L'inglese (in inglese: English, /ˈɪŋglɪʃ/) è una lingua indoeuropea appartenente al ramo occidentale delle lingue germaniche, assieme all'olandese, all'alto e basso tedesco e al frisone, con i quali conserva ancora un'evidente parentela.
Inglese English | |
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Parlato in | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Locutori | |
Totale | 1,452 miliardi (2022) |
Classifica | 3 (2021) |
Altre informazioni | |
Scrittura | Alfabeto latino |
Tipo | SVO + VSO analitica – accusativa (ordine semilibero) |
Tassonomia | |
Filogenesi | Lingue indoeuropee Germaniche Occidentali Anglo-frisoni Inglese |
Statuto ufficiale | |
Ufficiale in | vedi qui |
Codici di classificazione | |
ISO 639-1 | en
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ISO 639-2 | eng
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ISO 639-3 | eng (EN)
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Glottolog | stan1293 (EN)
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Linguasphere | 52-ABA
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Estratto in lingua | |
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1 All human beings are born free and equal in dignity and rights. They are endowed with reason and conscience and should act towards one another in a spirit of brotherhood. | |
![]() Paesi dove l'inglese è la lingua nazionale o la lingua madre della maggioranza Paesi dove l'inglese è una lingua ufficiale, ma non la lingua della maggioranza | |
Manuale |
Secondo alcuni studiosi scandinavi, l'inglese, almeno dalla sua fase media, sarebbe invece più affine alle lingue germaniche settentrionali (scandinàve) che a quelle continentali,[1] data la loro spiccata affinità sia in campo grammaticale che lessicale.
Al 2022, è parlata da 1,452 miliardi di parlanti totali.[2] Secondo dunque Ethnologue 2022 (25ª edizione), è la lingua più parlata al mondo per numero di parlanti totali (nativi e stranieri) ed è la terza per numero di parlanti madrelingua (L1) (la prima è il cinese e la seconda è lo spagnolo). Ogni Paese o territorio in cui l'inglese è parlato come lingua madre viene detto anglofono.
Dal punto di vista del lessico, diversamente dalle altre lingue germaniche, contiene molti termini di origine non germanica, in particolare di origine latina (anche per tramite di una mediazione francese), sia durante l'occupazione normanna dell'Inghilterra dopo il 1066 (quando i duchi di Normandia conquistarono l'Inghilterra anglo-sassone con la battaglia di Hastings), ma anche nel Rinascimento per influsso del latino nel gergo scientifico. Tali importanti influenze lessicali non hanno impedito all'inglese il suo sviluppo come idioma germanico, rispettando norme grammaticali dettate dalla sua filogenesi, mantenendo la maggioranza del lessico usato quotidianamente di origine anglosassone.
Per questa ragione, una delle caratteristiche più evidenti del lessico inglese è la quantità di coppie di sinonimi, dei quali l'uno di origine germanica, l'altro di origine latina, per indicare uno stesso concetto, ma spesso con sfumature diverse, per esempio: freedom e liberty, pig e pork, spear e lance, first e prime, opening e aperture, surname e family name.
Tra le lingue di grande diffusione, l'inglese è verosimilmente la più aperta all'ingresso di nuovi vocaboli di origine straniera, sia a causa del suo ampio uso come lingua franca mondiale sia, probabilmente, anche grazie alla semplificazione della grammatica, caratterizzata dalla scomparsa di declinazioni e desinenze di verbi e sostantivi (caratteristica che invece era presente nell'inglese antico).
Nel corso del XX secolo, dopo la seconda guerra mondiale, l'inglese è divenuto la lingua franca per eccellenza, abbattendo la precedente supremazia del francese, che a sua volta aveva sostituito il latino a fini di comunicazione diplomatica e scientifica. Dopo il secondo conflitto mondiale, a seguito della conseguita supremazia economica e politica degli Stati Uniti e la portata dell'Impero britannico a livello globale, l'inglese è divenuta la lingua più studiata nel mondo, nonché la più importante in ambito economico,[3] strumento per la comunicazione fra etnie prive di connessioni culturali, scientifiche o politiche (non senza critiche).[4]
Si calcola che i parlanti dell'inglese come lingua madre (English as a native language, ENL) siano circa 430 milioni, mentre sono circa 300 milioni coloro che lo parlano accanto alla lingua nazionale o nativa (English as a second language, ESL). Sono infine circa 200 milioni quelli che lo hanno appreso a scuola (English as a foreign language, EFL), in Paesi dove questa lingua non è in uso. Il numero di coloro che usano l'inglese come lingua seconda o straniera supera dunque quello di coloro che lo parlano dalla nascita.
