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La lingua romena o rumena[3][4][5], nota anche come dacoromeno (nome nativo limba română), è una lingua romanza balcanica appartenente al gruppo indoeuropeo, con forti influenze esterne, in particolare slave, specialmente a livello regionale.

Romeno, Rumeno
Română, Românește
Parlato in Romania
 Moldavia
 Serbia
 Russia
 Ucraina
 Ungheria
 Turchia
 Cipro
 Croazia
 Bulgaria
 Spagna
 Francia
 Italia
 Stati Uniti
 Canada
Locutori
Totale24,1 milioni (Ethnologue, 2022)
Classifica48 (2016)
Altre informazioni
ScritturaAlfabeto latino
TipoSVO + VSO flessiva
Tassonomia
FilogenesiLingue indoeuropee
 Lingue romanze
  Lingue italiche
   Romanze orientali
    Romeno
Statuto ufficiale
Ufficiale in Unione europea
 Romania
 Moldavia
 Grecia
 Serbia
Riconosciuta come lingua minoritaria in:
 Ungheria
 Ucraina
 Bulgaria
Regolato daAcademia Română ;

Academia de Științe a Moldovei

Codici di classificazione
ISO 639-1ro[1][2]
ISO 639-2(B)rum[1], (T)ron[1][2]
ISO 639-3ron (EN)
Glottologroma1327 (EN)
Linguasphere51-AAD-c
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1
Toate ființele umane se nasc libere și egale în demnitate și în drepturi. Ele sunt înzestrate cu rațiune și conștiință și trebuie să reacționeze unele față de altele în duhul fraternității.

Distribuzione geografica del romeno
Dialetti principali del romeno
Dialetti principali del romeno
Distribuzione dei madrelingua romeni per luogo di nascita
Distribuzione dei madrelingua romeni per luogo di nascita

Al 2022, è parlata da 24,1 milioni di parlanti totali[6].


Distribuzione geografica


La lingua romena viene parlata in Romania, Moldavia e in diverse parti della Serbia, Bulgaria, Russia, Ucraina e Ungheria. Gran parte dei suoi parlanti sono madrelingua.

È inoltre parlata dalle comunità dell'emigrazione romena all'estero, in particolar modo in Italia[7] e in Spagna[8]; come pure in Francia, Stati Uniti[9] e Canada[10].


Lingua ufficiale


Il romeno è lingua ufficiale della Romania[11], della Moldavia[12] e della provincia autonoma della Voivodina in Serbia[13].

Nello stato della Moldavia la lingua ufficiale è quella romena, ma dal punto di vista giuridico veniva definita lingua moldava, denominazione alternativa recepita anche nella nomenclatura ufficiale dei codici ISO 639[1][2]. Anche i dialetti romeni parlati in Moldavia sono affini a quelli parlati nella limitrofa regione storica della Moldavia romena, interna alla Romania.


Varietà


Con la denominazione di lingua romena s'intende, tout court, solo una delle quattro varietà costituenti la famiglia linguistica romena, l'unica sopravvissuta delle due – l'altra è il dalmatico – che formavano il balcanoromanzo; suddetta varietà è il dacoromeno.

Le lingue del gruppo romeno sono quattro: dacoromeno (o romeno), aromeno (o macedoromeno), meglenoromeno (o meglenitico) e istroromeno.

Il dacoromeno (dal nome della provincia romana della Dacia, corrispondente a una buona parte dell'attuale Romania) è lingua ufficiale di due stati, la Romania e la Repubblica di Moldavia. Le altre tre lingue, anche note per la loro posizione come lingue romene sub-danubiane, sono parlate come lingue minoritarie (più o meno riconosciute e tutelate) in varie aree dei Balcani: Grecia (meglenoromeno e aromeno), Albania (aromeno), Macedonia del Nord (meglenoromeno e aromeno), Bulgaria (meglenoromeno e aromeno), Turchia (meglenoromeno) e Croazia (istroromeno); in Romania, in particolare in Dobrugia, sul Mar Nero, esistono importanti colonie aromene e meglenoromene.

L'aromeno è l'unica lingua romena sub-danubiana relativamente alla quale si possa parlare di una forte coscienza linguistica, per la quale esistano tentativi seri di normativizzazione e che possa vantare una certa tradizione letteraria; per questo e per la notevole differenza strutturale di questo idioma rispetto al "fratello maggiore" dacoromeno, alcuni linguisti sono inclini a considerare l'aromeno come una lingua romanza a sé, separata e allo stesso livello della famiglia romena e del dalmatico.

