Il linguadociano, anche chiamato linguadocino o linguadocico (lengadocian in occitano, languedocien in francese), è una varietà dialettale della lingua occitana nella parte meridionale della Francia comprendente globalmente le provincie tradizionali della Linguadoca e della Guienna[2][3][4] (distretti di Aveyron, Lot, Lot e Garonna, Tarn e Garonna, Tarn, Aude, Hérault e parlato parzialmente in quelli di Lozère, Haute-Garonne, Ariège, Gard, Dordogna, Cantal, Pirenei Orientali).
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1 Totes los èssers umans naisson liures e egals en dignitat e en dreches. Son dotats de rason e de consciéncia e se devon comportar los unes amb los autres dins un esperit de fraternitat.
Diffusione del linguadociano nell'Occitania
Manuale
Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani il numero di locutori di questa lingua si aggirerebbe attorno ai 2 milioni di persone.
È un dialetto dell'occitano seconda la norma ISO 639-3.
Il linguadociano è stato talvolta denominato linguadociano-guyennese[5]. In rari casi, è servito a designare l'occitano nel suo insieme[6].
Ripartizione geografica
È parlato in Francia:
Nella regione Midi-Pyrénées (Aveyron, Lot, Tarn, Tarn e Garonna salvo la Lomagna, Ariège escluso il Couserans, Haute-Garonne eccetto i distretti di Saint-Gaudens e di Muret); il resto della regione parla il guascone.
Nella regione Linguadoca-Rossiglione (Aude, Hérault, Lozère, nelle porzioni ovest e nord del Gard e Fenouillèdes); il resto della regione parla l'occitano provenzale o il catalano.
Nella regione Aquitania (a sud della Dordogna, a est della Gironda, un terzo del nord-est del Lot e Garonna); il resto della regione parla occitano (limosino, guascone), basco o saintongeais.
Nella regione Alvernia (nel sud-ovest del Cantal, in particolare il carladézien); il resto della regione parla l'occitano settentrionale (alverniate, vivaro-alpino) o burbonese.
Nella regione limosina (la frangia sud della Corrèze); il resto della regione parla occitano (limosino, marchois) o francese.
Nella regione Rhône-Alpes (la metà meridionale dell'Ardèche), dominio del basso-vivaro, linguadociano nord-cévenol[7]; il resto della regione parla vivaro-alpino (per parte occitana) o arpitano.
Caratteristiche linguistiche
Le caratteristiche principali del linguadociano sono (senza considerare le parlate periferiche):
la conservazione delle occlusive finali: cantat[kanˈtat] (in provenzale: [kãnˈta]);
la conservazione della s finale: los òmes[luˈzɔmes] (in limosino: [luzɔˈmej]);
la caduta della n finale: occitan[utsiˈta] (in provenzale: [usiˈtãn]);
la non-palatalizzazione dei gruppi CA e GA: cantar, gal (in alverniate: chantar, jal);
la conservazione della -l finale non vocalizzata: provençal (in provenzale e in guascone: provençau);
la non-distinzione di b e v (betacismo): vin[bi] (in alverniate, limosino, provenzale: [vji], [vi], [vin]).
Nessuna di queste caratteristiche è esclusiva del linguadociano, che condivide con uno o diversi altri dialetti occitani — cosa che fa del linguadociano un dialetto allo stesso tempo centrale e conservatore. Per queste ragioni, è stato proposto da alcuni linguisti una standardizzazione dell'occitano a partire dal linguadociano[8][9].
Variazione
Dialetti e sotto-dialetti dell'occitano secondo D. Sumien[10]
Il linguadociano comporta un certo numero di variazioni, per cui la classificazione è ancora in atto.
Ronjat[11] fornisce tre sotto-gruppi:
il linguadociano orientale: alesiano, montpellieriano, lodevois, bitterois (quest'ultimo in transizione verso il linguadociano orientale)
il linguadociano occidentale: narbonese, carcassonese, tolosiano (includendo il fuxéen e il capcinois), albigese, montalbanese, agenais (quest'ultimo in transizione con il guyanese e il guascone)
il guyanese: rouergat, gevaudanese (Lozère, Cévennes), quercinois, aurillacois, sarladese, bergeracois
in un paragrafo separato[11], egli classifica anche il basso-vivarese nel linguadociano
Louis Alibert[12], utilizza da parte sua quattro suddivisioni:
Nella loro classificazione supradialettale dell'occitano, Pierre Bec e Domergue Sumien ripartiscono il linguadociano in uno o due insiemi supradialettali:
Classificazione supradialettale dell'occitano secondo P. Bec[13]Classificazione supradialettale dell'occitano secondo D. Sumien[14]
Pierre Bec colloca il linguadociano meridionale nell'aquitano-pyrénéen, e il resto dello spazio linguadociano nell'occitano centrale
Domergue Sumien colloca il linguadociano meridionale nell'aquitano-pyrénéen, e il resto dello spazio linguadociano nell'occitano centrale, raggruppando complessivamente le due parti nell'insieme preiberico.