Attualmente è la lingua più parlata nel mondo e terza lingua madre dietro alla lingua cinese e alla spagnola.[5]
L'inglese occupa una posizione del tutto particolare, non solo rispetto alle lingue germaniche, ma anche all'interno del gruppo linguistico indoeuropeo: ha talmente semplificato e alterato la propria struttura da avvicinarsi ormai a una lingua isolante piuttosto che a una lingua flessiva quale era.
L'inglese è usato come lingua ufficiale de iure o de facto nei seguenti paesi, dove è parlato dalla maggioranza o da una cospicua minoranza della popolazione:
A seguito della supremazia economico-politica degli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale, l'inglese si è imposto di fatto come lo standard anche per la comunicazione scientifica, venendo utilizzato per la pubblicazione di contributi nelle principali riviste scientifiche di qualsiasi settore e, quindi, come lingua preferenziale per lo scambio di informazioni tecnico-scientifiche tra persone di lingue differenti.
Nel suo lungo sviluppo, l'inglese si è notevolmente alterato. Convenzionalmente si divide l'evoluzione diacronica della lingua in cinque fasi:
È possibile estrapolare delle date approssimative tra le molte proposte, e dire che:
Secondo il resoconto del Venerabile Beda, le stirpi germaniche degli Angli, dei Sassoni e degli Juti, partite dallo Jutland, dalla Germania settentrionale e dalla futura Danimarca, si insediarono in quella regione della Britannia che è oggi l'Inghilterra nel 499 d.C.
Gli Juti si stabilirono nel Cantium (Kent), gli Angli nell'Anglia orientale, nelle Midlands e in Northumbria, e i Sassoni nell'Essex, nel Middlesex e nel Wessex – cioè rispettivamente regno dei Sassoni orientali, di mezzo ed occidentali. Sotto la spinta dei nuovi venuti germanici, i Celti dell'attuale Inghilterra si spostarono a ovest (North Walas, West Walas o Galles, Sûth Walas o Cornovaglia).
Le lingue germaniche di questi popoli, fortemente intelligibili tra loro, iniziarono ad unirsi e ad uniformarsi in un'unica parlata, simile a quelle della Bassa Germania e degli attuali Paesi Bassi e Fiandre. Questo fu la conseguenza dell'unione di tali popolazioni in una sola entità etnico-lingustica, che prese il nome di popolazione degli Anglosassoni.
A partire dal X secolo le atone brevi a, e, o, u tendono a confluire nel suono indistinto scevà/schwa [ə] così frequente nell'inglese moderno. L'antico inglese, a differenza dell'inglese medio, possiede una ricca flessione, sia nominale che verbale. I generi sono tre, maschile, femminile e neutro. Come in tedesco, con il quale la parentela è nettamente più evidente rispetto all'inglese moderno, il nome nell'antico inglese presenta quattro casi: nominativo, genitivo, dativo e accusativo.
In questo periodo avviene anche l'influenza del norreno, anch'esso un idioma germanico, anche se del gruppo nordico, a differenza di quello occidentale dell'inglese. È grazie alle invasioni dei Vichingi e al Danelaw che l'inglese ha potuto non solo accogliere nel suo vocabolario nuovi termini di origine scandinava (vedi knife, skirt, skull, sky, kill, skill, die, leg, egg, want...), ma anche fare proprie diverse caratteristiche della grammatica norrena (i pronomi they, them, their e theirs sono prestiti dal norreno).