Il moldavo è considerato dalla maggior parte degli standard (Ethnologue-15) solo una variante del nome del romeno usato in Moldavia[14].


Origini e struttura


Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della lingua romena.

Il primo documento scritto in romeno sopravvissuto fino alla nostra epoca è una lettera del 1521, chiamata Lettera di Neacșu. Si tratta di un messaggio inviato da Neacșu Lupu, mercante di Câmpulung, a Johannes Benkner, principe di Brașov, contenente un avvertimento circa un'imminente invasione turca della Transilvania e della Valacchia. Nella lettera risultano immediatamente evidenti i prestiti slavi, dovuti ai molti secoli di stretti contatti con gli Slavi, sebbene sia chiara la radice latina della lingua usata nella lettera.

Le parole di origine latina, secondo alcuni linguisti, rappresenterebbero l'82%, con una frequenza assoluta del 60%. Tra le 112 unità di testo, 47 parole di origine latina possono anche essere trovate in altre 7 lingue romanze[15]. Secondo un'altra fonte, oggi il lessico romeno conterrebbe l'80% di elementi latini ed elementi di altre lingue secondo il seguente schema[16]:

Fra tutte le lingue romanze, il romeno presenta un'evoluzione maggiormente naturale; ha infatti un carattere piuttosto popolare poiché non è stata interrotta nel suo sviluppo da una letteratura classica in senso stretto; questo spiega, fra l'altro, il fatto che questa lingua possieda una quantità importante di vocaboli e forme latine che nelle altre lingue romanze non esistono più.


Variazioni dialettali


Il romeno ha più dialetti. Tutti sono simili alla lingua ufficiale, essendo minimali le differenze. Cambia spesso il suono di alcune vocali prendendo una forma gutturale. Un'altra differenza può essere l'aggiunta di una vocale.


Il munteno


Questa è la parlata che somiglia di più alla lingua ufficiale. La differenza principale è la scomparsa della lettera l nell'articolo. Si parla nelle regioni storiche di Muntenia e Dobrugia. Le più importanti forme regionali sono:


L’olteno


Questa varietà si parla nella regione storica dell’Oltenia. Ciò che la distingue dal munteno è l’uso del passato remoto che alterna il passato prossimo nel linguaggio corrente. Il passato remoto viene usato per un’azione appena compiuta, mentre il passato prossimo si usa in tutte le altre azioni passate da almeno un’ora. Per questo tempo verbale in Oltenia c’è una forma speciale per il verbo a fi ‘essere’, quindi il passato remoto ha due forme (l’altra omette la sillaba centrale -se-):


Il banatico


Questo è della regione storica del Banato. La caratteristica principale è la modifica della ț in c palatale (come in «cielo»): ad esempio la parola țuică ‘acquavite’ in romeno standard si pronuncia /ts'uikə/, nel Banato si pronuncia /tsi'uika/; romeno standard fecior → banatico fișior (fiscior). Dal ce faci ‘che fai’ diventa șe fași ‘sce fasci’


L'ardealiano


Questo si parla nelle regioni storiche di Ardeal e Crișana (queste due regioni insieme al Maramureș e al Banato formano la Transilvania). Le caratteristiche dell'ardealiano:


Il moldavo


Lo stesso argomento in dettaglio: Lingua moldava.

È il dialetto più lontano dalla lingua ufficiale. Si parla nelle regioni di Moldavia e Bessarabia (perlopiù occupata dall'attuale stato di Moldavia). Le sue caratteristiche sono:


Caratteristiche evolutive


Alcuni dei principali cambiamenti fonetici:


Lingue affini


Fra le lingue affini e dialetti interni alla lingua romena sono da segnalare la lingua aromena (o macedoromeno), la lingua meglenoromena (o meglenitico), parlata in Grecia nell'area di Salonicco e in Macedonia del Nord, e la lingua istroromena (o istroromeno), parlata nella penisola istriana, oggi in via di estinzione. Il moldavo invece, da alcuni standard (Ethnologue-15, ma non ISO639-3), non è considerato una lingua a sé, ma una variante nel nome del romeno usato in Moldavia.


