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Il dialetto osimano (osemà) è un dialetto italiano parlato ad Osimo (Ancona) e in alcune località circostanti.

Voci principali: Osimo, Dialetti marchigiani.

Dialetto Osimano
Osemà
Parlato inItalia
Gruppi di emigrati osimani all'estero (Argentina, Belgio, Germania, Canada, USA)
RegioniMarche
Locutori
Totale~40.000
ClassificaNon nelle prime 100
Tassonomia
FilogenesiIndoeuropee
 Italiche
  Romanze
   mediani
    Dialetto osimano
Statuto ufficiale
Ufficiale in-
Regolato danessuna regolazione ufficiale
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1
Tutti l'òmmeni nasce libbri e cumpagni ntela dignidà e ntei diritti. Lora è/enne bboni a ragiunà e ci-ha 'na cuscenza, e s'ha da cumpurtà uno cu 'n antro cume se fusse fradelli.

Caratteristiche


(Dialetto osimano)

«Quelli, scì, ch'era tempi, lassa cûre,
che podéi dì cun orgòjo «So' Osimà!».
Adè, tutt'à gambiàdo, co' vô fà:
già, dal borgo nun 'rrîa più qui la costa,
ma va a fenì più sotta de la Posta.»

(IT)

«Quelli sì, che erano tempi, lascia correre,
in cui potevi dire con orgoglio «Sono osimano!».
Adesso, tutto è cambiato, che vuoi fare:
già, dal borgo non arriva più qui la salita,
ma va a finire più sotto delle Poste.»

(Gino Vinicio Gentili)

Il dialetto osimano fa parte dei dialetti della provincia di Ancona che generalmente fanno capo al dialetto anconitano e connessi all'umbro-romanesco. Questi dialetti si possono riconoscere in quattro sub-aree: anconitana in senso stretto, osimano-lauretana, jesina e fabrianese[1]. Nella sub-area dei comuni di Osimo e Loreto (che comprende anche le città di Castelfidardo e Porto Recanati) la diversità rispetto al dialetto del capoluogo è in gran parte dovuta, oltre alla maggiore vicinanza con l'area umbro-romanesca, anche all'amministrazione maceratese, che finì coll'Unità nazionale (1861), quando queste città (eccezion fatta per Porto Recanati) passarono sotto la provincia di Ancona[1]. È infatti facile trovare nell'osimano fenomeni non riscontrabili nel dialetto anconitano, che derivano dall'influsso maceratese. Allo stesso tempo, nella parlata di Osimo si ritrovano alcuni tratti che la accomunano alla confinante area jesina, come ad esempio la ravvisabile lenizione della consonante t e la pronuncia "toscana" di c dolce, fenomeni pressoché sconosciuti sia in area maceratese che nel capoluogo.

Come hanno sottolineato molti studiosi, questa compresenza di influenze eterogenee è attribuibile alla particolare posizione geografica del territorio osimano, situato al confine fra tre aree linguistiche macroscopicamente simili (perché appartenenti all'area marchigiana centrale) ma ben distinte, ovvero quella maceratese, quella dorica e quella jesina-fabrianese: collocazione che rende l'osimano un dialetto dotato di una sua sostanzialità, ma allo stesso tempo crocevia fra inflessioni diverse.

Quanto alla diffusione, si potrebbe definire "dialetto osimano" in senso stretto soltanto l'idioma parlato nel territorio comunale della città, considerando che le inflessioni delle aree vernacolari limitrofe si incontrano appena al di là dei confini delle frazioni: a nord Offagna, Polverigi e Agugliano, un tempo con influenze miste osimane e jesine, ospitano oggi cospicui influssi anconitani, a Santa Maria Nuova prevale il dialetto jesino, e infine a sud-est Castelfidardo risente del dialetto lauretano. Pur appartenendo alla stessa sub-area, il dialetto osimano e quello di Loreto non sono assimilabili per via della maggiore affinità del secondo al dialetto anconitano; al vernacolo lauretano mancano infatti una estesa lenizione della consonante t e la pronuncia toscana di c dolce. I comuni appena nominati sono perciò ascrivibili alla sub-area dialettale di Osimo, anche se il loro vernacolo non è definibile "osimano" in senso proprio, mentre i restanti comuni del circondario hanno invece basi dialettali chiaramente diverse: Recanati ma soprattutto Filottrano e Montefano sono senza dubbio prevalentemente maceratesi, come non c'è dubbio che Camerano sia anconitana, o addirittura gallica se si considera il suo vernacolo "storico". Infine il dialetto di Porto Recanati presenta da un lato un elemento tipicamente anconetano, quale il passaggio di tutte le -o in -u, che arriva ad estendersi anche a vocaboli terminanti con altre vocali, ad es. el maru per "il mare", ma dall'altro mantiene il passaggio da -NC- a -NG-, ad es.cingue, palanghe per "cinque, palanche", fenomeno ancora presente nello jesino, ma regredito nell'osimano e nel lauretano.

