni: Asiago nel 1816 (qui nel 1830 cessò anche il catechismo per bambini in cimbro), Foza nel 1827 e Roana attorno al 1850[9][10].

Nel 1847 nel comune di Gallio si parlava cimbro (sempre più corrotto) nelle sole località di Bertigo, Ronchi, Campanella e Zaibena. Nel 1849 Joseph Bergmann riteneva che Foza fosse il comune dove il cimbro si mantenesse più vivace, ma un cinquantennio più tardi risultava anche qui in avanzata decadenza[9].

Come attestato da Alfred Bass, che aveva visitato i Sette Comuni nel 1898 e nel 1899, il paese di Asiago era ormai completamente italianizzato, così come le contrade Pennar, Kaberlaba e Zocchi, e i pochi madrelingua erano sparsi nelle località periferiche del comune. Quanto asserito da Wilhelm Rohmeder nel 1912, e cioè che il cimbro era ancora vivo tra molte famiglie di Asiago, va quindi ridimensionato portando il numero dei parlanti del tempo a circa 150 (il 5% dei residenti). Interessante la testimonianza degli stessi anni di Aristide Baragiola: gli abitanti della contrada Bosco cantavano ancora degli inni sacri in lingua cimbra, ma non ne comprendevano pienamente il significato[9].

Negli anni trenta qualche traccia della lingua sussisteva a Foza, così come ai Ronchi di Gallio[10].

Roana e Rotzo furono i comuni dove la lingua si conservò più a lungo, certamente grazie alla loro posizione marginale che fu per qualche anno accentuata dalla distruzione del ponte sulla val d'Assa, nel corso della prima guerra mondiale[8].

Quando nel 1958 la linguista austriaca Maria Hornung raggiunse l'altopiano, constatò come in queste località, così come nelle loro frazioni Mezzaselva, Canove e Castelletto (Cesuna risulta già italianizzata nel 1847[9]), non fosse difficile individuare qualcuno che ancora parlasse il cimbro. Tornata nella zona verso la metà degli anni 1980, riuscì ad effettuare delle registrazioni con gli ultimi tre parlanti di Canove[8].

Attualmente solo una decina di residenti di Roana e Mezzaselva parla il cimbro[11].

Proprio alla vigilia della sua scomparsa, c'è stato un rinnovato interesse della lingua cimbra da parte degli abitanti dell'Altopiano. Tra le iniziative di maggiore rilievo, spicca l'apertura dell'Istituto di Cultura Cimbra di Roana, nel 1973[8].


Tredici Comuni veronesi

Nei Tredici Comuni della Lessinia iniziò a declinare tra la fine del Seicento e l'inizio del Settecento. Sul finire di quest'ultimo secolo la sua area di diffusione era ormai limitata ai soli centri di Selva di Progno, Giazza e Campofontana, nonché ad alcune contrade di San Bartolomeo delle Montagne, di Velo Veronese e di Roverè Veronese (si stimano meno di 2000 parlanti su un totale di 10000 abitanti).

Nel 1810 un'inchiesta, svolta per conto del governo napoleonico, annotò come nelle sole Campofontana ("da tutti e meglio di tutti"), Selva di Progno ("da molti e con varie corruzioni") e Giazza ("da tutti ma corrotta e con gorga spiacevole") si parlasse diffusamente la lingua cimbra, mentre negli altri centri era usato solo da pochissimi anziani. Verso la fine dell'Ottocento Carlo Cipolla notava come ormai il cimbro resistesse solo in alcune contrade di Campofontana e Selva di Progno, mentre solo a Giazza era parlato da tutti.

Giazza resta oggi l'unico paese della Lessinia dove ancora si utilizza il cimbro. Anche in questo caso le prospettive sono tutt'altro che rosee: solo 19 residenti (tutti anziani) parlano il cimbro e altri 24 lo capiscono. A questi va aggiunta una certa quantità di giazzesi emigrati, stimata in circa 40 unità[11].