Fonologia



Vocali


La lingua romena ha sette fonemi vocalici:

Anteriori Centrali Posteriori
Chiuse i ɨ u
Medie e ə o
Aperte a

Semivocali


Nella lingua romena esistono quattro semivocali /e̯/, /i̯/, /o̯/, /u̯/:

Le semivocali /e̯/ ed /o̯/ precedono sempre la vocale del dittongo, mentre /i̯/ e /u̯/ la possono precedere o seguire, costituendo dunque dittonghi ascendenti e discendenti.


Consonanti


Il sistema consonantico romeno
Bilabiali Labiodentali Dentali Postalveolari Velari Glottali
Nasali m n
Occlusive p   b t   d k   ɡ
Affricate ts       
Fricative f   v s   z ʃ   ʒ h     
Vibranti r
Approssimanti l

Alfabeto e pronuncia


Lo stesso argomento in dettaglio: Ortografia della lingua romena.

L'alfabeto romeno contiene 31 lettere. Nella tabella sotto si spiega la pronuncia puntuale di ogni suono, digrafo e/o combinazione particolare.

Lettera o

digrafo

Trascriz.

IPA

Spiegazione
a/a/ È una "a" di albero.
ă/ə/È una vocale neutra, cioè la schwa, ottenibile immaginando di declamare le consonanti dell'alfabeto ("a, bi, ci, di, e, effe, gi...") senza il nome della lettera e conservando solo il suono ("a, b, c, d, e, f, g..."). Questo suono, per esempio, si può trovare a fine parola, e.g. galeră, lanternă, romanică (romanica), limbă (lingua), ăsta (questo). Volendo, si può pensare come una "a" molto ridotta, lenita e defonologizzata.
â; î-, -î/ɨ/È una "i" di pila, ma non con la punta della lingua vicino al palato, ma con il dorso della lingua volto vicino all'incavo del palato. Il suono, presente anche in russo e polacco ("y"), si approssima bene immaginando di pronunciare la "i" tenendo una penna tra i denti, come un cane che tiene un osso tra le fauci. Questa lettera si trova sempre all'interno della parola. Se a inizio o alla fine, si scrive î per ragioni meramente estetiche. Un esempio è "în" (in). Notare gli accenti circonflessi, che mostrano bene come il suono sia una vocale centrale e non anteriore o posteriore. Di contro, lo svolazzo sopra la "a" segnala il fatto che la vocale è neutra, è una sorta di "a" lenita. In tedesco, norvegese e medio inglese la schwa si trova nella -e non accentata. Infine, prima di una riforma ortografica del 1904, la vocale alta centrale era rappresentata da 5 lettere tutte con l'accento circonflesso: â, ê, î, ô (rara), û. Durante il governo comunista, dal 1953 al 1993, venne imposta in ortografia solo la î: fu successivamente stabilito che la â sarebbe rimasta solo nel nome "România". Questa riforma è stata abolita e dal 1993 restano solo -â-, î.
e; e- /e/; /je/- È una "e" di meringa. In poche parole in romeno, a inizio parola diventa un dittongo, una "ie" di iena: el, ei, este, eram... Un buon dizionario disambigua la pronuncia irregolare a inizio parola. Anticamente si usava pure una ĕ pronunciata sempre come vocale neutra /ə/ ma che disambiguava molto bene l'etimologia: se la vocale neutra in latino derivava da un'antica "a", si usava ă; se derivava da un'antica "e", si usava ĕ, e.g. împărat < împĕrat < imperator.
i /i/; /j/- È una "i" di pila, vocale anteriore.
o /o/ È una "o" di occhio, vocale arrotondata/procheila. Una vocale arrotondata si pronuncia cioè con le labbra arrotondate fino a formare un cerchiolino, senza per forza sporgerle verso l'esterno. Anticamente si usava una "ó" /oa/ per indicare che l'odierno dittongo "oa" derivava da una parola latina con la vocale "o" /o/ che successivamente è stata mutata in un dittongo, e.g. foarte < fórte < forte.
u; ü /u/; /y/ È una "u" di ultimo, vocale arrotondata. In rari prestiti dal francese e in parole tedesche con "ü" (l'umlaut/dieresi/tréma sulla "u"), se si ricalca in modo fedele la pronuncia originale, diventa una "i" di piccolo ma arrotondata (i parlanti incolti possono approssimarla e accomodarla come il dittongo /ju/). Anticamente, era pure presente la vocale -ŭ, perlopiù muta e usata solo a fine parola. Se pronunciata, di solito rappresentava i dittonghi "eu, au", anticamente scritti "eŭ, aŭ". Oggi si vede talvolta nella grafia antica del nome di un famoso poeta simbolista romeno vissuto tra Ottocento e Novecento, Mateiu Caragiale (Mateiŭ Caragiale), autore del "Craii de Curtea-Veche" (1929).
b/b/ È una "b" di balena, consonante sonora. Una consonante si dice "sonora" se il palmo della mano intorno alla gola sente le vibrazioni delle corde vocali. Si paragonino "fffff" e "ssss" con "mmm" e "vvvvv".
ca, co, cu/k/- È una "c" di cane, consonante sorda.
ce, ci /t͡ʃ/- È una "ci" di cielo, consonante sorda. La pronuncia cambia a causa di una palatalizzazione innescata dalla presenza delle due vocali anteriori -e, -i. La palatalizzazione è presente pure in italiano, francese, spagnolo (ma non con la lettera "g"), portoghese, inglese, polacco. Se la parola finisce in -ci non accentata, la /i/ può cadere in pronuncia. In più, nella grafia arcaica, le parole che finivano in -ci (e altre ancora in -i) venivano scritte come -cĭ, in cui il diacritico sulla "i" rimarcava la palatalizzazione (e.g. grecĭ, lupĭ, > greci, lupi). Oggi la -ĭ non fa più parte dell'alfabeto. Infine, nelle combinazioni -cce- e -cci-, la doppia si pronuncia /kt͡ʃ/: è come se si dividesse in due, con il secondo suono palatalizzato. Tutte le altre combinazioni non esistono in romeno, eccetto nei prestiti. "cc" è l'unico raddoppio presente in parole romene che non sono prestiti.
