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Il còrso[2] (corsu o lingua còrsa) è un idioma appartenente alla famiglia indoeuropea ed è costituito dall'insieme dei dialetti italo-romanzi parlati in Corsica e nella Sardegna settentrionale, nelle varianti galluresi e turritane.

Corso
Corsu
Parlato in Francia
 Italia
Regioni Corsica
 Nuova Caledonia
(Farino)
 Sardegna
( Provincia di Sassari)
Locutori
Totale~130 000 in Corsica[1]
~200 000 in Sardegna
Altre informazioni
ScritturaAlfabeto latino (grafia corsa)
TipoSVO sillabica
Tassonomia
FilogenesiLingue indoeuropee
 Italiche
  Romanze
   Italo-occidentali
    Italo-dalmate
     Italoromanze
      Toscano
       Corso
        (Cismontano - Oltramontano - Gallurese - Sassarese)
Statuto ufficiale
Minoritaria
riconosciuta in
Francia e Italia
Codici di classificazione
ISO 639-1co
ISO 639-2cos
ISO 639-3cos (EN)
Glottologcors1241 (EN) e cors1242 (EN)
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1
Corso settentrionale: Nascenu tutti l'omi liberi è pari di dignità è di diritti. Anu a ragione è a cuscenza è li tocca à agisce trà elli di modu fraternu.
Corso meridionale: Nascini tutti l'omi libari è pari di dignità è di diritti. Ani a raghjoni è a cuscenza è li tocca à agiscia trà iddi di modu fraternu.

Diffusione dei dialetti còrsi

Strettamente legato al toscano medievale e impiegato nei suoi dialetti come vernacolo locale a fianco dell'italiano, lingua ufficiale in Corsica fino al 1859, il corso era la parlata autoctona anche dell'isola di Capraia fino al XX secolo[3].


Classificazione del còrso


«Lingua possente, e de' più italiani dialetti d'Italia.»

(Niccolò Tommaseo (1841), Canti popolari toscani, corsi, illirici e greci, v. 2, Venezia, Girolamo Tasso, p. 6)
Complesso dei dialetti italiani centromeridionali.
     Dialetti toscani
     Dialetti centrali
     Dialetti meridionali
     Dialetti meridionali estremi, facenti parte della lingua siciliana
Complesso dei dialetti italiani centromeridionali.

     Dialetti toscani

     Dialetti centrali

     Dialetti meridionali

     Dialetti meridionali estremi, facenti parte della lingua siciliana

Il corso è una lingua neolatina e più precisamente una delle lingue italo-dalmate centro-meridionali[4] ed è ritenuto imparentato al toscano, quando non parte integrante dello stesso idioma[5][6][7][8][9]. Il dialetto cismontano (ossia del nord) si può considerare una continuazione insulare del toscano parlato a Capraia e ad Elba; condivide svariati aspetti col toscano medievale parlato ai tempi di Dante e Boccaccio, e ancor presente in aree della Toscana quali Lucca, la Garfagnana e il summenzionato arcipelago toscano[10].

Quanto al corso meridionale, l'idioma più vicino a questo non è affatto, a dispetto della prossimità geografica, il sardo, che si configura piuttosto come una lingua distinta e non reciprocamente comprensibile, bensì il complesso dei dialetti italiani meridionali estremi, appartenenti al ceppo linguistico siciliano e in particolar modo il calabrese centro-meridionale e il siciliano della Sicilia. Jacques Fusina e Fernand Ettori riportano che «a sud, può sembrare sorprendente constatare che la parentela linguistica più vicina non sia col sardo, nonostante la vicinanza geografica, ma coi dialetti dell'Italia meridionale, specialmente il calabrese. Un corso del sud che parli il corso in Toscana sarà identificato come calabrese; un corso del nord che parli il corso nell'interno della Sardegna sarà identificato come italiano; un sardo che parla il sardo nella penisola [italiana] non sarà capito»[N 1]. Solo in origine si ritiene che in Corsica, prima della sua toscanizzazione, si parlassero varietà riferibili al dominio linguistico sardoromanzo o comunque affini a tale lingua romanza insulare[N 2][N 3][N 4][N 5].

La corrispondenza tra corso moderno e i vernacoli toscani antichi, infatti, concerne ogni aspetto della lingua, dalla fonologia alla morfologia, lessico e sintassi[10]. L'affinità fra italiano e còrso è maggiore rispetto a quella presente fra l'italiano e quelle lingue d'Italia non riconosciute e tradizionalmente chiamate "dialetti"; l'italiano e il còrso sono infatti così simili che generalmente chi conosce l'uno dovrebbe riuscire a capire anche l'altro pur non avendolo mai studiato. Tale parentela linguistica ha origini storiche, stanti i profondi legami intessuti tra "l'Isola della Bellezza" e la penisola italiana dall'epoca medievale al XIX secolo.

Diversamente dalla Sardegna[N 6], in Corsica si osservò infatti per secoli una situazione di diglossia tra l'italiano (in posizione di ufficialità e prestigio) e la lingua locale tanto profonda da indurre gli isolani a considerare quest'ultima un "diverso livello sociolinguistico della medesima lingua"[N 7][N 8]. Il corso e l'italiano agivano sulla struttura sociolinguistica dell'isola come un gradiente, la cui linea di demarcazione era talmente sfumata che occorreva poco più di un mutamento di registro perché gli isolani si rivolgessero in contesti ufficiali alle élite italofone; "toscanizzare" il corso o, come si soleva dire in ambiente urbano, "parlà in crusca" dava luogo a pratiche non già di commutazione di codice (code-switching), bensì di mistilinguismo (code-mixing) tuttora piuttosto comuni nei vari "dialetti" italiani continentali[11]. Particolarmente citato è uno scambio tra Pasquale Paoli, allora in esilio a Londra, e Samuel Johnson; alle domande di quest'ultimo su una "lingua rustica, particolarmente diversa dall'italiano", Paoli ribatté che questa si trovava solo in Sardegna, essendo piuttosto l'italiano la lingua ufficiale della Corsica e il corso un suo vernacolo[12].

Anche dopo l'acquisizione dell'isola da parte di Luigi XV di Francia, l'italiano avrebbe continuato a ricoprire per qualche tempo ancora il ruolo di lingua d'istruzione, letteratura, religione e locale amministrazione. La benestante gioventù corsa, fra cui lo stesso futuro Imperatore dei Francesi, continuò a recarsi in Italia per i propri studi (si stima che la presenza corsa a Pisa, nel biennio 1829-1830, ammontasse a un quarto della popolazione studentesca nell'Università) e i registri civili continuarono a essere redatti in italiano fino al 1855; il 9 maggio 1859 è la data in cui quest'ultimo sarebbe stato infine rimpiazzato dalla lingua francese in via ufficiale[13], anche se questa cominciò a radicarsi saldamente presso la popolazione corsa a partire dal 1882, anno in cui furono promulgate le leggi di Jules Ferry per incentivare l'alfabetizzazione in tutte le province francesi[14]. Una letteratura corsa autoctona piuttosto che italiana faticò a prendere piede e, inizialmente, non recava comunque istanze culturali autonome[N 9]. I più rinomati scrittori corsi, quali il magistrato di Bastia Salvatore Viale, provavano orgoglio per la loro affiliazione alla sfera italiana, reputando anzi il loro idioma «uno dei meno impuri dialetti d'Italia»[N 10].

La situazione cambiò radicalmente col fascismo italiano, le cui aggressive pretese territoriali sull'isola, seguite poi da un'invasione e un periodo di occupazione, provocarono una diffusa reazione di rigetto nei confronti della lingua e cultura italiana, rinsaldando al contrario i legami con la Francia continentale e accelerando ancor di più il passaggio degli isolani alla lingua nazionale francese[15]. Al momento della Liberazione francese dall'occupante nazifascista, ogni legame preesistente tra le varianti linguistiche corse e l'italiano era ormai stato reciso; attività mirate alla promozione del corso, elemento precedentemente politicizzato dai collaboratori col regime fascista, incontravano l'indifferenza popolare, quando non diffidenza e finanche sospetto di simpatie irredentiste[16]. Fu a partire da allora che il corso, smarcandosi definitivamente dall'italiano, cercò di elevarsi al rango di lingua autonoma; in tale direzione procedette, a partire dagli anni Settanta, il movimento politico nazionalista e soprattutto quello culturale del riacquistu, orientato alla progressiva riappropriazione della cultura regionale. Come riporta Fiorenzo Toso, «l'ipotesi di perseguire l'italianità culturale dell'isola appare oggi come oggi, all'assoluta maggioranza dei corsi, dotata di una limitata attrattiva»[17].