Il medio inglese (MI), o Middle English, è il nome dato alla lingua storica che ha come origine le diverse forme di inglese parlato nel periodo compreso tra l'invasione normanna e il tardo Rinascimento inglese. Grazie a Geoffrey Chaucer, il medio inglese emerse come una lingua letteraria, soprattutto grazie alla sua più celebre opera, i Canterbury Tales. Viene suddiviso in primo inglese medio (Early Middle English) e tardo inglese medio (Late Middle English).
È durante questo periodo che la lingua inglese subisce la maggior parte dell'influenza neolatina, per mezzo della lingua francese, che a seguito dell'invasione normanna del 1066 diventa la lingua principale della classe dirigente inglese. Il vocabolario viene abbondantemente influenzato e molti termini germanici vengono soppiantati per far spazio a sinonimi di origine francese, quindi latina. Tuttavia, ciò non rende difficile al medio inglese di evolversi rispettando le regole grammaticali imposte dalla sua filogenesi germanica, tenendo la maggior parte del lessico quotidiano di ascendenza anglosassone.
Con Giovanni Senzaterra pressoché tutti i possedimenti francesi andarono perduti (tranne le Isole del Canale, ultimo brandello del Ducato di Normandia). A partire dalla guerra dei cent'anni i legami con la Francia, quindi, si affievolirono. Il vecchio proverbio "Jack wold be a gentilman if he cold speke Frensk" cominciò a perdere molto del suo significato. In Inghilterra cominciò a delinearsi un nuovo standard, basato sul dialetto di Londra e delle Home Counties.
L'introduzione della stampa in Inghilterra ad opera di William Caxton nel 1476 contribuì alla fissazione dell'ortografia ma, poiché ebbe luogo prima che si concludesse il grande spostamento vocalico, determinò il primo grande divario tra scrittura e pronuncia.
Dopo la nascita della Chiesa d'Inghilterra nacque l'esigenza di una versione inglese della Bibbia. Nel 1611 fu data alle stampe l'Authorized Version. La stampa, la Riforma e l'affermazione del ceto medio ("middle class") ebbero come conseguenza la diffusione di quella che si andava affermando come lingua standard.
L'espansione coloniale dell'Inghilterra diffuse la parlata in vasti territori dell'America del Nord, dell'Africa, dell'Asia e dell'Oceania.
L'indipendenza degli Stati Uniti corrispose alla formazione di una varietà d'inglese, diversa dallo standard britannico, che si sarebbe affermata a livello mondiale nel XX secolo.
Il grande spostamento vocalico o Great Vowel Shift (GVS) è la più importante alterazione fonetica della storia della lingua inglese. Si può affermare che esso portò l'inglese alla sua pronuncia attuale. Il GVS non ebbe luogo nella stessa epoca nelle diverse regioni (in alcune, particolarmente al Nord, è assente nelle parlate locali del ventunesimo secolo); si può comunque porre il suo inizio al XV secolo e considerarlo compiuto alla fine del XVI.
Il GVS riguarda le vocali lunghe e segna l'inizio della separazione tra pronuncia e scrittura.
Tra i dittonghi [iu] e [ɛu] confluiscono in [juː] (mute)[6]. [juː] tende a semplificarsi in [uː] dopo l, r, [t͡ʃ] e [d͡ʒ] (rude, chew, June). [au] passa a [ɔː] (law).
Le spiranti allungano il suono di una a che le preceda: mass [maːs], bath [baːθ], staff [staːf].
La r, peraltro destinata a scomparire dopo vocale, impedisce il GVS introducendo uno scevà: door [do:r], clear [kliar].
Scompaiono i suoni [x] e [ç], tranne in prestiti come lo scozzese loch [lɔx] o nei grecismi (ad esempio chemistry [ˈxeːmiztri]). Il gh che li rappresentava perde ogni suono causando l'allungamento di compenso della vocale precedente e conseguente dittongazione (bright, night) ([briçt] > [bri:t] > [braɪ̯t], [niçt] > [ni:t] > [naɪ̯t]) oppure, specie in fine di parola, diventa [f] (cough). Caso particolare è il pronome di prima persona I, che deriva dall'antico *igh (cfr. tedesco ich), ma nel passaggio dal MI all'inglese moderno, oltre al GVS subito dalla vocale lunga [iː], ha visto cadere anche nello scritto il digramma gh.
[hw] diventa [w] (tranne che al Nord) ma si mantiene la grafia wh.
[j] tende a fondersi con la consonante precedente: ocean [ˈoːsjən] > [ˈoːʃən], measure [ˈmeːzjər] > [ˈmeːʒər], future [ˈfjuːtjər] > [ˈfjuːt͡ʃər], ecc.
Uno dei fatti più importanti è la scomparsa della r postvocalica. Questa è una caratteristica tipica del Sud, assente dalle Midlands verso nord e in Scozia. È assente negli Stati Uniti tranne che nella Nuova Inghilterra orientale e nel Sud.
Il plurale in -s si afferma decisamente. Restano alcune forme con apofonia (foot > feet; man > men, woman > women, tooth > teeth, mouse > mice) e alcuni plurali in nasale (child > children, ox > oxen).
Gli aggettivi sono normalmente invariabili, ma ci sono casi in cui il genere della lingua antica si è preservato: blond cambia a blonde con sostantivi femminili.
Diminuiscono notevolmente i verbi forti (ormai chiamati "irregolari"). All'interno di questa categoria scompare spesso la distinzione tra simple past (passato remoto) e perfect participle (participio passato), come in cling, clung, clung.
Il congiuntivo si riduce fin quasi a scomparire. È infatti indistinguibile dall'indicativo tranne nei rari casi in cui ha una forma diversa: terza pers. sing. adesinenziale (he do), forme be e were del verbo essere.
La desinenza della terza persona singolare oscilla fra -(e)th (meridionale) e (e)s (settentrionale). Sarà quest'ultima forma a prevalere.
La forma progressiva (to be ...ing) diventa regolare.
La costruzione del present perfect con ausiliare essere (I am come) diventa molto rara, mentre si afferma la costruzione con ausiliare avere (I have come). Inoltre, al simple past e al perfect participle, i verbi regolari terminano con il suono [d], [t] o [id] (esempio: "danced" [t], "changed" [d], "started" [id]).
La lingua germanica delle isole britanniche, per quanto sia difficile parlare di un antico inglese unitario, subì una notevole latinizzazione in due fasi principali:
Di solito, quando una parola straniera è introdotta in una lingua essa subisce ciò che Baugh e Cable,[7] adattando un termine dalla botanica, chiamano "sviluppo interrotto". In inglese è possibile trovare molte parole francesi nella forma in cui furono importate in Inghilterra nel Medioevo: si confronti l'inglese default col francese défaut, l'inglese subject col francese sujet. Le parole francesi, quando non rimaneggiate dagli umanisti nel XVI secolo, hanno quindi conservato la forma con la quale furono introdotte nel Medioevo, in quanto isolate in un contesto linguistico a loro estraneo, quello germanico-anglosassone.
A differenza della forma, il significato delle parole mutuate del francese dovette invece adattarsi nell'inglese, a causa della concorrenza di altre parole germanico-anglosassoni con il medesimo significato, spesso cambiandolo o portando all'estinzione del termine. Così, ad esempio, mentre courir non attecchì per la maggiore frequenza di run, le parole che si riferivano alla vita dell'alta società, che fu francofona per gran parte del Medioevo, ebbero la meglio: court (francese moderno cour) e chivalry (nel senso di "cavalleria"). Interessante l'esempio di "maiale", parola per la quale esistono due versioni diverse: pig è la bestia viva, che diventava pork (dal francese porc) quando era cucinata dai ricchi normanni (i contadini anglosassoni non potevano permettersi di mangiare molta carne di maiale, e lo allevavano per i proprietari normanni).
Esistono diverse altre coppie sinonimiche, in cui il termine più comune, quotidiano e corrente è di radice germanica mentre quello alto ha radice latina (attraverso il francese). Si tratta di un fenomeno tipico della lingua inglese, non certo limitato agli alimenti, ma esteso anche a concetti metafisici, dove l'accezione elevata tende sempre a sviluppare il termine da radici latino-francesi (a differenza, per esempio, di quanto avviene in tedesco). Ne sono esempi:
In altri casi ancora è difficile rinvenire accezioni ben distinte nei due termini sinonimi, quello germanico e quello latino, come accade per esempio con wedding, marriage, matrimony, espousal, tutti "matrimonio".
Questo complesso scenario in cui le parole di origine romanza lottano per la sopravvivenza contro quelle anglosassoni, riflette il conflitto ben più drammatico tra civiltà anglosassone e normanna. Dopo il distacco politico dell'Inghilterra dalla Francia (XIII secolo) il francese perse prestigio: spassosa testimonianza ne è il personaggio della Monaca nei Racconti di Canterbury, che parla maccheronicamente provocando l'ilarità della gente.
Diverse furono le parole eliminate sia nell'anglosassone sia nella fase franco-normanna. Nell'età elisabettiana si re-introdussero termini francesi in forma più moderna e molti lemmi italiani prima sconosciuti (si pensi solo all'influenza delle forme letterarie come il sonetto, la commedia dell'arte, la musica italiana e la tragedia senechiana mutuate su modelli italiani). Il teatro elisabettiano sfruttò tra l'altro la presenza di una folta compagnia di attori e letterati italiani.
Le vocali dell'inglese variano molto da dialetto a dialetto; pertanto, le vocali si possono trascrivere con simboli diversi a seconda della diversa articolazione.
Anteriore | Centrale | Posteriore | ||||
---|---|---|---|---|---|---|
lunga | breve | lunga | breve | lunga | breve | |
Chiusa | ɪː | ɪ | ɵː | ɵ | ||
Media | ɛː | ɛ | ɜː | ə | oː | |
Aperta | aː | a | (ʌ) | ɑː | ɔ |
Anteriore | Centrale | Posteriore | ||||
---|---|---|---|---|---|---|
lunga | breve | lunga | breve | lunga | breve | |
Chiusa | iː | ɪ | ʉː | ʊ | ||
Media | eː | e | ɜː | ə | oː | ɔ |
Aperta | æː | æ | aː | a |
I monottonghi del General American variano da quelli della Received Pronunciation in alcuni modi:
Le vocali ridotte esistono in alcune sillabe atone. La quantità di distinzioni esistente varia da dialetto a dialetto. In alcuni dialetti le vocali atone sono vocali centrali, ma sono altrimenti distinte, mentre in Australia e molte varietà dell'inglese americano tutte le vocali atone convergono nello scevà [ə]. Nella Received Pronunciation esiste una distinta vocale centrale chiusa. Il dizionario OED la trascrive ‹ɪ›.
RP | Australiano | Nordamericano | ||
---|---|---|---|---|
GA | Canadese | |||
low | /əʊ/ | /əʉ/ | /oʊ/ | |
loud | /aʊ/ | /æɔ/ | /aʊ/ | /aʊ/ |
lout | [əʊ]1 | |||
lied | /ɑɪ/ | /ɑe/ | /aɪ/ | /aɪ/ |
light | [əɪ]1 | |||
lane | /ɛɪ/ | /æɪ/ | /eɪ/ | |
loin | /oɪ/ | /oɪ/ | /ɔɪ/ | |
leer | /ɪə/ | /ɪə/ | /ɪɚ/³ | |
lair | /ɛə/² | /eː/ ² | /ɛɚ/³ | |
lure | /ɵː/² | /ʊə/ | /ʊɚ/³ |
La tabella seguente contiene i fonemi consonantici presenti nella maggior parte delle varietà inglesi. Dove le consonanti appaiono a coppie, quella a destra rappresenta una consonante sonora, mentre quella a sinistra è sorda.
