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La lingua micenea[1], o semplicemente miceneo (codice ISO 639-3 gmy) è l'antica varietà di lingua greca rinvenuta nelle tavolette d'argilla redatte in lineare B dagli scribi dei palazzi di Micene, Pilo, Tirinto e Cnosso, e decifrate dall'architetto e linguista amatoriale Michael Ventris, fondatore della disciplina della micenologia.

Greco miceneo †
Parlato inGrecia, Creta
PeriodoXVI-XII secolo a.C. circa
Locutori
Classificaestinta
Altre informazioni
ScritturaLineare B
TipoSOV
Tassonomia
FilogenesiLingue indoeuropee
 Protogreco
  Miceneo
Codici di classificazione
ISO 639-3gmy (EN)
Linguist Listgmy (EN)
Glottologmyce1241 (EN)
Storia della
lingua greca

(vedi anche: Lineare B, alfabeto greco)
Substrato preellenico
Proto-greco
Miceneo (1600–1100 a.C. circa)
Greco antico (800–330 a.C. circa)
dialetti:
eolico, arcado-cipriota, attico-ionico,
dorico, nord-occidentale (eleo), lingua omerica, locrese, panfilio, siceliota

Koinè greca (330 a.C.–330 circa)
varianti:
greco giudaico

Greco medievale (330–1453)
Greco moderno (dal 1453)
questione della lingua greca
dialetti:
cappadocico, cretese, cipriota,
demotico, dialetto di Cargese, ievanico, italiota (greco-calabro, grico), katharevousa, pontico, zaconico

  • Date tratte da D. B. Wallace, Greek Grammar Beyond the Basics: An Exegetical Syntax of the New Testament, Grand Rapids, 1997, pag. 12.

Il dialetto miceneo, insieme ad altre arcaiche varietà di greco in parte sconosciute e in parte testimoniate, per alcune isoglosse, dai dialetti dorico ed eolico, venne parlato in Grecia, nei centri micenei del Peloponneso, dell'Egeo e di Creta, fra la metà del XVII e la fine del XIII secolo a.C. In seguito al crollo dei grandi palazzi micenei, regredì ritirandosi nelle isole linguistiche dell'Arcadia e di Cipro, per poi andare incontro ad un'evoluzione propria.

Dopo l'ittita, il dialetto miceneo, e quindi la lingua greca, è la parlata indoeuropea di attestazione scritta più antica. La scoperta delle tavolette micenee fa del greco una delle lingue dalla documentazione storica più cospicua e antica nel mondo, insieme al copto e al cinese.


Struttura grammaticale


Il dialetto miceneo presenta caratteristiche fonetiche, morfosintattiche e lessicali che permettono di considerarlo in gran parte come una forma arcaica del dialetto arcado-cipriota, noto in età storica.


Fonetica


Lo stesso argomento in dettaglio: dialetto ionico , dialetto dorico , dialetto eolico , arcado-cipriota e greco nord-occidentale.

Sul piano fonetico, le caratteristiche salienti del miceneo sono:


Varianti diatopiche sul piano fonetico


Le tavolette micenee dei palazzi del Peloponneso attestano anche varianti diatopiche (miceneo speciale) diverse dal dialetto miceneo prevalente (miceneo normale): ad esempio, l'esistenza di gruppi linguistici in cui la /t/ indoeuropea non era evoluta in /s/ davanti ad /i/, fenomeno tipico del dialetto dorico, o la compresenza della preposizione metà accanto alla forma dialettale pedà. Tali varianti diatopiche hanno indotto a supporre che perlomeno nella tarda età del bronzo (tardo elladico III a e b) coesistessero in Grecia, nel Peloponneso centro-settentrionale, prefigurazioni arcaiche di isoglosse proprie dei dialetti dorico ed eolico.