Alla luce della storia linguistica corsa, la denominazione di "lingua romanza" nel senso di "autonomo gruppo linguistico" al pari di altri idiomi derivati direttamente dal latino volgare e non già da uno dei suoi discendenti potrebbe essere pertanto ritenuta controversa; nonostante tutto, il corso è tipologicamente un idioma italoromanzo[18]. Giovanbattista Pellegrini, in merito, rilevò che «linguisticamente italiana è, senza ombra di dubbio, la Corsica, che appartiene politicamente alla Francia dal 1769. La lingua ufficiale è ivi il francese, mentre i dialetti locali sono prevalentemente di tipo toscano (e in parte vicini al sardo). Non si può invece affermare che la cultura sia in Corsica italiana. In questi ultimi anni, da parte di alcuni cultori locali di problemi linguistici e politici che fanno capo a movimenti autonomistici, si diffonde in Corsica la curiosa dizione di "lingua corsa"»[19].

In effetti, nel momento in cui l'Assemblea Nazionale francese approvò la legge Deixonne del 1951 per la tutela delle lingue regionali e minoritarie, solo il bretone, il basco, il catalano e l'occitano furono riconosciuti[20], a differenza del corso, alsaziano e fiammingo che furono piuttosto considerati dialectes allogènes ("dialetti allogeni") di lingue straniere, rispettivamente dell'italiano, tedesco e olandese[21]. Una sostenuta mobilitazione popolare portò l'Assemblea a riconoscere anch'essi come lingue regionali nel 1974, prevedendo a loro tutela l'insegnamento opzionale nelle scuole. Il còrso è allora stato eretto al rango di specifica lingua neolatina (codice ISO: co) come elemento di una "individualità corsa" in Francia, sorta da spinte sia centrali sia autonomistiche[17].


Area di diffusione del còrso


Cartelli stradali bilingue in francese e còrso a Calacuccia sulla D84 Francardo-Porto.
Cartelli stradali bilingue in francese e còrso a Calacuccia sulla D84 Francardo-Porto.

Il còrso è attualmente parlato in diverse varianti nell'isola di Corsica, con l'eccezione di Bonifacio, dove è parlata (da un numero sempre minore di locutori) una variante ligure bonifacina. Anche a Calvi, un tempo come Bonifacio quasi completamente abitata da una popolazione di origine genovese, si parlava una variante ligure che tuttavia è oggi estinta, mentre a Cargese (Καργκέζε), già colonia di esuli greci prima trapiantati in Paomia nella seconda metà del XVII secolo, si parla un còrso che ha assimilato alcuni termini greci e la lingua greca è ormai utilizzata ai soli fini liturgici.

Al di fuori dell'isola, a seguito di ingenti fenomeni di emigrazione e scambio iniziati fin dal Medioevo, nel nord della Sardegna si parlano varianti considerate da taluni come sarde, ma in maggioranza come còrse o afferenti a un gruppo linguistico di transizione:

Il dialetto ormai estinto della vicina isola di Capraia nell'arcipelago toscano presentava inoltre diversi punti di contatto col còrso, a causa della forte vicinanza geografica, storica e culturale fra le due isole. Caratteri solo parzialmente simili mostra invece la parlata dell'isola d'Elba occidentale, che si conserva soprattutto nel circondario di Chiessi e Pomonte.

Si stima che nel 2004 il còrso era parlato in Corsica da circa 90–100000 locutori su 275 000 abitanti dell'isola, essendo molti di questi ultimi di madrelingua francese[22], ai quali devono comunque essere aggiunte le popolazioni emigrate nelle altre regioni della Francia continentale, per un totale di 133 000 individui, nonché in altre nazioni. Il numero dei locutori stimati per il gallurese ammonta invece a circa 80 000 unità, sui circa 120 000 abitanti della Gallura. Dal momento che nel 2016 la popolazione dell'isola di Corsica ha superato quota 330 000, Ethnologue fornisce un dato complessivo da 341 000 a 401 000 locutori della lingua còrsa.


Evoluzione e letteratura del còrso


Non si hanno molte notizie su quale fosse stato il sostrato linguistico prelatino degli antichi abitanti della Corsica (le civiltà preistoriche e i torreani) antecedentemente alla conquista romana e alla sua latinizzazione. Quello che è noto sono alcune radici rimaste nei toponimi e nel lessico (KAL/KAR: Calanca, Calacuccia; KOR: Corsica, Corte; KUK: Calacuccia, TAL/TAR: Taravo, Tallano; TEP: teppa; TAV: Tavignano, Tavera) e che in periodo romano tribù còrse occupavano anche l'odierna Gallura nel nord della Sardegna (che presenta similitudini anche nei resti archeologici).

Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente e la formazione dei primi volgari, la Corsica presentava caratteristiche linguistiche di tipo conservativo simili al sardo, di cui è rimasto un retaggio nelle parlate della zona meridionale dell'isola.[23][24][25][26]

Dall'XI secolo la situazione mutò fortemente, specie nella parte settentrionale dell'isola, per via del contatto diretto coi dialetti toscani, stabilito in seguito a ingenti tentativi di ripopolamento dei dominatori pisani, favoriti dalla notevole vicinanza geografica. Dal XIII al XVIII secolo i pisani vengono sostituiti dai genovesi, i quali insediano interi borghi di lingua ligure (Bonifacio e Calvi) ma, pur introducendo un notevole influsso genovese nei dialetti locali, di fatto proseguono nell'utilizzo del toscano illustre come lingua scritta e di cultura in Corsica. Questo spiega il motivo per cui, fino a quel momento, in Corsica l'unica lingua utilizzata nelle comunicazioni scritte è stata l'italiano, e prima di esso il latino.

Nel XIV e XV secolo comunque diversi atti e testi redatti apparentemente in volgare toscano da personalità e scrittori còrsi rivelano in realtà la situazione linguistica dell'isola nel periodo: si vedano i Cartolari della diocesi del Nebbio della metà del XIV secolo in dialetto toscano "corsizzato":

«Actum in lo loco ove se dice a la buda de la diocese de Nebio (...) secundo la usança e la consuetudine de la dicta contrata, erano convocati et congregati a parlamento Uppecinucio Corthincho de Petralarata, podestae de Nebio, et la maior parte de li clerici et de li nobili et de li populari de Nebio»

Anche la Deposizione del rettore della chiesa di San Nicolò di Spano di Iohanni Provintiale del 1400, uno dei più antichi testi in volgare còrso, la Lettera ai protettori delle compere del Banco di San Giorgio del vescovo di Ajaccio Jacopo Mancoso del 1480, la Lettera di prete Polino da Mela ai protettori del Banco di San Giorgio del 1489 e Lettera dall'esilio di Giovanpaolo Leca, conte di Cinarca, ai figli del 1506. Dal XIX secolo, a seguito dell'annessione alla Francia avvenuta nel 1769, sarebbe stato il francese a essere adottato come lingua ufficiale, spiazzando ufficialmente l'italiano nel 1859[27].

Il còrso ha sempre avuto fondamentalmente trasmissione orale; la codificazione della stessa come lingua scritta avviene pertanto solo in epoca recente e risente pertanto di forti influssi, provenienti dall'italiano standard e poi dal francese. Il primo testo pubblicato in còrso sono le strofe di U sirinatu di Scappinu nel testo Dionomachia (1817) di Salvatore Viale (1787-1861). Nella seconda metà dell'Ottocento si susseguono le opere del vescovo di Ajaccio Paul-Matthieu de La Foata (Poesie giocose, in lingua vernacola della Pieve d'Ornano), le Cummediôle di Petru Lucciana (1832-1909) tra cui In campagna, cummediôla in 2 atti, Francesco Domenico Falcucci con il Vocabolario dei dialetti della Corsica (pubblicato postumo solo nel 1915 e che introduce i gruppi ghj e chj a indicare le sonorità caratteristiche delle parlate còrse) e Santu Casanova (1850-1936) con la rivista A Tramuntana (1896-1914). Sorge evidente in questa fase il problema della normalizzazione dell'ortografia della lingua scritta che occuperà i linguisti còrsi per tutto il XX secolo. All'inizio del secolo le pubblicazioni periodiche A muvra (1920-39) e L'annu corsu (1923-36) poi rinominata L'Année Corse (1937-39) e dopo la metà del Novecento U Muntese (1955-72).