che, chi /k/- È una "che" di chela, consonante sorda. La "h", come in italiano, è un espediente ortografico che segnala l'assenza della palatalizzazione.
d/d/ È una "d" di dente, consonante sonora.
f/f/ È una "f" di farfalla, consonante sorda.
ga, go, gu/g/- È una "g" di galera, consonante sonora.
ge, gi /dʒ/- È una "ge" di gelato, consonante sonora. Anche qui, come in italiano e altre lingue, avviene una palatalizzazione. Se la parola finisce in -gi non accentata, la /i/ può cadere in pronuncia. La "gg" doppia non esiste in romeno.
ghe, ghi /g/- È una "ghi" di ghiro, consonante sonora. Anche qui, la "h" segnala tramite grafia l'assenza della palatalizzazione.
h; -h~/h/; -/x/ È un'aspirazione sorda, come nell'inglese "have" e in tedesco (in molte altre lingue, come italiano, spagnolo, portoghese, catalano e francese, è muta). L'aspirazione viene plasmata in base alla vocale successiva. Il caso più eclatante è quello di /u/: qui la /h/ si rimodella in una /x/, cioè una "c" di cane senza contatto tra organi. Lo stesso suono si sente se "h" è a fine parola. Attenzione ai digrafi ch- e gh-.
j/ʒ/È una "gi" di giorno, sonora e senza contatto tra organi. Lo stesso suono è presente pure in francese e in arabo standard colloquiale.
k/k/ È una "k" di koala, consonante sorda. Si trova in prestiti linguistici.
l/l/ È una "l" di leva, consonante sonora.
m/m/È una "m" di mano, consonante sonora. Nella combinazione -mf-, per un fenomeno di assimilazione la /m/ muta nel suono labiodentale /ɱ/: è cioè una "m" pronunciata con gli incisivi dell'arcata superiore a contatto con il labbro inferiore, come nell'italiano anfora.
n/n/È una "n" di nave. Nelle combinazioni -nc-, -ng- e -nh-, la /n/ sempre per assimilazione si accomoda alla consonante seguente e si rimodella in una /ŋ/: è cioè una /n/ pronunciata non con la punta della lingua, ma con il dorso della lingua, come nell'italiano panca e fango. Si ottiene dunque /ŋk/, /ŋg/ e la pronuncia fissa /ŋx/. Non avvengono nasalizzazioni, come in portoghese e francese.
p/p/ È una "p" di palla, consonante sorda.
q(u)-/k/ È una "c" di cane, consonante sorda. Si trova in prestiti linguistici e solitamente è seguita da un dittongo che inizia con "u". Siccome i prestiti sono perlopiù spagnoli e francesi, la "u" nel dittongo non si pronuncia. Se in più il prestito è francese e finisce in -que, si sente solo la -/k/ (e.g. époque, Monique).
r; -r-/r/; -/ɾ/- È una "r" di parco, consonante sonora. Se a inizio e fine parola, è polivibrante; se intervocalica e prevocalica, si riduce in una "r" monovibrante come nell'italiano arare e nell'inglese statunitense city, better. In romeno non esiste "rr", reperibile solo in prestiti.
s/s/ È una "s" di senza, consonante sorda.
ș/ʃ/È una "sci" di scienza, consonante sorda. Per scriverla, i romeni usano una sola lettera, la "s", che però è modificata con il gancetto o virgoletta in basso. Non è una cedilla direttamente attaccata alla lettera, da cui si otterrebbe la variante ş. Quest'ultima è diffusa ma, in una visione prescrittiva (e non descrittiva) della lingua, è una grafia scorretta. La variante è nata per la mancanza della virgoletta in basso nei font per computer, per la mancanza di una standardizzazione iniziale e forse anche per la somiglianza dei due diacritici. Anche la variante "sh", comoda da scrivere e diffusa, è considerata scorretta.
t/t/ È una "t" di tavolo, consonante sorda.
ț/ts/ È una zz di quando devi dire pizza
v/v/ È una "v" di vela, consonante sonora.
w/w/-, /v/- È una "u" di quaglia, cioè la semivocale alta arrotondata /w/-, oppure una "v" di vela, consonante sonora. Si trova in prestiti linguistici laddove nel prestito è presente un dittongo e la pronuncia corretta deriva dal prestito. Per esempio, se il prestito deriva dal tedesco, sarà /v/.
x/ks/; -/gz/- A inizio e fine parola (tranne nei prestiti francesi, in cui è muta) e in posizione preconsonantica (e.g. xenofobia, expresie) è una "cs" di clacson: è un cluster consonantico a due membri sordo. Se intervocalica, si sonorizza in /gz/.
y/j/- È una "i" di iena, cioè la semivocale alta /j/-. Si usa in prestiti linguistici laddove nel prestito è presente un dittongo.
z/z/È una "s" di senza ma sonorizzata, cioè con l'aggiunta delle vibrazioni delle corde vocali. In alternativa, si può pensare come una "z" di zanzara sonora ma senza contatto tra organi. Questo suono è presente pure in portoghese, francese e in arabo standard. Anticamente, si usava una lettera d̦ (una "d" con un punto sotto) pronunciata come /z/ per indicare come il suono /z/ derivava da una parola latina che iniziava in /d/ poi lenita, e.g. zece (dieci) < d̦ece < decem; zi < d̦i < dies.