Uso della lingua
In assenza di censimento linguistico, è difficile ottenere cifre precise sul numero di locutori. Le ultime indagini complessive sull'occitano forniscono un numero di locutori complessivo tra 500 000 e 700 000[15]. L'UNESCO, il solo organismo a trattare in modo indipendente il linguadociano, fornisce un numero di locutori intorno ai 500 000, considerando inoltre il dialetto in questione gravemente minacciato[16].
Note
codice generico (occitano)
Jean-Marie Klinkenberg, Des langues romanes. Introduction aux études de linguistique romane, De Boeck, 2ª edizione, 1999,
La lingua si divide in tre grandi aree dialettali: l'occitano settentrionale (limosino, alverniate, vivaro-alpino), l'occitano meridionale o mediano, che è il più vicino alla lingua médievale (linguedociano e provenzale in senso stretto) e il guascone (à ovest della Garonna). (Encyclopédie Larousse
Si distinguono diverse aree dialettali all'interno dell'occitano. [...]) A est del guascone e a sud del occitano settentrionale, una terza aerea, l'occitano meridionale, comprende il linguadociano, il provenzale e il nizzardo (Nizza). (EncartaArchiviato il 3 ottobre 2009 in Internet Archive.)
Jules Ronjat, Grammaire istorique des parlers provençaux modernes, Montpellier, 1930-1941
La préface du Dictionnaire languedocien-françois de l'abbé Sauvages indique ainsi: "la première de ces dénominations, ou celle de la Langue d'Oc, fut appliquée depui le milieu du XIII. siecle jusqu'à Charles VII; c'est-à-dire, pendant environ 300 ans, aux Provinces méridionales de la France dont nos Rois avoient nouvellement acquises et au langage qu'on y parloit. Cette même dénomination prise au dernier sens est au fond synonyme de celle de Languedocien. (...) D'où il résulte que non seulement le Provençal, mais généralement tous les idiomes gascons de nos Provinces méridionales, sont du ressort de ce dictionnaire; & qu'ils viendront, tout naturellement, se ranger sous le titre qu'il porte..." Ce dictionnaire est accessible en ligne: https://www.archive.org/details/dictionnairelan00sauvgoog
Ronjat: "l'habitus generale [dei dialetti basso-vivaro] da all'ascoltatore l'impressione di un linguedociano con cha, e l'analisi conferma questa impressione" (Grammaire [h]istorique des parlers provençaux modernes, tome IV, p. 46)
(FR) Cfr. Roger Teulat, Memento grammatical de l'occitan référentiel. Ed. Cap e cap, 1976, 12p.; Patric Sauzet, Compendi practic de l'occitan normat, CRDP, Montpellier, 1985; Jacme Taupiac, Gramatica occitana - gramatica elementària de l'occitan estandard, IEO, 1994.
(FR) Tuttavia, la maggioranza dei militanti o dei simpatizzanti dell'occitanismo sperano nella conservazione della diversità dialettale dell'occitano. Le politiche linguistiche misse in atto in Aquitania e nei Midi-Pyrénées rispettano questa diversità dialettale.
(FR) Jules Ronjat, Grammaire istorique des parlers provençaux modernes, t. IV, Appendice. Les dialectes. Index., Montpellier, 1941
(FR) Louis Alibert, Gramatica occitana segond los parlars lengadocians, Montpellier, 2ª edizione, 1976
(FR) Pierre BEC (1973), Manuel pratique d’occitan moderne, coll. Connaissance des langues, Paris: Picard
(FR) Domergue SUMIEN (2006), La standardisation pluricentrique de l'occitan: nouvel enjeu sociolinguistique, développement du lexique et de la morphologie, coll. Publications de l'Association Internationale d'Études Occitanes, Turnhout: Brepols
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