Tra gli scrittori del XX secolo che hanno maggiormente contribuito alla normalizzazione del còrso scritto si cita Pascal Marchetti (1925-2018) autore di Intricciate e cambiarine, del manuale di lingua corsa Le corse sans peine/U corsu senza straziu e del dizionario còrso-francese-italiano L'usu corsu.


Esempi di còrso letterario


Estratto da Serenata di Scappino (U sirinatu di Scappinu) (1817) di Salvatore Viale:

 (IV-XL) O Specchiu d'e zitelle di la pieve,
 O la miò chiara stella matuttina,
 Più bianca di lu brocciu e di la neve,
 Più rossa d'una rosa damaschina,
 Più aspra d'a cipolla, e d'u stuppone,
 Più dura d'una teppa, e d'un pentone.

 (IV-L) Bulentier lascierie d'esse Scapinu,
 Per esse u casacchin, ch'eo ti dunai,
 E stringhje lu tò senu alabastrinu;
 E or chi durmendu in lettu ti ne stai,
 Oh fussi u cavizzale, o u cuscinettu,
 O u lenzolu supranu d'u tò lettu!

Ninna Nanna di Sartene:

 Quandu saréti majori
 currareti par li piani
 l'arbi turnarani fiori
 l'oliu currarà à funtani
 Turnarà bàlzamu fini
 tutta l'acqua di u mari
 Tutti li vostri antinati
 erani omi famosi
 erani lesti è gagliardi
 sanguinarii è curaghjosi
 M'aviani sempri all'appostu
 cutràchini è beddi così.


Varianti


Il còrso propriamente detto presenta una qual certa omogeneità morfologica ma si suddivide essenzialmente in due macrovarianti, seguendo la catena centrale dei monti e in funzione della conformazione geografica dell'isola (con una dividente che passa, grosso modo, lungo la linea che unisce Ajaccio e Calcatoggio, a nord di Bocognano, il Col de Vizzavona, a sud di Ghisoni sul Col de Verde e a sud di Ghisonaccia). Solitamente, gli studiosi posizionano le varianti settentrionali vicino al toscano e quelle meridionali vicino ai dialetti siculo-calabresi[N 1]

La discriminante è rappresentata fondamentalmente dal differente esito e/i intermedio (pelu/pilu, seccu/siccu, questu/quistu), e/i finale (duttore/duttori, oghje/oghji, pane/pani, cuntinentale/cuntinentali), dalla variazione cacuminale almeno a fine parola per -ll- in -dd- (fratellu/frateddu, bellu/beddu, ellu/eddu, elli/eddi, stalla/stadda), il plurale femminile (case/casi, pere/peri), dal comportamento verbale (esse/essa, cunnosce/cunnoscia, vene/vena, corre/corra, parlate/parleti), la mutazione fonetica nella pronuncia (gabu/capu, gane/cane, gorsu/corsu, cidà/cità, vragigu/fracicu) con la sonorizzazione o tensione delle consonanti (face-fage/facce-face), sulla nettezza della pronuncia dei gruppi -ghj- e -chj- (gattu/ghjattu, giurnale/ghjurnale, cullegiu/culleghju) sulla pronuncia della -v- (binu/vinu, bacca/vacca).


Còrso cismontano


Còrso del Nord o cismontano (cismontincu o supranu o supranacciu), che costituisce la variante più diffusa e standardizzata,[senza fonte] parlato nella zona nordoccidentale nei distretti di Bastia (Bastia) e Corte (Corti). Il dialetto di Bastia e quello del Capo Corso, per le loro caratteristiche, potrebbero rientrare tra i dialetti toscani, rappresentando - tra l'altro - la parlata più vicina all'italiano standard rispetto a qualunque dialetto italiano, a parte, naturalmente, i vernacoli toscani. Sono indiscutibilmente cismontani i dialetti che oltre tutte le caratteristiche citate presentano, ad esempio, esito in chjamerebbe/i e quindi situati a nord di una linea che unisce Piana, Vico, Vizzavona, Ghisoni, Ghisonaccia (escludendole) e comprendono i sottogruppi del Capo Corso (Capicursinu) e di Bastia (Bastiacciu, i>e: destinu, ghjennaghju, secondu, bellezza; a>e: ferru, apertu, persona, numeru, mercuri, canteraghju) del dialetto di Cervioni (oltre a i>e ed a>e, u>o: ottanta, momentu, toccà, continentale; a>o: oliva, orechja, ocellu), nonché gli altri tra cui quello della Balagna (Balaninu) e di Corte (che mantengono le caratteristiche generali del còrso: distinu, ghjinnaghju, sicondu, billezza, apartu, farru, marcuri, cantaraghju, uttanta, mumentu, tuccà, cuntinentale, aliva, arechja, acellu), il Niulincu.


Zona di transizione


Ai margini (a nord e sud) di questa dividente vi è una zona intermedia di transizione nelle quali vi sono alcune caratteristiche assimilabili a ciascuno dei gruppi, nonché per altre particolarità locali. Sono di transizione tra quelli cismontani i dialetti della zona tra Piana a Calcatoggio e della Cinarca con Vizzavona (che presentano ad esempio esito verbale in chjamarìa come al sud), nonché quelli del Fiumorbo tra Ghisonaccia e Ghisoni (fiumorbacciu, che presenta la cacuminale) e tra quelli pomontinchi l'aiaccino (aiaccinu, vero crogiuolo di mescolanze, ma con una base pomontinca e il -ll→-dd- cacuminale in fine di parola, pronuncia netta di -ghj-, plurale femminile in -i, cane e accattà e non ghjacaru e cumprà, ellu/ella e non eddu/edda; piccole variazioni: sabbatu>sabbitu, u li dà>ghi lu dà; sillaba finale spesso troncata e accentata: marinari>marinà, panatteri>panattè, castellu>castè, cuchjari>cuchjà) e i dialetti della Gravona (che però almeno nella parte meridionale hanno carattere più spiccatamente pomontinco), il bastelicaccio (che sarebbe pomontinco ma presenta alcune particolarità con il suo tipico rotacismo: Basterga) e il dialetto di Solenzara (che non conserva le vocali -i- e -u- corte latine: seccu, peru, rossu, croci, pozzu).


Còrso oltramontano


Il còrso del Sud o oltramontano (pumontincu o suttanu o suttanacciu) è la variante più arcaica e conservativa, parlata nei distretti di Sartene (Sartè) e Porto-Vecchio (Portivechju). In analogia con il sardo ed a differenza del còrso cismontano, conserva la distinzione delle vocali brevi latine ĭ e ŭ (es. pilu, bucca). È caratterizzata inoltre dalla presenza di suoni cacuminali in -ll→-dd- [es. aceddu (uccello), beddu (bello), quiddu (quello), ziteddu (ragazzo)]. La lingua parlata ad Ajaccio (Aiacciu) presenta caratteristiche di transizione. Sono totalmente pomontinchi i dialetti del Taravese (Taravesu, -dd- cacuminale solo per -ll-: frateddu, suredda, beddu; ma conservazione di -gl-: piglià, famiglia, figliolu, vogliu; ma non conserva le vocali -i- e -u- corte latine: seccu, peru, rossu, croci, pozzu), del Sartenese (Sartinesu, conservativo, vocali -i- e -u- corte latine: siccu, piru, russu, cruci, puzzu; modificazione -rn→-rr-: forru, carri, corru; cacuminale anche per gl: piddà, famidda, fiddolu, voddu; forme verbali in cantàvami, cantàvani; plurale maschile in -i>-a: l'ochja, i poma; ma con esito in eddu/edda/eddi), dell'Alta Rocca (Rucchisgianu, tra i più conservativi e puri, con esito in iddu/idda/iddi, la cacuminale -dd- anche per -gl-: piddà, famidda, fiddolu, voddu, -i- e -u- corte latine e con altre particolarità che lo accostano notevolmente al gallurese), e della regione meridionale tra Porto Vecchio (Portivechjacciu) e l'entroterra di Bonifacio (cacuminale in -dd- anche per -gl- come nell'Alta Rocca ma con -u>-i: fiumu, paesu, patronu; evoluzione del plurale maschile -i>-a: i letta, i solda, i ponta, i foca, i mura, i loca, i balcona; forme verbali in cantàiami, cantàiani; -i- e -u- corte latine, esito eddu/edda/eddi a Porto Vecchio ma iddu/idda/iddi a Figari). I dialetti pomontinchi sono quindi delimitati da una linea che passa a sud di Porticcio, Bastelica, del Col di Verde e di Solenzara (escludendoli).