Secondo il censimento Trentino del 2021 la popolazione cimbra nella Provincia di Trento era di 1.111 locutori, in diminuzione rispetto al censimento del 2011[12]


Cansiglio

La comunità cimbra del Cansiglio abitava i villaggi di Vallorch e Le Rotte nel comune di Fregona (TV), Val Bona, Pian dei Lovi, Canaie Vecio, e Pian Canaie nel comune di Tambre (BL), Campon, Pian Osteria e I Pich nel comune di Alpago (BL). Nel corso del Novecento la maggioranza della popolazione si è trasferita nei centri ai piedi dell'altopiano e oggi solo in alcuni villaggi resistono degli abitanti stabili. L'isola linguistica cimbra è di fatto estinta, ma vi sono dei tentativi di rivitalizzazione da parte di associazioni locali[13].


Varianti


Essendo la lingua di una comunità a suo tempo essenzialmente rurale, era ed è segmentata in diversi dialetti propri dei vari gruppi più o meno isolati che la parlavano.

La popolazione cimbra arrivò a contare, nel Seicento, circa 20.000 parlanti, per poi decadere e ridursi. Ad oggi si stima che le persone in grado di parlare o comprendere il Cimbro siano meno di un migliaio, stanziate in isole linguistiche situate soprattutto nel comune trentino di Luserna (Lusèrn), nella frazione di Mezzaselva (Mittebald/Toballe) del comune vicentino di Roana (Robaan) sull'Altopiano dei Sette Comuni, nella località di Giazza (Ljetzan) nel comune veronese di Selva di Progno.[4]

882 persone si sono registrate come appartenenti all'etnia cimbra nel censimento del 2001 in provincia di Trento: 267 a Luserna (89,9%) e 615 in altri comuni.[14] La Regione Veneto non prevede ancora questo tipo di rilevazione, perché a differenza della Provincia Autonoma di Trento non esistono leggi specifiche per la salvaguardia e valorizzazione delle minoranze linguistiche storiche.

Da alcuni studiosi viene individuato come cimbro standard quello di Asiago, anche se oggi è parlato da pochissime persone. La ragione sta nel fatto che l'Altopiano fu il primo areale di stanziamento dei coloni.

Paradossalmente, il cimbro di Luserna, quello che oggi concretamente è il più parlato, sarebbe anche il cimbro meno originale, e più moderno. Il cimbro di Luserna è influenzato dal tedesco moderno, portato dai lusernesi emigrati in Germania o in Austria e poi ritornati in paese, anche se si tratta di un fenomeno relativamente recente e comunque limitato ad alcuni neologismi (es. bèschmaschì = "lavatrice", dal tedesco Waschmaschine).

Per quanto riguarda il cimbro di Giazza invece, detto localmente tauc', viene apprezzato il fatto che la comunità veronese sia stata l'unica a non essere interessata a spostamenti di popolazione, dovuti alla prima guerra mondiale, e poi alle "opzioni" in epoca nazi-fascista.

In alcune zone dell'areale cimbro, quali Terragnolo, Trambileno e Vallarsa, si era nell'Ottocento identificato un termine per la tipica parlata, soprannominata col curioso termine di slambròt, parola germanica che evocava il pane inzuppato e sporco, oggi estinta (l'ultima attestazione risale al 1966, a San Sebastiano di Folgaria)[15]. In tale area rimane molto evidente tutt'oggi la toponomastica cimbra e la permanenza di molti termini cimbri nel dialetto locale.


Tutela e ricerca


Lo stesso argomento in dettaglio: Cimbri (minoranza linguistica).

I cimbri sono oggi protetti, a livello internazionale, dall'adesione dell'Italia alle convenzioni del Consiglio d'Europa sulla protezione delle minoranze: la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie (in vigore dal 1º marzo 1998, firmata e ratificata dall'Italia il 9 marzo 2012 e la Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali (dal 1º marzo 1998)[16] A seguito di tali impegni internazionali, la Legge 482/1999 per la "tutela delle minoranze linguistiche" ha modificato pluridecennali indirizzi omologanti sul piano socioculturale. Su impulso dell'art.3 di tale normativa, che garantisce un ruolo ad organismi di coordinamento e proposta che raggruppino minoranze linguistiche presenti su territori regionali e provinciali diversi, si è costituito nel 2002 a Luserna il Comitato unitario delle isole linguistiche storiche germaniche in Italia, che riunisce i rappresentanti di varie minoranze germanofone dell'arco alpino, dalla Valle d'Aosta al Friuli[4].

Nei comuni dove sopravvive la parlata, sono presenti istituzioni culturali e museali che cercano di tutelare e sviluppare l'identità cimbra:

Per il cimbro di Giazza esiste un dizionario cimbro-italiano, e italiano-cimbro, parzialmente anche in versione audio, consultabile online[17]. Per i cimbro di Luserna, nel sito dell'Istituto culturale cimbro c'è una serie, con audio, di proverbi popolari in cimbro, con traduzione. Dal 2006 inoltre viene trasmesso in tutto il territorio del Trentino-Alto Adige (dove risiedono numerosi oriundi luserni) un telegiornale settimanale in cimbro denominato Zimbar Earde (Terra Cimbra), anch'esso consultabile sul sito. L'Istituto di cultura cimbra di Roana ha pubblicato un Dizionario del cimbro dei Sette Comuni (in realtà, quando il cimbro era parlato in tutto l'Altipiano, ogni località aveva un suo diverso dialetto).

Recentemente è stato pubblicato uno studio estremamente dettagliato e approfondito dal titolo Zimbrische Gesamtgrammatik. Vergleichende Darstellung der zimbrischen Dialekte, edito dalla Steiner ed. di Stoccarda. Si tratta di una grammatica comparativa delle diverse parlate cimbre, nata dalla consultazione di oltre 800 pagine di manoscritti sulla lingua cimbra raccolti dallo studioso tedesco Bruno Schweizer (manoscritti che erano conservati all'Università di Marburgo ma mai completamente esaminati).

Esiste almeno un corso di cimbro on-line, curato dall'Università di Francoforte, in tedesco e in inglese. Risultano regolarmente organizzati corsi di cimbro a Giazza e nell'Altipiano di Asiago, mentre a Luserna il cimbro, fino a poco tempo fa, veniva correntemente utilizzato nella locale scuola elementare, la quale ha chiuso i battenti nel 2006. Attualmente i bambini di Luserna frequentano la scuola elementare di Lavarone, dove è attivo l'insegnamento facoltativo del cimbro. Di questa offerta didattica usufruiscono anche bambini di Lavarone e dei paesi limitrofi, dove la parlata cimbra è ormai da tempo estinta.


Esempi di lingua cimbra


«[...] A questa situazione di estremo arcaismo linguistico [...] fa pendant, in area nordorientale, il dialetto cosiddetto cimbro dell'Altopiano di Asiago, ormai sull'orlo dell'estinzione. I pochissimi anziani che ancora oggi lo parlano, o meglio, lo ricordano, chiamano a tutt'oggi la luna e il sole col nome di Maano e Sunna, esattamente come si diceva in Germania ai tempi di Carlo Magno

(Luca Panieri[18], Università IULM Milano)

Ancora oggi la maggior parte dei toponimi del territorio dell'Altopiano dei Sette Comuni ha origine da idiomi cimbri: moltissimi sono infatti i nomi di valli, montagne, boschi che hanno un significato etimologico legato alla parlata cimbra. Oggi invece il cimbro è parlato e conosciuto solamente da una piccola parte della popolazione: all'inizio del secolo scorso, infatti, la lingua era ancora molto diffusa, ma la Grande Guerra prima e il fascismo poi sfavorirono la conservazione di tale idioma.