Bilabiali | Labiodentali | Dentali | Alveolari | Postalveolari2 | Palatali | Velari | Glottali | |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Nasali1 | m | n | ŋ | |||||
Occlusive | p b | t d | k ɡ | |||||
Affricate | t͡ʃ d͡ʒ | |||||||
Fricative | f v | θ ð | s z | ʃ ʒ | (x)3 | h | ||
Approssimanti | ɹ1, 2, 5 | j | w4 | |||||
Laterali | l1, 6 |
/p/ | pit | /b/ | bit |
/t/ | tin | /d/ | din |
/k/ | cut | /ɡ/ | gut |
/t͡ʃ/ | cheap | /d͡ʒ/ | jeep |
/f/ | fat | /v/ | vat |
/θ/ | thin | /ð/ | then |
/s/ | sap | /z/ | zap |
/ʃ/ | she | /ʒ/ | measure |
/x/ | loch | ||
/w/ | we | /m/ | map |
/l/ | left | /n/ | nap |
/ɹ/ | run (anche /r/, /ɻ/) | /j/ | yes |
/h/ | ham | /ŋ/ | bang |
La grammatica inglese esibisce una quantità minima di inflessione rispetto ad altre lingue indoeuropee. Per esempio, l'inglese contemporaneo, relativamente diverso dal tedesco, il nederlandese e le lingue romanze, manca di genere grammaticale e concordanza aggettivale. I casi sono tutti scomparsi ma in parte sopravvivono nei pronomi. La distinzione tra verbi forti (a volte chiamati "irregolari" per es. speak/spoke/spoken) e quelli deboli (chiamati "regolari" per es. call/called/called) di origini germaniche è diminuita nell'inglese contemporaneo, e le forme declinate (per es. plurali irregolari) sono diventate più regolari.
Parallelamente, la lingua inglese è diventata più analitica, e l'uso di verbi modali e l'ordine delle parole per comunicare significati diversi è diventato più importante.
Filologicamente parlando, la grammatica della lingua inglese moderna, seppur profondamente diversa dall'originale costruzione della lingua anglosassone, mantiene una forte radice germanica: la totalità dei verbi modali, le desinenze verbali, le preposizioni, le congiunzioni e i suffissi avverbiali sono quasi interamente di origine germanica. Verbi ausiliari segnalano le domande, la negatività, la polarità, la voce passiva e i tempi progressivi, caratteristica che contraddistingue l'inglese dalle lingue neolatine e lo afferma stabilmente come lingua germanica.
Nel corso dei secoli, il vocabolario inglese è cambiato in modo considerevole.[11]
Come in molte lingue indoeuropee, gran parte delle parole più comuni hanno origine dal proto-indoeuropeo (PIE) tramite la lingua proto-germanica. Tali parole includono i pronomi come I ("io") (cf. ich tedesco, ik gotico), me (cf. mich, mir tedesco, me latino), i numeri, le relazioni famigliari come mother ("madre") (cf. moeder olandese, Mutter tedesco, μήτηρ greco, māter latino), i nomi degli animali (cf. Maus tedesco, muis olandese, μῦς greco, mūs latino; mouse, "topo"), e molti verbi comuni (cf. knājan dell'alto tedesco antico, knā del norreno, γιγνώσκω del greco; to know, "sapere, conoscere").
Le parole di origini germaniche (generalmente le parole provenienti dalla lingua anglosassone) comprendono quasi tutti i pronomi, le preposizioni, le congiunzioni, i verbi modali, ecc. e formano la base della sintassi e della grammatica della lingua inglese.
La brevità delle parole germaniche è dovuta alla sincope nel medio inglese (per esempio, hēafod antico inglese > head inglese moderno; sāwol antico inglese > soul inglese moderno) e la perdita delle sillabe finali dovuta all'accento tonico (eg. gamen antico inglese > game inglese moderno; ǣrende antico inglese > errand inglese moderno).
Le parole più lunghe e di alto registro dell'antico inglese (germaniche) furono dimenticate dopo la conquista normanna dell'Inghilterra, che influenzò pesantemente il vocabolario della lingua inglese. La maggior parte del lessico dell'antico inglese dedicato alla letteratura, le arti e le scienze smise di essere produttiva quando cadde in disuso, soppiantata da termini di origine francese e quindi neolatina.
Altre influenze, precedenti a quella francese, si ebbero da parte della lingua norrena (una lingua germanica settentrionale) durante le invasioni vichinghe e il Danelaw.
Ciò significa che i parlanti dell'inglese possono scegliere in alcuni casi tra sinonimi di origini germaniche e altri di origini latine: come e arrive ("arrivare"); sight e vision ("visione, vista"); freedom e liberty ("libertà"). In più, esistono sinonimi di origini diverse e multiple: sick (antico inglese; germanico), ill (norreno; germanico), infirm (francese; neolatino), afflicted (latino) che vogliono dire "ammalato". Tali sinonimi introducono una varietà di sinonimi diversi che permettono ai parlanti di esprimere sfumature diverse e precise. Una buona conoscenza delle etimologie di tali sinonimi può dare ai parlanti dell'inglese controllo sul proprio registro.
A causa delle influenze francesi-normanne, è possibile, in un certo senso, dividere il vocabolario in parole di origine germanica (più usate quotidianamente) e di origine latina (prevalenti se presa in analisi la totalità del vocabolario inglese). Quelle latine derivano o direttamente dal latino o dal franco-normanno.
La maggioranza (il 57%) delle 1000 parole inglesi più comuni, e il 97% delle 100 più comuni, ha origini germaniche. Infatti, la maggior parte delle parole d'uso quotidiano sono prevalentemente di questa origine. Pur essendo la maggioranza complessiva delle parole di origini latina (anche tramite il francese), il vocabolario attivo di un madrelingua inglese comprende principalmente parole germaniche.
Nel 1973, in Ordered Profusion di Thomas Finkenstaedt e Dieter Wolff,[12] fu pubblicata un'indagine condotta su quasi 80.000 parole del dizionario Shorter Oxford Dictionary (3ᵃ ed.) che stimava per le parole le seguenti origini:
Un'indagine fatta da Joseph M. Williams in Origins of the English Language di 10 000 parole prese da migliaia di lettere commerciali ha calcolato le seguenti percentuali:[13]
Molti vocaboli riguardanti la marina militare, le navi, e altri oggetti e attività dell'ambiente marino hanno origini olandesi. Esempi includono yacht (jacht), skipper (schipper) e cruiser (kruiser, "incrociatore"). Altre parole si riferiscono alle arti o alla vita quotidiana: easel (ezel, "cavalletto"), etch (etsen, "incidere"), slim (slim, "snello"), e slip (slippen, scivolare).
Tra le parole derivate dal basso-tedesco vi sono trade (trade, "mestiere"), smuggle (smuggeln, "contrabbandare"), e dollar (daler/thaler, "dollaro" e "tallero").
Una grande quantità di vocaboli di origini francesi entrarono nella lingua inglese tramite l'anglo-normanno parlato dai nobili inglesi nei secoli dopo la conquista normanna. Alcuni esempi di parole di origine francese sono competition, mountain, art, table, publicity, police, role, routine, machine, force e migliaia di altre. Tali parole vennero generalmente anglicizzate per accordarle alle regole di fonetica, pronuncia e ortografia germaniche, con alcune eccezioni.
L'accento britannico noto come "Received Pronunciation" ha le seguenti caratteristiche:
La pronuncia dialettale centro-settentrionale dell'Inghilterra (dallo Staffordshire, Leicestershire e Lincolnshire verso nord) è caratterizzata dai seguenti fatti fonetici:
Nel sud d'Inghilterra:
In Scozia:
L'Irlanda si può suddividere, dal punto di vista linguistico in tre aree:
La costa orientale (o English Pale), con Dublino al centro, in cui l'inglese si è affermato già nel XVII secolo. L'inglese parlato in questa regione, denominato appunto inglese irlandese o Hiberno English, conserva molti dei tratti portati nell'isola dai coloni inglesi.
La frangia occidentale (o Gaeltacht), in cui il gaelico irlandese è ancora nell'uso quotidiano.
Tra le due si trova l'area centrale, in cui l'inglese si è affermato tra il XVII e il XX secolo.
L'inglese parlato in Irlanda ha subito poche variazioni a livello di pronuncia mantenendosi per alcuni aspetti molto conservativo. Perfino nel ventunesimo secolo l'influsso dello standard britannico non si fa sentire molto al di fuori di Dublino.
A livello fonetico l'inglese irlandese è caratterizzato dai seguenti fenomeni:
L'inglese americano è un insieme di varianti della lingua inglese parlate negli Stati Uniti d'America. Circa i due terzi dei madrelingua inglesi vivono negli Stati Uniti. L'accento più neutrale dell'inglese americano si chiama General American. Si basa sugli accenti del Midwest e ha le seguenti caratteristiche:
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