Gallurese


Il gallurese (gadduresu), parlato nella regione storico-geografica della Gallura (Sardegna), è molto simile ai dialetti dell'Alta Rocca per le seguenti caratteristiche :


Castellanese


Parlato nel comune di Castelsardo in Sardegna, e come variante a Tergu e Sedini. L'origine dell'idioma risale all'incirca al XIII secolo in seguito all'arrivo di un grande numero di genti corse che finirono per rappresentare la maggioranza della popolazione, cui si aggiungevano liguri, toscani e sardi che insieme costituivano la variegata popolazione della città neo-fondata dai Doria. Questa variante rappresenta un esempio di koinè in quanto, in un contesto linguistico prettamente toscano-corso (presenta analogie con il corso parlato nella conca di Ajaccio, e in particolare con la variante della lingua corsa detta "taravesu"), si aggiungono elementi galloromanzi (liguri-genovesi) e molti termini sardi e di derivazione catalana/aragonese. Il castellanese presenta notevoli concordanze con la variante del corso detto Taravesu con il quale condivide moltissimi fonemi: pronomi personali eddu/edda/eddi, cacuminali solo per -ll, conservazione del gruppo -GL, passaggio del gruppo -RN a -RR, mantenimento della v intervocalica, sviluppo in -e/-o delle vocali brevi latine, Le caratteristiche più importanti del castellanese possono essere individuate in:


Sassarese


Il sassarese (sassaresu),


Esempi nelle principali varianti


Italiano standard: I passatempi Elbano occidentale: I passatempi Capraiese: I passatempi Corso cismontano: I passatempi Corso oltramontano: I passatempi Tavarese: I passatempi Gallurese: Li passatempi Castellanese: Li passatempi Sassarese[N 12]: Li passatempi

Sono nato in Corsica e vi ho passato gli anni migliori della mia giovinezza. Ricordo, quando eravamo ragazzi, che le nostre mamme ci mandavano da soli a fare il bagno. Allora la spiaggia era piena di sabbia, senza scogli né rocce e si stava in mare delle ore fino a quando, paonazzi dal freddo poi ci andavamo a rotolare in quella sabbia bollente dal sole. Poi l'ultimo tuffo per levarci la sabbia attaccata alla pelle e ritornavamo a casa che il sole era già calato, all'ora di cena. Quando faceva buio noi ragazzi ci mandavano a fare granchi, con la luce, che serviva per mettere l'esca agli ami per pescare. Ne raccoglievamo in quantità poi in casa li mettevamo in un sacchetto chiuso in cucina. Una mattina in cui ci eravamo alzati che era ancora buio, quando siamo andati a prendere il sacchetto era vuoto e i granchi giravano per tutte le camere e c'è voluta più di mezz'ora per raccoglierli tutti.

Sò nato in Corsica e c'hajo passato li méglio anni de la mi' giovinezza. Mi mentovo quand'èremo bàmboli che le nosse ma' ci mandàveno da ssoli a fa' 'l bagno. Allora la piaggia era piena di rena, senza scogli né greppe e stàvemo in mare fino a quando ingrozzichiti c'andàvemo a rivorta' 'n chidda rena bollente dal sole. Poi l'urtimo ciutto pe' levacci la rena attaccata a la pella e tornàvemo 'n casa che 'l sole era già ciuttato, a l'ora di cena. Quando veniva buio a no' bàmboli ci mandàveno a fa' granchi, colla luce, che ci voléveno pe' mette' l'ami pe' pescà. Ne aricogliévemo a guaro, po' 'n casa li mettévemo in de 'n sacchetto chiuso 'n cucina. Una matina che c'èremo levati ch'era sempre buio, quando simo andati a piglià 'l sacchetto era voto e li granchi giràveno pe' ttutte le càmmere e c'è voluto più di mezz'ora ad aricoglieli tutti.

Sigghi natu in Corsica e g'hagghi passatu li mégghiu anni di la me ghiuvinézza. Ricordu quandu èrami zitèlli chi le nosse ma' ci mandèvani da ssòli a fa' u bagnu. Allora la piagghia ère piena di réna, senza scógghi né rocce e ci stève in mare dill'òre finu a quandu paunazzi da u freddu po' ci andèvami a rivòrtule in quella réna bullènte da u sole. Po' l'urtimu ciuttu pe' levacci la réna attaccata a la pella e riturnèvamì in casa chi u sole ère ghià calatu, a l'ora di cena. Quandu fève bugghiu a no'zitèlli ci mandèvani a fa' granchi, cu la lusa, chi ci vulèvani pe' annésche l'ami pe' pèsche. Ne ricugghièvami a mandilate piene po' in casa li mettivami in de un sacchéttu chiòsu in cusina. Una matìna chi c'èrami orzati chi ère sempre bugghiu, quandu simmi andati a pigghie u sacchéttu ère vòtu e li granchi ghirèvani pe' ttutte le càmmare e c'è vulutu più di mezz'ora a ricugghiàli tutti.

Sò natu in Corsica è c'aghju passatu i più belli anni di a mio giuventù. M'arricordu quand'èramu zitelli chì e nostre mamme ci mandavanu soli à fà u bagnu. Tandu a piaghja era piena di rena, senza scogli né cotule é ci ne stàvamu in mare per ore fin'à quandu, viola per u freddu, dopu ci n'andavamu a vultulàcci in quella rena bullente da u sole. Po' l'ultima capiciuttata per levacci a rena attaccata à a pelle è vultavamu in casa chì u sole era digià calatu, à ora di cena. Quand'ellu facìa bughju à noi zitèlli ci mandàvanu à fà granchi, cù u lume, chì ci vulìa per innescà l'ami per a pesca. N'arricuglìamu à mandilate piene po' in casa i punìamu nu un sacchéttu chjosu in cucina. Una mane chì c'èramu arritti ch'èra sempre bughju, quandu simu andati à piglià u sacchettu ellu èra biotu è i granchi giravanu per tutte e camere è ci hè vulsuta più di méz'ora à ricoglieli tutti.

Sòcu natu in Còrsica e v'agghju passatu i mèddu anni di a me ghjuvintù. M'ammentu quand'érami zitéddi chì i nosci mammi ci mandàiani da par no' a fàcci u bagnu. Tandu a piaghja ghjéra piena di rèna, senza scódda né ròcchi è si staghjìa in mari ori fin'a quandu, viola da u fritu andàghjìami a vultulàcci in quidda rèna buddènti da u soli. Dapo', l'ultima capuzzina pa' livàcci a réna attaccata a à péddi e turràiami in casa chì u soli era ghjà calatu, à l'ora di cena. Quandu facìa bughju à no' zitéddi ci mandàiani à fà granci, cù a luci, chi ci vulìa par inniscà l'ami pà piscà. N'arricuglivàmi à mandili pieni è dapoi in casa i mittìami drent'à un sacchettu chjusu in cucina. Una matìna chì ci n'érami pisàti chi ghjéra sempri bughju, quandu sèmu andati à piddà u sacchéttu iddu éra biotu è i granci ghjiràiani pà tutti i càmari e ci hè vuluta più di méz'ora pà ricapizzulàlli tutti.

Socu natu in Corsica è v'aghju passatu i megliu anni di a me ghjuvantù. Mi rammentu quand'erami ziteddi chì i nosci mammi ci mandaiani da par no à fàcci u bagnu. Tandu a piaghja era piena di rena, senza scogli nè rocchi è si staia in mari ori fin'à quandu, viola da u fretu andaiami à vultugliàcci in quidda rena buddenti da u soli. Dapoi, l'ultima capuzzina pà livàcci a rena attaccata à a peddi è turraiami in casa chì u soli era ghjà calatu, à l'ora di cena. Quandu facìa bughju à no ziteddi ci mandaiani à fà granci, cù a luci, chì ci vulìa par inniscà l'ami pà piscà. N'arricugliìami à mandigli pieni è dopu in casa i mittìami drent'à un sacchettu chjusu in cucina. Una matina chì ci n'erami pisati chì era sempri bughju, quandu semu andati à piglià u sacchettu era biotu è i granci ghjiraiani pà tutti i cammari e ci hè vulsuta più d'una mez'ora pà ricapizzulà li tutti.