Questa evidenza linguistica induce molti micenologi a ritenere superato il paradigma dell'invasione dorica, e a proporne un altro per cui i Dori e gli Eoli (o meglio, le loro prefigurazioni etnolinguistiche) sarebbero state già presenti in Grecia come realtà marginali nel sistema di potere degli stessi palazzi micenei -sistema di potere che fa intuire peraltro, alle sue spalle, una lunga e complessa storia di sanguinosi assestamenti territoriali-, ed abbiano approfittato opportunisticamente del collasso politico dei palazzi micenei indotto dall'eccessivo militarismo e dalla pressione di quelli che vennero poi chiamati popoli del Mare.


Elementi notevoli della morfologia del miceneo


Il miceneo presenta in tutto e per tutto strutture simili a quelle di base della grammatica dei dialetti greci antichi più tardi, con alcuni elementi notevoli di arcaicità.


Morfologia nominale


Morfologia verbale

La morfologia verbale del miceneo ricalca appieno quella del greco più tardo, di età classica, salvo una minor presenza del tempo perfetto, ancora non attestato per tutti i paradigmi verbali. Notevole è, nella forma media e passiva del presente e dei tempi principali, la conservazione delle desinenze indoeuropee -soi, -toi, -ntoi. Prima della scoperta del miceneo, tali forme erano considerate una tarda innovazione dell'arcado-cipriota.


Dialetto miceneo e dialetto omerico


Lo stesso argomento in dettaglio: lingua omerica.

Il miceneo ha fornito fondamentali apporti per capire la stratificazione dialettale presente nella lingua poetica utilizzata da Omero.

Nel primo periodo degli studi moderni della filologia omerica, si riteneva infatti che il più antico strato dialettale dei poemi omerici fosse l'eolico, fino al tentativo, fallito, di August Fick di retrotradurre l'Iliade e l'Odissea in eolico antico. L'errore di Fick si rivelò fecondo, poiché si comprese che alla base della lingua di Omero c'era un antecedente sconosciuto, con caratteristiche dialettali proprie.

Il miceneo, con le sue peculiarità morfologiche, costituisce il tassello mancante del quadro dell'evoluzione e delle origini della lingua epica, la quale evidentemente non sussisterebbe nella forma che ci è nota, senza un substrato miceneo.


Ipotesi su una poesia epica micenea


Le conseguenze della scoperta che significativi moduli stilistici del dialetto omerico risalgono all'età micenea, ha portato gli studiosi a ipotizzare, data questa fondamentale prova indiziaria, la presenza di una poesia di corte epico-celebrativa, nei palazzi micenei dell'età del bronzo. Ciò implicherebbe che per lo meno i racconti epici relativi alla duplice distruzione di Troia risalgano, nel loro nucleo originario, alla cultura dei Micenei.

Quale forma avessero i canti epici micenei, non è però dato sapere con certezza. Si possono tuttavia fare alcune congetture.

Un'ipotesi non priva di plausibilità è che i membri ritmici che poi vennero a costituire l'esametro debbano essere molto antichi. I moduli formulari omerici risalenti all'età micenea sembrano infatti essere già adattati a una struttura metrico-verbale di andamento più o meno dattilico.

Il confronto fra la metrica eolica e la metrica del vedico, entrambe isosillabiche e caratterizzate da una base ritmica fissa, fa pensare che un tipo di verso epico isosillabo esistesse già in ambito indoeuropeo. Appare dunque assai probabile che una sorta di verso epico miceneo fosse costituito da un membro ritmico simile a un'emistichio di esametro. Il più tardo esametro epico deriverebbe dalla giustapposizione di due di questi membri ritmici simili, originariamente isosillabi.


Nucleo storico dell'Iliade


La lettera di Tawagalawa, spedita da Hattushilis I, re ittita, ad un principe miceneo (forse il suo nome era Etewokléwēs, Eteocle, re di una cittadella identificabile con la Tebe dell'età del bronzo), fa parola della situazione di Wilusha, la città di Ilio (Wilison), che i Micenei stessi avevano attaccato intorno al 1250 a.C.