Questo quadro si arricchisce di ulteriori sfumature se si tiene presente che nella stessa Osimo, come accade diffusamente in tutta la regione, il dialetto parlato nel contado non è perfettamente sovrapponibile a quello usato all'interno della cinta muraria. Si noterà, pertanto, che in certe frazioni l'osimano si contamina già con i dialetti circostanti: nel popoloso abitato di Osimo Stazione, per esempio, si ravvisano i primi sentori dell'anconitano, mentre nella frazione Passatempo, situata al di là del Musone, la cadenza si avvicina un po' al maceratese.

C'è da dire infine che attualmente si può notare, nell'inflessione degli osimani delle ultimissime generazioni, e soprattutto nella parlata in lingua italiana, una sempre più accentuate tendenza ad "anconetanizzare", cioè ad assumere tratti linguistici tipici del capoluogo e considerati più "prestigiosi" perché più vicini all'italiano standard nonché al Centro-Nord d'Italia, come la resa sonora della s o una maggiore chiusura delle vocali. Ciononostante, studiosi e cultori del dialetto osimano continuano a buon diritto a sostenere che il loro vernacolo "tradizionale", ancora largamente diffuso, sia qualcosa di sostanzialmente separato dalla parlata del capoluogo marchigiano.

Nel sistema dei dialetti umbro-romaneschi il dialetto osimano si trova al confine tra la zona 1a (anconitano) e quella 1b (maceratese)
Nel sistema dei dialetti umbro-romaneschi il dialetto osimano si trova al confine tra la zona 1a (anconitano) e quella 1b (maceratese)

Differenze dal dialetto anconitano



Fonetica



Aferesi, apocope e altri fenomeni



Articoli determinativi


masch.+ z+ s impura+ r+ vocale+ altre
sing.'l (el)lolol''l (el)
es.'l ziolu sparólu ramol'amigoel cà
plur.iiij, l'i
es.i ziii sparói ramij/l'amighii cà
femm.+ conson.+ vocale
sing.lal'
es.la casal'amiga
plur.lel'
es.le casel'amighe

Pronomi personali soggetto


osimanoosimano
ioionoinó, nualtri, nuantri, nuà
tute, tuvoivó, vualtri, vuantri, v'altri, vuà
egliessilóra
ellalia, éssaesselóra, ésse

Flessioni verbali


Occorre premettere a questo punto che il dialetto osimano come quello anconitano impiega per la terza persona plurale, oltre ad una forma propria simile a quella italiana (mangiano > màgnene), anche la voce di terza persona singolare.

Indicativo presente: Si prenda come esempio la flessione verbale all'indicativo presente dei verbi esse (essere), (avere), magnà (mangiare), stènne (stendere), murì (morire), fenì (capire) e di alcuni verbi irregolari (potere, fare, dire, riempire, correre); il verbo avere è coniugato come ausiliare e non come verbo a sé stante poiché in questo caso diverrebbe écce (averci).

èssemagnàstennemurìfenì
homagnostennomorofeniscio
sai, sîhai, himagnistennimorifenisci
èhamagnastennemorefenisce
sémoémomagnamostennémomurimofenimo
sédeédemagnadestennédemuridefenide
ènne (è)hanne (ha)màgnene (magna)stènnene (stenne)mòrene (more)fenìscene (fenisce)
pudévulérempìcure
possovojofago, fodigorimpocuro
possivôifai, fîdighirimpicuri
polevole, vôfadicerimpecure
pudémovulémofamodimorempimocurimo
pudédevulédefadediderempidecuride
pòlene (pole)vòlene (vole)fanne (fa)dìcene (dice)rìmpene (rimpe)cùrene (cure)

Indicativo imperfetto: Si prenda come esempio la flessione all'indicativo imperfetto dei primi sei verbi sopra coniugati al presente.

èssemagnàstènnemurìfenì
eroêomagnâostennêomurîofenìo
eriêimagnâistennêimurîifenìi
eraêamagnâastennêamurîafenìa
èrimiêmiemagnâmiestennêmiemurîmiefenìmie
eriêimagnâistennêimurîifenîi
èrene (era)êene (êa)magnâene (magnâa)stennêene (stennêa)murîene (murîa)fenîene (fenîa)

Imperfetto rurale: Si tratta dell'imperfetto indicativo dei verbi andare, dare e stare coniugati secondo l'uso rurale, ben diverso dall'uso cittadino; infatti fuori dalle mura del centro l'imperfetto (anche congiuntivo) di questi verbi ha una flessione sul modulo di fare e dire (ad es. stava > stacêa, cfr maceratese stacîa).