Sòcu natu in Còssiga e v'agghju passatu li mèddu anni di la mè ciuintù. M'ammentu candu érami stéddi chi li nostri mammi ci mandàani da pal noi a fàcci lu bagnu. Tandu la piaghja éra piena di rèna, senza scóddi e né ròcchi e si stagghjìa in mari ori fin'a candu, biaìtti da lu fritu andaghjìami a vultulàcci in chidda rèna buddènti da lu soli. Dapoi, l'ultima capuzzina pa' bucàcci la réna attaccata a la péddi e turràami in casa chi lu soli éra ghjà calatu, a l'ora di cena. Candu facìa bugghju a noi stéddi ci mandàani a fa' granchi, cù la luci, chi vi vulìa pa' accindì(attivà) l'ami pa' piscà. N'accapitàami a mandili pieni e dapoi in casa li mittìami indrent'a un sacchéddu chjusu in cucina. Una matìna chi ci n'érami pisàti chi éra sempri lu bugghju, candu sèmu andati a piddà lu sacchéddu iddu éra bòitu e li granchi ghjràani pa' tutti li càmbari e v'è vuluta più di mez'ora pa' accapitàlli tutti.

Soggu naddu in Còssiga e v'agghju passaddu li megli'anni di la mè ghjuivintù. M'ammentu cand'èrami piccinni chi li nosthri mammi ci mandavani da pal noi a fàcci lu bagnu . Tandu la spiagghja era piena di rena, senza scogli né rocchi e si sthaggia ori finz'a candu, biàtti da lu freddu andagiami a vultulacci in chidda rena buddendi da lu soli. Dabboi l'ultima cabucina pà buggacci la rena attaccadda a la pèddi e turravami in casa chi lu soli era ghjà caladdu, a l'ora di cena. Candu fagia bughju à noi piccinni ci mandavani a fà ganci, cù la lugi chi vi vulia pà inniscà l'àmi pà piscà. Ni pigliavami assai e daboi in casa li mittìami drent'a un saccheddu sarraddu in cucina. Un mangianu chi ci n'erami pisaddi chi era sempri bugghju, candu semmu andaddi à piglià lu sacchettu era boiddu é li ganci ghjiràvani pàl tutti li càmmari è v'é vuludda più di mezz'ora pà accuglinnili tutti.

Soggu naddu in Còssiga e v'aggiu passaddu l'anni più beddi di la pitzinnìa mea. M'ammentu, cand'érami minori, chi li mammi nosthri tzi mandàbani a fatzi lu bagnu a la sora. Tandu l'ippiaggia era piena di rena, chena ischogliu né rocca e si isthazìa a mogliu ori fintz'a candu, biaìtti da lu freddu, andàziami a rudduratzi in chidda rena buddendi da lu sori. A dabboi l'ùlthimu cabutzoni pa bugganni la rena attaccadda a la peddi e turràbami a casa chi lu sori era già caraddu, a l'ora di tzinà. Candu si fazìa buggiu a noi pitzinni tzi mandàbani a piglià granchi, cu' la luzi chi vi vurìa pa innischà l'amu pa pischà. Ni pigliàbami unbè e dabboi in casa li punìami drentu a un sacchettu sarraddu i' la cuzina. Un manzanu chi tzi n'érami pisaddi chi era ancora buggiu, candu semmu andaddi a piglià lu sacchettu eddu era bioddu e li granchi giràbani pa tutti l'appusenti, e v'è vurudda più di mez'ora pa accuglinniri tutti.


Grammatica


Articoli determinativi (sing./plur.): u/i, a/i (ant. lu/li, la/li)

Articoli indeterminativi: unu, una

Pronomi personali: eiu/eo, tu, ellu/ella/eddu/edda/iddu/idda, noi, voi, elli/eddi/iddi

Pronomi e aggettivi possessivi: meiu/meo/mo/me, toiu/to, soiu/so, nostru, vostru, soiu/so

Pronomi e aggettivi dimostrativi: questu/quistu-questi/quisti (questo-questi), quessu/quissu-quessi/quissi (codesto-codesti), quellu/quiddu-quelli/quiddi (quello-quelli)

Verbi:

I verbi hanno fondamentalmente quattro coniugazioni (, , -e/-a, -e/-ì) delle quali la seconda e la terza presentano alcune caratteristiche comuni.

Verbo esse/essa (essere):

Verbo avè (avere):

Coniugazione in -à – Verbo amà (amare):

Coniugazione in -è – Verbo vulè (volere): I rari verbi di questa coniugazione (, duvè, parè, pudè, sapé, valè, vulé) sono tutti irregolari.

Coniugazione in -e/-a – Verbo teme/tema (temere): Comprende ad esempio i verbi crede/creda (credere), corre/corra (correre), rivede/riveda (rivedere);

Coniugazione in -e/-ì – Verbo finisce/finì (finire): Comprende ad esempio i verbi dorme/durmì (dormire), copre/cuprì (coprire), (dire), scopre/scoprì (scoprire), more/morì (morire), vene/venì (venire), apparisce/apparì (apparire), costruisce/costruì (costruire), finisce/finì (finire);


Vocabolario


Tabella di comparazione delle lingue neolatine:

LatinoFranceseCòrsoItalianoSpagnoloOccitanoCatalanoSicilianoNapoletanoPortogheseGallegoRomenoSardoGenoveseLombardoVenetoToscano
clave clé/clef chjave/chjavi chiave llave clau clau chiavi chiava chave chave cheie crae/crai ciave ciav ciàve chiàve
nox (gen. noctis) nuit notte/notti notte noche nuèt/nuèch/nuòch nit notti notta noite noite noapte notte/notti nötte nocc/not nòte notte
cantare chanter cantà cantare cantar cantar cantar cantari cantà cantar cantar cânta cantare/cantai cantar cantâ cantàr cantà/cantare
capra chèvre capra capra cabra cabra cabra crapa crapa cabra cabra capră craba crava cavra cavra capra
lingua langue lingua lingua lengua lenga llengua lingua lengua língua lingua limbă limba/lìngua lengua lengua léngua lìngua
platea place piazza piazza plaza plaça plaça chiazza chiazza praça praza piață pratha/pratza ciassa piazza piàsa piazza
pons pont ponte/ponti ponte puente pont pont ponti ponte ponte ponte pod ponte/ponti punte/punti pont pónte ponte
ecclesia église ghjesgia chiesa iglesia glèisa església cresia chiesia igreja igrexa biserică cheja/cresia gexa giesa céxa chièsa
hospitalis hôpital ospidale/spedale spidali/uspidali ospedale hospital hospital hospital spitali spitale hospital hospital spital ispidale/spidali uspiâ ospedal ospedàl ospitàle
caseus
lat.volg.formaticum
fromage casgiu/furmagliu / furmaghju formaggio o cacio queso formage formatge caciu caso queijo queixo brânză/caș casu caciu formai/gg formàjo cacio

Diversi francesismi sono diffusamente presenti nel còrso (con l'ovvia esclusione di gallurese e sassarese, i quali invece hanno subìto vari sardismi e iberismi): usina (fabbrica, da usine), caminu di farru (ferrovia, da chemin de fer), mèria/mèru (sindaco, da mairie/maire), nivellu (livello, da niveau). Sempre nel còrso di Corsica sono impiegati - per lo più da giornalisti - termini creati artificialmente da alcuni professori dell'Università della Corsica. A volte tali termini tentano di sostituire parole esistenti e per questo non hanno successo presso i locutori comuni; uno degli esempi è costituito dalla parola scheleru che vorrebbe sostituire attentatu, partendo dal latino scelus, sceleris (crimine). Va osservato che, oltretutto, la modifica di scelus, sceleris in scheleru non sembra rispettare la fonetica còrsa, che in perfetto accordo con quella italo-romanza ha generato tempu a partire da tempus, temporis.


Regole di ortografia e di pronuncia


Il còrso viene per quanto possibile scritto in maniera sovradialettale tralasciando le variazioni dialettali minori. Le regole generali di ortografia scritta non differiscono molto da quelle in uso nella lingua italiana (che del resto vi è stata per secoli l'unica lingua scritta), fatte salve alcune particolarità:


Esempi


Poiché il còrso presenta diverse varianti, in alcuni casi le parole possono cambiare da zona a zona.


Frasi e parole base


Salutarsi:
ciao: salutu
salve: salute
buongiorno: bonghjornu
buonasera: bonasera
buonanotte: bonanotte/bonanotti
come va?: cume/cumu site?/comu seti?
come stai?: cume/cumu/comu stai?
allora?: tandu?/allura?
di che (cosa) state parlando:?: a vi discurrite?
tutto bene?: a ti passi?