Di seguito un esempio di toponomastica cimbra ancor oggi usata (nomi di località situate immediatamente a nord di Asiago, sulla zona del Monte Mosciagh) e alcuni proverbi cimbri (della zona di Luserna) con relativa traduzione:

Toponimi:
Wassa Gruba, Dohrbellele, Tunkalbalt, Greflek, Beitaltebene, Hintertal, Hinterbech, Kommonlava, Gastagh, Esseloch, Estigar, Ponlaita

Proverbi:
Dar Vinkh vinkht, dar schnea is da. Quando il fringuello canta, la neve è qua.
Be da dar må hat an groasan kroas, 's bettar git um. Quando la luna ha un grande alone, il tempo peggiora.
Balda krakn di kre khint dar bint. Quando gracchiano i corvi, arriva il vento.
Bi's tondart in Oster-Monat soinda no hintar Nöün tage bintar. Quando tuona in aprile, vi sono ancora nove giorni d'inverno.

Questi i nomi cimbri dei centri dei Sette Comuni:

  1. Slege (Asiago); dato che il cimbro appartiene alle lingue germaniche, la lettera g ha solo il suono "duro" e pertanto si pronuncia ['zle:gə]
  2. Lusaan-Kunken (Lusiana Conco)
  3. Ghenebe o Ghenewe (Enego)
  4. Wüsche (Foza)
  5. Ghèl o Ghelle (Gallio)
  6. Rotz (Rotzo)
  7. Robaan o Rowaan (Roana)

Nomi delle contrade di Asiago, di chiara origine cimbra: Ave, Berga, Klama, Longhini, Pènnar, Stocke, Laiten, Orkentaal (ora Valdorco), Ebene, Untargeicke, Prüdegar (ora Rodeghieri), Balde (ora Bosco), Büscar, Tulle, Bortune (ora Bortoni), Làmara, Schacher, Oba, Taal (ora Valle), Bischofarn (ora Vescovi), Hollar, Rützer, Mosele, Mörar, Schbanz (ora Coda), Kaberlaba.


Note


  1. Antonia Stringher, Censimento dei parlanti cimbro nell'isola linguistica di Giazza. Consistenza della parlata tedesca dei tredici comuni veronesi dal XVII al XX secolo (PDF), Comune di Selva di Progno, pp. 35-37 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2013).
  2. (EN) News, su eurac.edu. URL consultato il 16 marzo 2017.
  3. Anthony Rowley, «„Mòcheno e Cimbro“. Von Dialekten zu Sprache(n)?», in Dialektologie zwischen Tradition und Neuansätzen. Beiträge der Internationalen Dialektologentagung. Göttingen, 19.-21. Oktober 1998, a cura di Dieter Stellmacher, Stoccarda, Franz Steiner, 2000, pp. 213–221, in part. 214.
  4. Alberto Castaldini, «Gli Ultimi Cimbri», in: Limes 6/2003 "Il Nostro Oriente", Roma: L'Espresso, pp. 169–179. Massimiliano Marangon, Antenati e fantasmi sull'altopiano. Un'identità etnica cimbra e le sue modulazioni antropologiche, Euroma, Ed. Univ. di Roma - La Goliardica, Roma, 1996, Contributi di antropologia storica, pp. 288, ISBN 88-8066-150-7, 9788880661504.
  5. Katharina Knapp, L'italiano nelle aree delle varietà alloglotte: l'italiano dei cimbri, su Korpus im Text: Innovatives Publizieren im Umfeld der Korpuslinguistik, Serie A, 20564, 2019.
  6. Johann Andreas Schmeller, Traduzione di Francesco Zuin, Sui cosiddetti Cimbri dei VII e XIII Comuni delle Alpi Venete e sulla loro lingua, in Francesco Valerio Rodeghiero (a cura di), Ricerche della Federazione Cimbri 7 Comuni, n. 1, Pergine, Publistampa Edizioni, 2020.
  7. Hans Tyroller, Grammatische Beschreibung des Zimbrischen von Lusern, Stoccarda, Franz Steiner, 2003, p. 2 e 12; H. Tyroller, «Das phonologische System des Zimbrischen von Lusern sowie Möglichkeiten ein geeignetes Orthographiesystem dafür zu schaffen», in Sprachkontakte im Alpenraum. Minderheiten- und Lokalsprachen. Tagungsberichte des Symposiums «Kodifizierung und Ausarbeitung einer Grammatik des Zimbrischen und es Fersentalerischen». Trento 7. Mai 1999, a cura di H. Tyroller, Trento, 1999, p. 174.
  8. Maria Hornung, Le isole linguistiche germanofone nelle Alpi meridionali, in Archivio per l’Alto Adige, n. 97-98, 2003-2004, pp. 255-275.
  9. Giulio Vescovi, Saggio d’un vocabolario ottocentesco del dialetto tedesco dei Sette Comuni, in Archivio per l’Alto Adige, n. 55, 1961, pp. 237-286.
  10. Arrigo Lorenzi, Giovanni Bach, SETTE COMUNI, Altipiano dei, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936. URL consultato il 16 aprile 2020.
  11. Antonia Stringher, Censimento dei parlanti cimbro nell'isola linguistica di Giazza. Consistenza della parlata tedesca dei tredici comuni veronesi dal XVII al XX secolo (PDF), Comune di Selva di Progno, p. 37 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2013).
  12. Radioetv, I MOCHENI SONO 713, LO DICONO I RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLA CONSISTENZA DELLE POPOLAZIONI DI MINORANZA, su radioetv.it. URL consultato il 19 novembre 2022.
  13. Paul Videsott, Lingue di minoranza, comunità alloglotte, in Sergio Lubello (a cura di), Manuale di linguistica italiana, De Gruyter, 2016, p. 496.
  14. Tav. I.5 - Appartenenza alla popolazione di lingua ladina, mochena e cimbra, per comune di area di residenza (Censimento 2001) (PDF), su Annuario Statistico 2006, Autonomous Province of Trento, 2007. URL consultato il 12 maggio 2011.
  15. Lydia Flöss, Principali caratteristiche della toponomastica di Vallarsa con particolare attenzione ai nomi di luogo di origine tedesca (PDF), su trentinocultura.net, Trentino Cultura. URL consultato il 21 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2016).
  16. Situazione delle Ratifiche della Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali
  17. www.cimbri.it, su cimbri.it. URL consultato il 4 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2011).
  18. Focus: Minoranze linguistiche (Portale dell'Accademia Europea di Bolzano - EURAC- )

Bibliografia



Voci correlate



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Collegamenti esterni


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На других языках


[de] Zimbrisch

Zimbrisch (Eigenbezeichnung Zimbrisch gaprècht, Zimbrische zunga, Zimbrisch, italienisch Cimbro genannt) ist die traditionelle oberdeutsche Sprache der Zimbern in Nordostitalien, die in drei Sprachinseln gesprochen wurde und bis Ende des 18. Jahrhunderts Kirchen- und Amtssprache in der ehemaligen Republik der Sieben Gemeinden war. Sprachwissenschaftlich handelt es sich um bairische Dialekte als Sprachformen, die allerdings wesentlich altertümlicher sind als das Fersentalerische.[1] Heute ist Zimbrisch nur noch in der Gemeinde Lusern im Trentino Alltagssprache und hat nicht mehr als 1000 Sprecher.[2]

[en] Cimbrian language

Cimbrian (Cimbrian: zimbar, IPA: [ˈt͡simbɐr]; German: Zimbrisch; Italian: cimbro) refers to any of several local Upper German varieties spoken in northeastern Italy. The speakers of the language are known as Zimbern in German.

[fr] Cimbre

Le cimbre (autonyme : zimbar) est un dialecte allemand parlé par les Cimbres, une ethnie habitant le Nord de l'Italie dans les montagnes du Frioul-Vénétie-Julienne, du Trentin-Haut-Adige et de la Vénétie.
- [it] Lingua cimbra

[ru] Цимбрский язык

Ци́мбрский язы́к (нем. Zimbrisch, итал. lingua cimbra) — один из германских языков, представляющий собой совокупность диалектов, разбросанных по северо-восточной Италии в области Венеция, провинции Тренто и провинции Удине (область Фриули-Венеция-Джулия).



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