Appare assai verosimile che il caso storico sia stato molto presto trasfigurato in racconto celebrativo. Come avviene altrove, nelle civiltà dell'oriente antico, lo scontro fra civiltà sarà stato rimetaforizzato in un linguaggio mitico-religioso. Probabilmente, il nucleo tematico dei re micenei, protetti da Zeus, Poseidas (Poseidone), dalla Diwja potnja Athana (Atena), contro i guerrieri di Wilion e i loro alleati (lega degli stati di Assuwa?) protetti dal dio solare, Apaliunas, Apollo, era già al centro di questi canti di corte.

Molte parti fondamentali del corpus epico si sono tuttavia alterate e stratificate durante il cosiddetto Medioevo ellenico, l'età buia che va più o meno dal 1200 (periodo approssimativo della seconda distruzione di Troia) all'800 a.C.

Non si può nemmeno escludere, data la suggestiva coincidenza fra il nome di Tawagalawa e un nome della tradizione mitica tebana, quello di Eteocle, che altre saghe epiche avessero origine nella tarda età del bronzo. Sceverare i materiali genuinamente micenei da quelli più tardi appare tuttavia difficile.


Bibliografia


Traduzioni italiane:
Lineare B. L'enigma della scrittura micenea. Torino, Einaudi, 1977
L'enigma della Lineare B. La decifrazione della scrittura micenea. Vallardi, Milano, 2003 ISBN 978-88-8211-776-4

Voci correlate



Collegamenti esterni


Controllo di autoritàThesaurus BNCF 121 · BNF (FR) cb119571972 (data)
Portale Antica Grecia
Portale Linguistica
  1. Riconoscendo l'arbitrarietà delle definizioni, nella nomenclatura delle voci viene usato il termine "lingua" in accordo alle norme ISO 639-1, 639-2 o 639-3. Negli altri casi, viene usato il termine "dialetto".

На других языках


[en] Mycenaean Greek

Mycenaean Greek is the most ancient attested form of the Greek language, on the Greek mainland and Crete in Mycenaean Greece (16th to 12th centuries BC), before the hypothesised Dorian invasion, often cited as the terminus ad quem for the introduction of the Greek language to Greece. The language is preserved in inscriptions in Linear B, a script first attested on Crete before the 14th century BC. Most inscriptions are on clay tablets found in Knossos, in central Crete, as well as in Pylos, in the southwest of the Peloponnese. Other tablets have been found at Mycenae itself, Tiryns and Thebes and at Chania, in Western Crete.[1] The language is named after Mycenae, one of the major centres of Mycenaean Greece.

[es] Griego micénico

Griego micénico es el término con el que se designa la fase testimoniada más antigua de la lengua griega. Se encuentra atestiguada en una forma de escritura, esencialmente silábica, denominada Lineal B,[1]entre los siglos XVI a. C. y XII a. C. Fue hablado durante el periodo micénico en lugares tales como Grecia continental, Creta y Chipre, hasta su desaparición con la invasión dórica y el consecuente hundimiento económico que dio inicio a la era conocida como Edad Oscura.[2] Se han encontrado inscripciones en griego micénico en zonas como Cnosos, Pilos, La Canea, Tirinto y Tebas.[3]
- [it] Lingua micenea

[ru] Микенский язык

Микенский язык — наиболее древняя засвидетельствованная форма греческого языка, распространённая на материковой части Греции и на Крите с XVI по XI века до н. э. до дорийского вторжения. Микенский язык сохранился в виде надписей, сделанных линейным письмом Б — письменностью, изобретённой на Крите ранее XIV века до н. э. Большинство памятников этой письменности сохранилось в форме глиняных табличек, найденных в Кноссе в центральном Крите, и в Пилосе, расположенном на юго-западе Пелопоннеса. Язык был назван по названию города Микены, где был найден первый дворец, относящийся к этой эпохе.



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