Scusarsi / Ringraziare:

mi scusi/per favore: mi scusu
scusatemi: scusatemi/scusetimi
grazie / vi ringrazio: grazia/a ringrazziavvi
mi fa molto piacere: mi face assai piacè
sono stato io: sò statu eiu
mi vergogno: mi vargognu
Conoscersi:
di dove siete / da dove venite?: d'induve site/seti?/di quale ne site/seti?
sei bastiaccio?: site bastiacciu?
non sarete mica còrso?: ùn sariate micca Corsu?
sono ajaccino: eiù sò/socu Aiaccinu
dove sei nato?: induve si natu? / Induva sè natu ?
sono nato a Bonifacio: sò/socu natu in Bunifaziu
Accettare, suggerire e proporre:
sono d'accordo: hè detta
va bene: va bè
faccio come dici: aghju da fà cum'è tù dici
facciamo una partita a dama?: a ci femu una dama?
Chiedere qualcosa:
posso venire con voi?: possu vene incu voi? / possu vena cu' voscu ?
posso mangiare?: manghjà, possu?
Dare valutazioni:
per quanto mi riguarda: in quant'è a mè...
(io) penso che...: pensu chì...
(io) credo che: credu chì...
(io) sono sicuro e certo che...: sò / socu sicuru è certu chi...
(io) sono convinto che: sò/ socu scunvintu chì...

Indicare qualcosa o qualcuno


miracolo! / per fortuna!: mirallu!
guarda!: feghja!/fideghjia! / fighjùla ! / guarda !
l'hai qui davanti!!: l'hai qui davanti!
la vedi questa donna?: a vedi sta donna?
lo vedi quest'uomo?: u vedi st'omu?
la vedi questa ragazza?: a vedi sta giuvanotta?/sta zitedda?
lo vedi questo ragazzo?: u vedi stu giuvanottu/stu ziteddu?
lo vedi questo/a bambino/a?: a/u vedi stu/a cininu/a/zitellucciu/a/zitedducciu/a?
Parole in còrso cismontano e in còrso oltramontano
Còrso cismontanoCòrso oltramontanoItaliano
a giuventùa ghjuventùla gioventù
ghjunghjeghjungnagiungere
manghjàmagnàmangiare
zitelluziteddubambino
cavallucavadducavallo
collucodducollo
stellastedda / stiddastella
pellepeddipelle
ellu / ellaiddu / iddalui / lei
pigliàpiddàprendere
famigliafamiddafamiglia
pagliapaddapaglia
fornufurruforno
carnecarricarne
parlateparletivoi parlate
pàrlanupàrlaniessi parlano
simusemunoi siamo
caneghjàcarucane
sì / sè
esseessaessere
accendeaccendaaccendere
correcorracorrere
cunnoscecunnosciaconoscere
induveinduvadove
u mareu mariil mare
u paneu paniil pane
a volpea volpila volpe
Esempi
ItalianoGenoveseCòrsoGallureseSassareseCastellaneseToscano Occidentale (costiero)
la terraa tæraa terra/a tarrala tarrala terrala terrala terra
il cielou çêu celu/ilu celilu zerulu celu'l cèlo
l'acqual'ægual'acqual'eal'ebal'eval'acqua
il fuocou föguu foculu foculu foggulu foggu'l fòo
l'uomol'ommul'omul'omul'ommul'ommul'òmo
la donnaa donnaa donnala fèminala fémminala fémminala donna
mangiaremangiâmanghjà / magnàmanghjà/magnàmagnàmagnàmangià/desinà
berebeivebeie/bìabé/bève
grandegrandegrande/ maiò / maiorimannu/grendi/grandimannumannugrande
piccolopiccinchjùcu/pìcculu/mischinu/minori / minutuminori/picculuminoriminoripìccolo
il burrou bitiruu butiru/a grètulalu buttirrulu buttirrulu buttiru'l burro
il mareu mâu mare/u marilu marilu marilu mari'l mare
il giornou giurnuu ghjornula dí/la ciurratala dìla dì/ giulnadda'l giorno
il fiorea sciûu fiore/fiorilu fiorilu fiorilu fìori'l fiore
la scimmiaa scimiaa scimiala municca/la scimmiala munincala scimmiala scimmia
la macchiaa macciaa tacca/a maculala taccala manciala manciala macchia
la testaa testau capulu capulu cabbulu cabbu'l capo/ceppióne
la finestrau barcunu purtellu/u purteddulu balconi/lu pulteddulu/la balchoni/vintanalu balchonila finestra
il tavoloa touaa tàvula / a tolala bancala banca/la mesala banca'l tàolo
il piattou tunduu piattulu piattulu piattulu piattu'l piatto
lo stagnou stagnuu stagnulu stagnulu isthagnul' isthagnu/ pogghju'l bózzo
il lagou laguu lagu/lavulu lagulu lagulu laguil lago
un aranciou çetrùnun aranciu / un citròun aranciuun aranzuun aranciuun arancio
la scarpaa scarpau scarpulu calzari/lu scalpula bottala bottala scarpa
la zanzaraa sinsâaa zinzalala zínzulala zinzurala zinzulala zanzara
la lucea lüxea luce/a lucila lucila luzila lugila luce
un'unghiaun'ungiaun'unghjaun'unghja/un'ugnaun'ugnaun'ugnaun'unghia
la leprea levrea lèvura/a levra/u lèparulu lèparulu lèpparulu lèpparula lepre
la volpea vurpea volpe/a volpilu maccionilu mazzonilu maccionila górpe
il ghiaccioa giassau ghjacciulu ghjacciulu ghiacciulu ghjacciu'l diaccio
il cioccolatoa ciculataa cicculatalu cioccolatulu ciccuratilu ciocculatu'l cioccolato
l'aereol'aéreul'aviòl'aereu /l'apparecchjul'apparecciul'aereul'aèrio
la vallea vallea valle/a vaddila vaddila baddila vaddila valle
il monteu munteu monte/u montilu montilu montilu monti'l monte
il fiumeu sciümmeu fiume/u riulu riulu riulu riu'l fiume
la stradau carrugiua strada/u carrughjuLa stritta/la strada/la carrerala carrera/l' isthrintala carrera//la strintala strada
il bambinou figgeuu zitellu/u ziteddulu steddulu pizzinnulu piccinnu'l bimbo/'l bamboro
il neonatou ninninu ciruculu/pargulettu/piuppiunellula criatura/lu stidducciula criaddura/lu pizzinneddula criaddura/lu minoreddu'l bimbino
la ferroviaa ferruviau caminu di farru/a ferruviala ferruviaferranderala ferruviala ferrovia
il sindacou scindeguu merru/u meru/u merrelu sìndaculu sindaggulu sindagu'l sìndao
il Comunea Cà du Comuna merria/a Casa Cumunala Cumuna/la Casa Cumunalila Cumuna/lu Cumunilu Comuni'l comune
la stazionea staçiunla gara/a stazionila stazionil'isthazionila stazionila stazione
l'autoa vetüa/ a macchinaa vitturala vittura/la macchinala macchina/la vettura/l'automobirila macchinal'atomòbile
la pecoraa pëguaa pècurala pècurala péggurala pégurala péora
I numeri
1unu
2dui
3tre
4quattru
5cinque/cincu/zincu
6sei
7sette/setti
8ottu
9nove/novi/nobi
10dece/deci/dezi
11ondeci/ondici/ondizi
12dodeci/dodici/dodizi
13tredeci/tredici/tredizi
14quattordeci/quattordici/quatthordizi
15quindeci/quindici/quindizi
16sedeci/sedici/sedizi
17dicessette/dicissette/dizassetti
18diciottu/dizottu
19dicennove/dicinnovi/dizanobi
20vinti/venti/vinti
21vintunu
22vintidui
23vintitrè
24vintiquattru
25vinticinque/vinticincu/vintizincu
26vintisei
27vintisette/vintisetti
28vintottu
29vintinove/vintinovi/vintinobi
30trenta
40quaranta
50cinquanta/zinquanta
60sessanta/sissanta
70settanta/sittanta
80ottanta
90nuvanta/novanta/nubanta
100centu/centu/zentu
200duiecentu / duie centu / duizentu
300trecentu / trè centu / trizentu
400quattrucentu / quattru centu / quattruzentu
500cinquecentu / cinque centu / zincuzentu
1000mille/milli
2000duiemila / duimila / duimiria
1 000 000un milione/un millione
1 000 000 000un miliardo/un miliardu
I giorni della settimana
ItalianoCòrsoGallureseSassareseCastellanese
LunedìLuniLuniLuniLuni
MartedìMartiMaltiMarthiMalti
MercoledìMercuri/MarcuriMàlcuriMarchuriMalcuri
GiovedìGhjovi/GhioviGhjoiGiobiGhjoi
VenerdìVenneri/Vènnari/Veneri/Venari/Vendari/VenderiVènnariVènnariVènnari
SabatoSàbbatuSàbbatuSàbbaduSàbbadu
DomenicaDumènica/DuminicaDumínicaDuménigaDumeniga
I mesi
ItalianoCòrsoGallureseSassareseCastellanese
GennaioGhjennaghju / GhjinnaghjuGhjnnagghjuGinnaggiuGhjnnagghju
FebbraioFerraghju/Farraghju/ FriaghjuFriagghjuFribaggiuFriagghju
MarzoMarzuMalzuMazzuMalzu
AprileAprile/ApriliAbririAbririAbrili
MaggioMaghjuMagghjuMaggiu/MaiuMagghju
GiugnoGhjugnuLàmpataLàmpadaLàmpada
LuglioLugliu/LudduAgliolaTriuraTriula
AgostoAostu/AustuAustuAosthuAosthu
SettembreSettembre/SittembriCapidannuCabidànnuCabidannu
OttobreOttobre/Uttovri/UttroviSantigainiSantuaìniSantuaini
NovembreNovembre/NuvembriSantandriaSantandriaSantandria
DicembreDecembre/DicembriNataliNaddariNaddali

In gallurese come anche in sassarese e castellanese, nel linguaggio comune, spesso le forme tradizionali làmpata/làmpada, agliola/triura/triula, capidannu/cabidanni, santigaini/santuaini, santandria e natali/naddari/naddali tendono a essere sostituite rispettivamente da ghjugnu/giugnu/ghjugnu, luddu/lugliu/lugliu, sittembri/settembre/sittembri, uttobri/ottobre/uttobri, nuembri/nubembri/nuvembri e dicembri/dizembri/dicembri.

Le stagioni
ItalianoGenoveseCòrsoGallureseSassareseCastellaneseToscano
Primaveraprimaveiaprimavera/veranu/branubranu/primmaeraprimabèra/branuprimmaera/branuPrimaèra
Estatestae/estaeestate/istate/istati/istatinastatiali/istiuisthiu/isthadiariisthiu/staddialiEstahe
Autunnoautunnuautunnu/vaghjimuvagghjimu/ottugnuattugnuattugnu/vagghjimuAtunno
Invernoinvernuinvernu/invarruvarruinverruinverru'Nverno
I pasti
ItalianoCòrsoGallureseSassareseCastellanese
ColazioneCullaziò/CullazioneSmulzuImmuzà/ImmùzuSmulzu
PranzoPranzuGustariGusthariPranzu/Gustali
MerendaMerenda/MirendaMirendaMerendaMirenda
CenaCenaCenaZenaCena
La cucina
ItalianoCòrsoGallureseSassareseCastellanese
AcquaAcquaEaEbaEva
VinoVinuVinuBinuVinu
BirraBieraBirraBirraBirra
AcetoAcetuAcetuAzedduAgeddu
OlioOliuOciuOzuOcciu
LatteLatte/iLattiLattiLatti
MieleMele/iMéliMeriMeli
UovoOvu/aOaObuOu
PanePane/iPaniPaniPani
RisoRisuRisuRisuRisu
ProsciuttoPrisuttuPrusciuttuProsciuttuPrusciuttu
SalsicciaSalcicciaSalticciaSalthizaSalticcia
ZuccheroZùccaruZùccaruZùccaruZùccaru
SaleSale/iSaliSariSali
PatataPomuPomuPatatuPatatu
PolentaPulendaPulentaPurentaPulenta
FormaggioCasgiu/FurmaghjuCasgiuCasgiuCasgiu
CaffèCaffèCaffèCaffèCaffè
PescePesce/Pesciu/Pisciu/PiscePesciuPesciuPesciu
CarneCarne/CarriCarriCarriCarri
Verdura/OrtaggiOrtaglia/Urtaglia/OrtameUltaliziaVirdhura/UrthariziaUltalizia/vildura
PastaPastaPastaPasta/maccarroniPasta/maccaroni
PizzaPizzaPizzaPizzaPizza
FocacciaFucacciaCoccu/FucacciaCoccacuaccia
BiscottoBiscottuBiscottuBischottuBischottu
TortaTortaTultaTurthaTulta
TonnoTonnuTonnuTonnuTunnu
ZuppaSuppa/MinestraMinestra/SuppaZuppasuppa
SogliolaSogliulaSogliulaSogliuraSogliula

Nomi delle città corse


Nome italianoNome corsoNome francese
AiaccioAiacciu / AghjacciuAjaccio
AleriaAleriaAléria
BastiaBastiaBastia
BonifacioBunifaziuBonifacio
CalviCalviCalvi
CervioneCervioniCervione
CorteCortiCorte
Isola RossaLisulaL'Île-Rousse
Porto VecchioPortivechjuPorto-Vecchio
ProprianoPrupiàPropriano
RoglianoRuglianuRogliano
San FiorenzoSan FiurenzuSaint-Florent
SarteneSartèSartène
VicoVicuVico

I nomi delle città corse sono praticamente tutti di origine italiana, poiché la lingua colta impiegata in Corsica era quella italiana sino all'imposizione per legge del francese nel 1859. Gran parte dei maggiori centri, inoltre, sono stati fondati o promossi al rango di città per iniziativa dei governi pisano e genovese. Anche dopo il passaggio sotto la sovranità francese solo pochi centri in Corsica hanno subito l'assimilazione nella lingua statale, la cosiddetta gallicizzazione, ovvero Isola Rossa diventata L'Île-Rousse e San Fiorenzo diventato Saint-Florent. Altre modifiche minori hanno riguardato Aiaccio, per la quale è stata utilizzata la forma italiana arcaica Ajaccio e Sartene, diventato Sartène, oltre all'aggiunta di un trattino tra tutti i nomi doppi, ad esempio Porto-Vecchio per Porto Vecchio. La denominazione di Tox è invece antecedente all'annessione francese in quanto era già utilizzata come variante alternativa a Tocchisu, identico ancora oggi come forma corsa. La versione corsa dei nomi delle città è comunque assai prossima a quella italiana.


Francesismi


Dall'annessione alla Francia nel 1768 la lingua corsa è stata influenzata dal francese nella terminologia, ecco alcuni esempi:

Italiano Corso Francese
autistasciufforechauffeur
aeroplanoaviòavion
automobile, vetturavittura, automobilevoiture
calcioghjocu à ballò/ballò[N 13]football
benzinagasu, essenzaessence, carburant
cinemacinemà, sinemà, cinemacinéma
computerurdinatori, ordinadoreordinateur
fabbricausinausine
ferroviacaminu di farru, strada ferratachemin de fer
galleriatunellutunnel
livellolivellu, nivellu[N 14]niveau
lavoratoretravagliadoretravailleur
municipiomerria, casa cumunamairie
pallonesfera, pallò, ballòsphère
panettierepanatteruboulanger
patatapomu, patatapomme de terre, patate
scioperogreva, disoperugrève
sindacomerru, meru, merremaire
stazionegaragare
verduraligumelégume
zuppasuppa, minestrasoupe

Utilizzo della lingua e riconoscimento istituzionale


Secondo un censimento dell'aprile del 2013 la lingua còrsa in Corsica ha un numero di locutori tra 86.800 e 130.200 su 309.693 abitanti, la fascia di popolazione che ha un livello buono di conoscenza della lingua oscilla tra un minimo del 25% nella fascia d'età tra i 25 e i 34 e il massimo del 65% nella fascia d'età oltre i 65 anni; quasi un quarto della popolazione tra i 25 e i 34 non capisce il corso mentre solo una ristrettissima minoranza di anziani non capisce il còrso, il 32% della popolazione della Corsica settentrionale lo parla abbastanza bene, come anche il 22% della popolazione della Corsica del Sud, mentre il 10% della popolazione della Corsica parla solo francese.

Il 62% parla sia francese che còrso, invece solo l'8% dei còrsi sa scrivere correttamente in lingua corsa mentre circa il 60% della popolazione non sa scrivere in còrso, il 90% della popolazione còrsa è favorevole a un bilinguismo còrso-francese, il 3% vorrebbe che il còrso fosse l'unica lingua ufficiale in Còrsica e il 7% solo il francese[28]. Il 17 maggio 2013 l'Assemblea della Corsica ha votato la co-ufficialità di còrso e francese con 36 voti a favore e 11 astenuti, mentre 4 erano assenti[29]. Contro la co-ufficialità si è espresso il ministro degli interni Manuel Valls che ha affermato "il francese è la sola lingua ufficiale" e "nessuna co-ufficialità tra còrso e francese nell'isola", sostenendo che la norma verrà dichiarata anticostituzionale dal Consiglio costituzionale[30][31]. Il presidente francese François Hollande durante la visita in occasione del 70º anniversario della liberazione dell'isola dai nazisti ha affermato "modificare la costituzione [per la co-ufficialità] è una cosa lunga", anche se non ha nascosto aperture future per cambiare la costituzione e rendere possibile il bilinguismo nelle varie regioni francesi[32].

 %Ripartizione linguistica (gruppi principali)[33]
4%madrelingua araba
86%madrelingua corsa
10%madrelingua francese

Principali scrittori in lingua corsa




Media in lingua corsa



Riviste e giornali



Radio



Programmi radiofonici



Televisione



Istituzioni e associazioni per la protezione e il mantenimento della lingua corsa



Film e serie televisive in lingua corsa


Questo è l'elenco dei film e serie televisive recitate in parte o completamente in lingua corsa:


Premi letterari


Premio Paolo Zarzelli di letteratura di lingua corsa-gallurese (Premiu Paulu Zarzelli di litteratura di lingua corsa-gadduresa)

La prima edizione si è tenuta a Santa Teresa di Gallura il 12 agosto 2012 organizzata dalla Collettività territoriale della Corsica, dalla Provincia di Olbia-Tempio (oggi soppressa), dal Consiglio generale della Corsica del Sud, dal comune corso di Peri, dalle Edizioni Cismonte & Pumonti/Matina Latina e dall'associazione Filu d'Amparera – Casa Pumuntinca di a Lingua. I giurati sono stati i corsi Marceddu Jureczek, Lisandru Bassani, Lisandru Marcellesi, Lisandro Muzy e Patrick Salvatorini, i galluresi Piero Bardanzellu, Andrea Muzzeddu e Giancarlo Tusceri, mentre il presidente della Giuria era Renato Codi.[36][37]


Note


Annotazioni
  1. «Au sud, on sera peut-être surpris de constater que la plus proche parenté n'est pas avec le sarde, pourtant si proche dans l'espace, mais avec les dialectes de l'Italie méridionale, notamment le calabrais. Un Corse du Sud parlant corse en toscane sera identifié comme calabrais; un corse du nord parlant corse en Sardaigne centrale sera identifié comme italien; quand à un sarde parlant sarde dan la péninsule, il ne sera pas compris.» Jacques Fusina, Fernand Ettori, Langue Corse Incertitudes et Paris, Ajaccio, Scola Corsa, 1981, p. 12.
  2. «Evidence from early manuscripts suggests that the language spoken throughout Sardinia, and indeed Corsica, at the end of the Dark Ages was fairly uniform and not very different from the dialects spoken today in the central (Nuorese) areas.» Martin Harris, Nigel Vincent, The Romance languages, London and New York, Routledge, 2000, p. 315.
  3. «Originariamente le varietà corse presentavano numerose affinità col sardo, ma hanno subito l'influenza toscana nel corso dei secoli a causa della forte penetrazione pisana soprattutto nel centro-nord dell'isola.» Lorenzo Renzi, Alvise Andreose, Manuale di linguistica e filologia romanza, Il Mulino, 2009, p. 56.
  4. «Malgrado la maggior durata della dominazione ligure, prolungatasi fino al XVIII secolo, le varietà romanze locali (specie quelle settentrionali) sono state influenzate soprattutto dalle parlate toscane, a tal punto che i dialetti còrsi, originariamente non dissimili dal sardo, costituiscono oggi il gruppo romanzo linguisticamente più affine al sistema dei dialetti toscani.» Sergio Lubello (2016). Manuale Di Linguistica Italiana. De Gruyter. p. 141
  5. «In earlier times Sardinian probably was spoken in Corsica, where Corsican (Corsu), a Tuscan dialect of Italian, is now used (although French has been Corsica’s official language for two centuries).» Rebecca Posner et al., Sardinian language, Encyclopedia Britannica.
  6. «Il rapporto di diglossia che si instaura tra corso e toscano, soprattutto a partire dal Cinquecento, non pare sostanzialmente diverso da quello che normalmente prevale nelle altre regioni italiane e che vede nella vicina Sardegna il livello alto occupato piuttosto dal catalano o dal castigliano.» Toso, Fiorenzo. " Lo spazio linguistico corso tra insularità e destino di frontiera.." Linguistica (Ljubljana) letnik 43. številka 1 (2003), p. 79
  7. «Pendant des siècles, toscan et corse ont formé un couple perçu par les locuteurs comme deux niveaux de la même langue.» Jacques Fusina, Fernand Ettori, Langue Corse Incertitudes et Paris, Ajaccio, Scola Corsa, 1981, p. 81.
  8. «C’est une province de langue italienne qui rejoint l’ensemble français en 1768. De langue italienne aux deux sens du mot langue : langue véhiculaire - officielle - et langue vernaculaire. Le lien génétique qui unit les deux systèmes linguistiques est en effet très étroit si bien que les deux variétés peuvent fonctionner comme les deux niveaux d’une même langue. Encore convient-il de regarder de plus près en quoi consiste l’italianité dialectale de la Corse : plus complexe, mais sans doute aussi plus fondamentale et plus ancienne que l’italianité " officielle ", c’est elle qui inscrit véritablement notre île au cœur de l’espace italo-roman.» Marie José Dalbera-Stefanaggi, Essais de linguistique corse, 2000, pp. 250-251.
  9. «A differenza che in altre regioni d'Italia non nasce quindi in Corsica, se non tardivamente, una letteratura dialettale riflessa secondo la nota categorizzazione crociana, ne tanto meno una letteratura regionale portatrice di autonome istanze ideologiche e culturali, come avviene invece in Liguria o in Sardegna.» Toso, Fiorenzo. " Lo spazio linguistico corso tra insularita e destino di frontiera.." Linguistica (Ljubljana) letnik 43. številka 1 (2003), p. 79
  10. «Dalla lettura di queste canzoni si vedrà che i Corsi non hanno, né certo finora aver possono, altra poesia o letteratura, fuorchè l'italiana. [...] E la lingua corsa è pure italiana; ed è stata anzi finora uno dei meno impuri dialetti d'Italia.» Salvatore Viale, Canti popolari corsi, Bastia, Stamperia di Cesare Fabiani, 1855, p. 4.
  11. Termini quali magendula (mascella), di origine còrsa, sono ancora in uso nel centro.
  12. Le parole che iniziano con il gruppo "gi-" (come già, girà, ecc.) possono essere anche pronunciate in maniera iotica, ossia sostituendo la 'g' con una 'j' (ja, jirà...)]
  13. Si dice anche ghjocu di pallone o ghjocu di pallò o calcio, ma sono termini meno usati.
  14. Usati anche niveddo e niveddu, termini meno utilizzati sono livello e livellu
Fonti
  1. Corsican., Ethnologue, 2016
  2. Riconoscendo l'arbitrarietà delle definizioni, nella nomenclatura delle voci viene usato il termine "lingua" in accordo alle norme ISO 639-1, 639-2 o 639-3. Negli altri casi, viene usato il termine "dialetto".
  3. Capraia, la più còrsa delle isole toscane, su corsicaoggi.com.
  4. Guarnerio P.E., Il sardo e il còrso in una nuova classificazione delle lingue romanze. AGI 16, 1902, p. 491-516.
  5. Bernardino Biondelli, Studi linguistici, Milano, Giuseppe Bernardoni, 1856, p. 186.
  6. Manlio Cortelazzo, Gliederung der Sprachräume/Ripartizione dialettale, in Lexikon der Romanistischen Linguistik (LRL IV), a cura di G. Holtus, M. Metzeltin e C. Schmitt, vol. IV, Tübingen, Niemeyer, 1988, p. 452.
  7. Tagliavini C., Le origini delle lingue neolatine, