Il brigasco (in brigasco "brigašc", in francese "brigasque") è una varietà del dialetto roiasco, parlata nelle Alpi Liguri nella Terra Brigasca, a cavallo del confine italo-francese nella zona del Monte Saccarello.
Brigasco Brigašc
Parlato in
Italia Francia
Regioni
maggioranza a Briga Marittima (Provenza-Alpi-Costa Azzurra) e a Briga Alta (Piemonte), minoranza a Triora in Liguria e Ormea in Piemonte
riconosciuto come lingua minoritaria (come parte dell'occitano) dallo stato italiano e dalla regione Piemonte; riconosciuto come lingua minoritaria (come parte della lingua ligure) dallo stato francese
Distribuzione geografica del brigasco (Terra brigasca)
Manuale
Il Brigasco nei confini anteriori al 1947Parlate ligure in Francia e a Monaco
+ Figun (Alpes-Maritimes)
+ Figun (Var)
Roiasco
Tendasco (Roiasco)
Brigasco (Roiasco)
Monegasco
Ligure coloniale (Bonifacio)
Ambito geografico
La zona di diffusione geografica della parlata brigasca (la cosiddetta Terra Brigasca) si estende sulle alte valli dei fiumi Roia, Tanaro e Argentina e comprende alcune località, divise tra Italia e Francia:
in Francia (regione di Provenza-Alpi-Costa Azzurra, dipartimento delle Alpi Marittime, arrondissement di Nizza e cantone di Contes): La Brigue (fino al 1947 Briga Marittima) (Ra Briga) e Morignole (fino al 1947 Morignolo) (Murignòo)
In Italia (Piemonte, provincia di Cuneo): Briga Alta (Ra Briga Àuta), comune composto delle frazioni di Carnino (Carnin), Upega (Üpëga), Piaggia (A Ciagia) e Viozene (A Viuṡèna), frazione del comune di Ormea, e (Liguria, provincia di Imperia): le frazioni del comune di Triora Realdo (Rêaud) e Verdeggia (Vërdeggia).
Nella regione delle Alpi Liguri, le parlate liguri alpine si differenziano da quelle costiere per il mancato influsso del tipo genovese e per l'originale sviluppo di numerosi fenomeni fonetici e morfo-sintattici, che hanno conferito loro tratti maggiormente conservativi e specifici.
Questi tratti caratteristici (indebolimento delle vocali atone e finali, presenza della metafonesi) si conservano maggiormente in quelli che alcuni studiosi[2] preferiscono chiamare dialetti roiaschi, diffusi nell'alta e media valle del Roia (da Tenda e Briga Marittima fino a Olivetta San Michele), e che comprendono anche le parlate brigasche. Ciò detto, vi è la tesi che il dialetto brigasco possa appartenere al gruppo dei dialetti occitani. Per altri le affinità con l'occitano sono dovute a meri prestiti causati dalla contiguità territoriale dei due idiomi.
Tali dialetti si stemperano nel tipo ligure occidentale a mano a mano che ci si avvicina alla fascia costiera: il dialetto di Pigna in Val Nervia e quello di Triora in Valle Argentina, ad esempio, hanno conservato in tal senso soltanto alcune tracce, il primo per i continui contatti con Ventimiglia, il secondo in particolare perché Triora fu il capoluogo genovese della regione alpina interna, e subì di conseguenza un più netto influsso della parlata metropolitana.
In passato, in particolare in coincidenza della cessione di Briga e di Tenda alla Francia, nel 1947, era stata sostenuta l'attribuzione del brigasco e dei dialetti roiaschi al sistema dei dialetti occitani alpino-provenzali[3], mentre più recentemente in queste parlate è stata riconosciuta l'assoluta prevalenza di tratti fonetici, lessicali e morfologici di tipo ligure (Werner Forner[4], Jean-Philippe Dalbera[5] e Giulia Petracco Sicardi[6]).
Anche l'ipotesi di un'antica appartenenza di queste parlate al tipo provenzale, con successiva assunzione di tratti liguri, sostenuta in passato dall'antropologo Pierleone Massajoli[7] è stata ormai abbandonata: le parlate sono ormai da tempo considerate a tutti gli effetti di tipo ligure[8].
Classificazione legislativa in Francia
In Francia non esiste classificazione legislativa.
Classificazione legislativa in Italia
In Italia i dialetti di Briga Alta, Olivetta San Michele e delle frazioni Realdo, Verdeggia e Viozene sono stati dichiarati di parlata occitana[9] in base alla legge del 1999 in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche[10]: tale provvedimento attribuisce alle amministrazioni comunali la possibilità di dichiarare l'appartenenza delle popolazioni a un gruppo linguistico tra quelli riconosciuti come minoritari, con la possibilità quindi di accedere a particolari finanziamenti.[11]
Jean-Philippe Dalbera, "Le royasque: un ensemble dialectal aux confins de la langue d'oc et du ligurien", in J. Magail e J.P. Jaume (a cura di), Le site du Mont Bego de la protohistoire à nos jours. Actes du colloque de Nice (15-16 mars 2001), Nice 2005, pp. 135-144.
Werner Forner, "La fumée et le feu. À propos des tentatives de délimitation de l'aire occitane sud-orientale. Première partie: De 1850 à 1950", in P. Fabre (a cura di), Mélanges dédiés à la mémoire du Prof. Paul Roux, La Farlède (Association Varoise pour l'enseignement du provençal), 1995, pp. 155-180.
Werner Forner, "À propos du Ligurien Intémélien. La côte, l'arrière-pays", in Travaux du Cercle Linguistique de Nice, 7-8 (1985-1986), pp. 29-61; Werner Forner, "Areallinguistik I: Ligurien", in Lexikon der Romanistischen Linguistik (LRL), IV, Tübingen 1988, pp. 453-469; Werner Forner, "Géographie linguistique et reconstruction, à l'exemple du ligurien intémélien", in Actes du I Colloque International sur l'ancien provençal, l'ancien français et l'ancien ligurien, Nice sept. 1986 ("Bulletin du Centre de Romanistique et de Latinité Tardive"), Nice 1989, pp. 125-140; Werner Forner, "Fra Costa Azzurra e Riviera: tre lingue in contatto", in V. Orioles, Fiorenzo Toso (a cura di), Circolazioni linguistiche e culturali nello spazio mediterraneo. Miscellanea di studi, Recco 2008, pp. 65-90.
Jean-Philippe Dalbera, Les parlers des Alpes-Maritimes. Étude comparative. Essai de reconstruction. London 1994, Pubblicazione dell'Association Internationale d'Études Occitanes.
Giulia Petracco Sicardi, E. Azaretti, "Studi linguistici sull'anfizona Liguria-Provenza", in Dizionario Etimologico Storico Ligure, Alessandria 1989, a pp. 11-62, di Giulia Petracco Sicardi, Contributo alla definizione dell'anfizona Liguria-Provenza.
Pierleone Massajoli, è autore tra l'altro, con Roberto Moriani, di un Dizionario della Cultura Brigasca, I, Lessico, Alessandria 1991 (al quale ha fatto seguito nel 1996 il vol. II Grammatica).
La posizione del brigasco nel contesto ligure è accolta in tutte le principali pubblicazioni scientifiche: si veda ad esempio: M. Parry, M. Maiden (a cura di), The Dialects of Italy, London 1995, pp. 245-252; oppure la classificazione dei dialetti in Max Pfister, Lessico Etimologico Italiano. Supplemento bibliografico, Wiesbaden 2002: a p. 4: Ligure Alpino, comprende (citando solo quelle per le quali vi è documentazione accreditata) le parlate di Olivetta San Michele, Breglio/Breil-sur-Roya, Tenda/Tende e il brigasco, con le parlate di Morignolo/Morignole, Realdo, Verdeggia, Upega. Anche in area occitana si accetta normalmente questa classificazione: cfr. L. Revest, La langue d'oc ou langue occitaneArchiviato il 18 gennaio 2012 in Internet Archive. (consultabile on-line: il saggio esclude l'intera val Roia dall'area occitana in quanto "Une autre langue se parle dans le département, le royasque dans ses variantes villagesises: dans la vallée del la Roya. Aussi appelé ligurien alpin ou intémélien alpin".
"Approvato all'unanimità dal Consiglio Provinciale di Imperia, un importante ordine del giorno presentato da molti consiglieri e che ha visto come primo firmatario-proponente, il Vice Presidente del Consiglio Marco Bertaina. L'ordine del giorno si riferisce all'unica minoranza linguistica presente sul territorio regionale ligure e la più piccola in Italia. La minoranza linguistica, che appartiene alla famiglia occitana, si presenta nel comune di Triora e più precisamente nelle frazioni di Realdo e Verdeggia, nella sua variante cosiddetta "brigasca"." "Il brigasco la lingua appartenente alla famiglia occitana valorizzata dalla provincia di Imperia", Genovapress, 15/07/2007
Legge n.482 del 15 dicembre 1999.
Fiorenzo Toso, "Il brigasco tra classificazione scientifica e manipolazioni politico-amministrative"', in Intemelion. Cultura e Territorio, 14 (2008), pp. 103-134; Fiorenzo Toso, "Alcuni episodi dell'applicazione delle norme di tutela delle minoranze linguistiche in Italia", in Ladinia 32 (2008), pp. 165-222.
Bibliografia
(PDF) Fiorenzo Toso, Il brigasco e l'olivettese tra classificazione scientifica e manipolazioni politico-amministrative, in Intemelion. Cultura e territorio - Quaderno annuale di studi storici dell'Accademia di cultura intemelia, n. 14, anno 2008; consultabile online
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