In conclusione, si aggiunge che nelle parole ortograficamente identiche ma con diversa posizione dell'accento tonico (si pensi all'italiano "ancóra" VS "àncora" o "calamìta" VS "calamità"), si può usare un accento acuto per disambiguare il significato, e.g. cópii ("le copie") VS copíi ("bambini"), éra ("l'era") VS erá ("era"), ácele ("aghi") VS acéle ("questi") e încúie ("lui rinchiude") VS încuié ("lui rinchiuse"). A volte questi accenti acuti invece derivano dal fatto che la parola è un prestito e dunque riflettono la conservazione della grafia originale, e.g. bourrée.

Si aggiunge pure che in romeno colloquiale esiste un click (cioè un suono prodotto senza flusso d'aria dai polmoni) presente pure in italiano: "tsk-tsk", equivalente a una "ci" di ciao ma pronunciata immaginando di succhiare la punta della lingua. Il click, scritto "nț" se singolo, si usa per dire di no ("nu") insieme all'esclamazione îm-îm o m-m, non più click e corrispondente all'italiano "mh-mh"; se i click sono due e scritti "tț", esprimono una generica disapprovazione.

Infine, un'ulteriore esclamazione è prodotta da una consonante sonora vibrante e bilabiale, cioè prodotta facendo vibrare entrambe le labbra: è /ʙ/, che alla lontana corrisponde all'italiano "brrrrr" per indicare il freddo pungente.

In romeno, l'accento tonico (copè in pronuncia) di solito si trova in fondo alla radice e non colpisce mai le vocali nella desinenza, inflessione ecc. Nella coniugazione dei verbi ci possono essere degli spostamenti di accento. Quello più noto e plateale è la terza persona singolare al presente e passato remoto, che crea pure un'omografia sbrogliata con l'accento (si può segnare pure se sulla vocale è già presente un diacritico. Semplicemente, l'accento acuto si segna sopra il diacritico).


Grammatica



Sostantivo


Ha tre generi: femminile, maschile e neutro.

Il romeno ha una grammatica particolare, diversa da quella delle lingue italo-occidentali: l'articolo determinativo si mette alla fine della parola; si parla quindi di articolo enclitico.

-ul : omul (l'uomo)
-l : boul (il bue)
-i : oamenii (gli uomini)
boii (i buoi)
-le : președintele (il presidente)
-i : președinții (i presidenti)
-a : fata (la ragazza)
-le : fetele (le ragazze)
-ea : marea (il mare)

Nota: mare (il mare) era neutro in latino, da allora il genere neutro si è estinto, perciò ora mare è maschile in italiano, femminile in romeno.

-le : mările (i mari)

In romeno esistono declinazioni per i casi dativo, genitivo e vocativo, diverse dalle forme per il nominativo e l'accusativo

Caso Singolare (indefinito) Singolare (definito) Plurale (indefinito) Plurale (definito)
Nominativo om omul oameni oamenii
Genitivo (a, al, ai, ale) unui om (a, al, ai, ale) omului (a, al, ai, ale unor) oameni (a, al, ai, ale unor) oamenilor
Dativo unui om omului unor oameni oamenilor
Accusativo pe un om pe omul pe nişte oameni pe oamenii
Vocativo omule omule oamenilor oamenilor
Caso Singolare (indefinito) Singolare (definito) Plurale (indefinito) Plurale (definito)
Nominativo fată fata fete fetele
Genitivo (a, al, ai, ale unei) fete (a, al, ai, ale unei) fetei (a, al, ai, ale unor) fete (a, al, ai, ale unei) fetelor
Dativo unei fete fetei unor fete fetelor
Accusativo pe o fată pe fata pe nişte fete pe fetele
Vocativo fato fato fetelor fetelor

Verbo


Il romeno ha otto modi verbali: indicativo, congiuntivo, imperativo, condizionale, gerundio, participio, supino e infinito. I verbi sono divisi in quattro coniugazioni, a seconda di come termina l'infinito: -a, -ea, -e, ed -i.

L'infinito del verbo si forma con la particella a ("di"), messa prima del verbo.

Esempio: a arunca (gettare)

eutuel/eanoivoiei/ele
Presente (prezent)aruncarunciaruncăaruncămaruncațiaruncă
Futuro (viitor)voi aruncavei aruncava aruncavom aruncaveți aruncavor arunca
Futuro anteriore (viitor anterior)voi fi aruncatvei fi aruncatva fi aruncatvom fi aruncatveți fi aruncatvor fi aruncat
Passato remoto (perfect simplu)aruncaiaruncașiaruncăaruncarămaruncarățiaruncară
Passato prossimo (perfect compus)am aruncatai aruncata aruncatam aruncatați aruncatau aruncat
Imperfetto (imperfect)aruncamaruncaiaruncaaruncamaruncațiaruncau
Trapassato (mai mult ca perfect)aruncasemaruncaseșiaruncasearuncaserămaruncaserățiaruncaseră
eutuel/eanoivoiei/ele
Presente (prezent)să aruncsă aruncisă aruncesă aruncămsă aruncațisă arunce
Perfetto (perfect)să fi aruncatsă fi aruncatsă fi aruncatsă fi aruncatsă fi aruncatsă fi aruncat
eutuel/eanoivoiei/ele
Presente (prezent) aruncaai aruncaar aruncaam aruncaați aruncaar arunca
Perfetto (perfect) fi aruncatai fi aruncatar fi aruncatam fi aruncatați fi aruncatar fi aruncat
tu aruncă
voi aruncați

Lessico



Colori


romenoitaliano
negrunero
albbianco
albastrublu
roșurosso
galbengiallo
grigrigio
verdeverde
portocaliuarancione
maromarrone
mov, violetviola

Numeri


1unu11unsprezece (unșpe)
(lit. uno verso dieci)
2doi12doisprezece (doișpe)
3trei13treisprezece (treișpe)
4patru14paisprezece (paișpe)
5cinci15cincisprezece (cinșpe)
6șase16șaisprezece (șaișpe)
7șapte17șaptesprezece (șaptișpe)
8opt18optsprezece (optișpe)
9nouă19nouăsprezece (noușpe)
10zece20douăzeci (douăzeci)

Frasario esemplificativo


"Romeno" (persona): "Român"
"Ciao": "Salut" o "Bună"
"Come stai?": "Ce mai faci?" (abbreviazione "Ce faci?")
"Come ti chiami?": "Cum te numești?" / "Cum te chemi?"
"Arrivederci": "La revedere"
"Ci vediamo": "Pa" / "Ne vedem"
"Per piacere": "Vă rog frumos"
"Mi dispiace": "Îmi pare rău"
"Grazie": "Mulțumesc" / "Mersi"
"Prego": "Cu plăcere"
"Sì": "Da"
"No": "Nu"
"Non capisco": "Nu înțeleg"
"essere": "a fi" (sunt, ești, este / e, suntem, sunteți, sunt)
"avere": "a avea" (am, ai, are, avem, aveți, au)
"fare": "a face" (fac, faci, face, facem, faceți, fac)
"dire": "a zice" (zic, zici, zice, zicem, ziceți, zic)
"Dov'è il bagno?": "Unde este baia?"
"Parli italiano?": "Vorbești italiana?"
"Parla (Lei) italiano?": "Vorbiți italiana?"
"Complimenti": "Felicitări"
"Dove vai questa sera?": "Unde mergi în seara asta?"
"Io rimango a casa, ho tante cose da fare": "Eu rămân acasă, am multe lucruri de făcut"
"Ti amo": "Te iubesc"
"Andiamo a lavorare ": "Mergem să muncim"
"Ci sentiamo": "Ne mai auzim"
"felice": "fericit"
"bello": "frumos"
"brutto": "urât"
"lacrima": "lacrimă"
"casa": "casă"
"freno": "frână"
"monte": "munte"

Note


  1. (EN) Codes for the Representation of Names of Languages, su loc.gov, Library of Congress. URL consultato il 1º agosto 2011 (archiviato il 28 aprile 2019).
  2. (EN) Documentation for ISO 639 identifier: mol, su sil.org, SIL International. URL consultato il 1º agosto 2011 (archiviato l'11 ottobre 2012).
  3. In italiano i due termini sono equivalenti, anche se la lemmatizzazione dei lessici successivi al 2010 (cfr. ad esempio il Devoto-Oli 2012, o il Vocabolario Treccani) privilegia la dizione "romena".
  4. romèno in Vocabolario, su Treccani.it. URL consultato il 19 settembre 2020 (archiviato il 4 marzo 2021).
  5. Matilde Paoli, Si dice romeno o rumeno? - Consulenza Linguistica, su AccademiaDellaCrusca.it, 14 ottobre 2013. URL consultato il 19 settembre 2020 (archiviato il 28 ottobre 2020).
  6. (EN) What are the top 200 most spoken languages?, su Ethnologue, 3 ottobre 2018. URL consultato il 27 maggio 2022.
  7. Rapporto Istat - La popolazione straniera residente in Italia al 1 gennaio 2010 (PDF), su istat.it. URL consultato il 21 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2010).
  8. Instituto Nacional de Estadística: Avance del Padrón Municipal a 1 de enero de 2010. Datos provisionales. (PDF), su ine.es. URL consultato il 21 maggio 2010 (archiviato il 23 giugno 2017).
  9. US census Bureau, su factfinder.census.gov. URL consultato il 21 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2020).
  10. target audience - Demographic Information - Sarmis ROMEDIA, su www12.statcan.ca. URL consultato il 21 maggio 2010 (archiviato il 24 dicembre 2018).
  11. Romania, su The World Factbook, Central Intelligence Agency. URL consultato il 5 luglio 2013 (archiviato il 15 maggio 2020).
  12. Moldova: il romeno, lingua ufficiale, su rri.ro. URL consultato il 19 marzo 2014 (archiviato il 20 marzo 2014).
  13. Basic facts about Vojvodina, su viplc-backatopola.com. URL consultato il 5 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2013).
  14. Per la problematica lingua romena/moldava cf in francese Republica Moldova, un Etat en quête de nation, Paris : Non Lieu, 2010, pp. 169-213
  15. Ion Rotaru, Cuvintele bătrâne românești, Bucarest, 1981, p. 62–65.
  16. Marius Sala et alii (coord), Vocabularul reprezentativ al limbilor romanice, Bucarest, Editura Științifică și Enciclopedică, 1988, p. 19–79.