Imperf. ruralendàstà
facêodicêondacêostacêodacêo
facêidicêindacêistacêidacêi
facêadicêandacêastacêadacêa
facêmiedicêmiendacêmiestacêmiedacêmie
facêidicêindacêistacêidacêi
facêene (facêa)dicêene (dicêa)ndacêene (ndacêa)stacêene (stacêa)dacêene (dacêa)

Il verbo andare


Nel dialetto osimano il verbo andare viene reso ndà o nnà, ma c'è anche la forma , diffusa solamente nel vernacolo rurale. Questa seconda forma proviene dal verbo latino IRE, che aveva il medesimo significato.

ndà, nnàind. pres.ind. imp.ind. pres.ind. imp.imperat.
vagondâo(vago)gîo (gèro)
vai, vîndâi(vai, vî)gîi (gèri)(va')
vandâa(va)gîa (gèra)
ndamo (nnamo)ndâmiegimogîmie (gèrimi)giamo
ndade (nnade)ndâigidegîi (gèri)giade
vanne (va)ndâene (ndâa)(vanne, va)gîene (gèrene)

Oltre alle forme gîo e gèro, nel dialetto rurale esiste anche la forma ndacêo dal tema di ndà. Il participio passato di è ggido. Gli imperativi giamo, giade manifestano tracce dei congiuntivi esortativi latini EAMUS e EATIS.


Costruzioni particolari



Lessico


In quanto a lessico il dialetto osimano è estremamente vario poiché, oltre a moltissimi termini riscontrabili anche nei dialetti marchigiani centro-meridionali, raccoglie altrettante espressioni utilizzate solo nella sub-area a cui appartiene o addirittura conosciute solo entro i suoi limiti comunali[4].

Esempi di lessico: barbì (mento), bardàscio (bambino), becìcchia (cispa), ciàccio (balbuziente), ciambotto (rospo), cunillo (coniglio), cuscì (così), lluccà (gridare), mariòla (coccinella), bréncio (acerbo), melàngola (cetriolo), mmóllo (bagnato), nguaccià (nascondere), nnèrto (spesso, robusto), pùppula (upupa), ramajòlo (mestolo), sbigià (scivolare), scì (sì), studà (spegnere), sulùstro (riverbero).


Rapporti con il latino


Segue una lista di esempi più evidenti di vocaboli che il dialetto osimano ha ereditato dalla lingua latina o che sono molto più vicini ad essa rispetto all'italiano.

latinoosimanoitalianolatinoosimanoitaliano
blastimārebiastimàbestemmiareadmodumammòoramai
consobrīnumcunsubrìcuginoningĭtnénguenevica
coxamcossacosciapapiliōnem (f)papelafarfalla
discrĭmen (n)scrimescriminaturapersicum (m)pèrcigo (m)pesca
exaurārescioràraffreddare[5]rabĭdumrabbìdorabbioso
gingīvamgingîagengivaverbo tegĕretéga (f)baccello
īregì (rur)andare
lacērtamlucèrtalucertola

La preposizione sa


Nel territorio comunale di Osimo, escludendo il centro urbano e la frazione di Passatempo, quindi in ambito più o meno rurale, è usata la preposizione sa (= con) al posto di quella parallela all'italiano, cioè cu'. A chi è già stato introdotto alle lingue antiche e alle radici indoeuropee questa preposizione potrebbe suonare simile a σύν/ξύν del greco antico, anch'essa significante con. La somiglianza non è casuale in quanto il dominio bizantino, al tempo dell'invasione longobarda nel nord Italia, avrebbe facilmente fatto da veicolo a termini di origine greca[1]. Dopotutto anche la preposizione cum latina deriva nient'altro che dalla radice *sem- dell'indeuropeo. Altre lingue tra le più evidenti che seguono la stessa radice sono il sanscrito sam e lo slavo [1]. La preposizione sa è usata oltre che nel dialetto di Osimo anche nelle città vicine e addirittura risale l'Adriatico, escludendo il centro di Ancona, fino a Rimini, ed è una testimonianza degli influssi gallo-italici sul substrato umbro-romanesco tipici dell'area anconetana.[1].

Il filologo tedesco Gerhard Rohlfs non cita invece il possibile influsso greco bizantino, ma ne riporta l'origine al latino, in particolare alla funzione strumentale/comitativa dell'ablativo:

«Questa preposizione è caratteristica per la zona marchigiana e di San Marino, dove viene usata nel significato di ‘con’ […]. La base è un antico *essa < ipsa (cfr. il lat. ipsa manu, ipso gladio).»

(Gerhard Rohlfs, Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti. Sintassi e formazione delle parole, Torino, Einaudi, 1969, p. 234, s.v. «Sa»)

Proverbi



Note


  1. Massimo Morroni, Vocabolario del dialetto osimano
  2. «Massignan l'ha funnatu i gran giganti»
    (Giuseppe Bartolucci “Miti e leggende del Conero anconitano” - Editore Parco del Conero, 2001)
  3. Eugenio Gioacchini, Quelo che voleva magnà come magnane i signori, su anconanostra.com.
    «È da quanne sò nate che me voie levà la soddisfaziong de magnà ‘na vò como magnene i signori»
  4. Carlo Grillantini, Saggi e studi sul dialetto osimano
  5. inteso come variare la temperatura di qualcosa (di solito un cibo) da calda a quella dell'ambiente

Bibliografia



Voci correlate



Collegamenti esterni


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