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Controllo di autoritàThesaurus BNCF 157 · LCCN (EN) sh85115036 · GND (DE) 4115807-6 · BNE (ES) XX531452 (data) · BNF (FR) cb11936910q (data) · J9U (EN, HE) 987007543593105171 · NDL (EN, JA) 00569805
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[de] Rumänische Sprache

Rumänisch (Eigenbezeichnungen: română [ro'mɨnə], românește [romɨ'neʃte], limba română ['limba ro'mɨnə]) ist eine romanische Sprache und somit Teil des italischen Zweigs der indogermanischen Sprachfamilie. Rumänisch ist im weiteren Sinne ein Überbegriff für die vier Sprachen Dakorumänisch, Aromunisch, Meglenorumänisch und Istrorumänisch und bezeichnet im engeren Sinne nur das Dakorumänische. Die vier Sprachen bilden zusammen mit dem ausgestorbenen Dalmatischen die Gruppe der balkanromanischen Sprachen. (Dako-)Rumänisch ist die Amtssprache Rumäniens und der Republik Moldau. Insgesamt wird es von 34 Millionen Menschen gesprochen, wovon rund 30 Millionen Muttersprachler sind.[6] In der Republik Moldau wurde Rumänisch von 1994 bis 2013 als „Moldauisch“ bezeichnet, woran die Region Transnistrien weiterhin festhält.

[en] Romanian language

Romanian (obsolete spellings: Rumanian or Roumanian; autonym: limba română [ˈlimba roˈmɨnə] (listen), or românește, lit. 'in Romanian') is an Eastern Romance language spoken by approximately 22–26 million people[3][4] as a native language, primarily in Romania and Moldova, and by another 4 million people as a second language.[5][6] According to another estimate, there are about 34 million people worldwide who can speak Romanian, of whom 30 million speak it as a native language.[7][need quotation to verify] It is an official and national language of both Romania and Moldova and is one of the official languages of the European Union.

[es] Idioma rumano

El rumano (autoglotónimo: limba română, IPA ['limba ro'mɨnə]) o dacorrumano es una lengua indoeuropea que pertenece a la rama oriental de las lenguas romances, siendo en la actualidad la quinta lengua romance más hablada del mundo después del español, el portugués, el francés y el italiano. Dentro de la Unión Europea, de la que es lengua oficial, ocupa el cuarto puesto entre las lenguas romances y el séptimo en general.

[fr] Roumain

Le roumain (en roumain : română) est une langue appartenant au groupe des langues romanes orientales de la branche romane de la famille des langues indo-européennes. Il est couramment parlé par environ 28 millions de locuteurs (24 millions, appelés roumanophones par les linguistes, en tant que langue maternelle) et 4 millions en tant que langue seconde[1], principalement en Roumanie et en Moldavie.
- [it] Lingua romena

[ru] Румынский язык

Румы́нский язы́к (называемый также дако-румынским[3], самоназвание — Limba română, ['limba ro’mɨnə]; ранее также валашский, влашский, волошский, валахо-молдавский язык[4]) — индо-европейский язык, входящий в балкано-романскую подгруппу романских языков. Является пятым по распространённости языком романской группы после испанского, португальского, французского и итальянского. Из-за типологических различий в сравнительной лингвистике именуется также дако-румынским[5]. Имеет официальный статус в Румынии (где он является родным и основным разговорным языком для большинства населения) и Республике Молдова (в соответствии с решением Конституционного суда)[6][7]. Некоторые современные лингвисты[8] считают, что «румынский» и «молдавский» являются разными названиями (лингвонимами) одного языка[9], в то время как иные источники[10][11][12] молдавский считают самостоятельным восточно-романским языком[13].



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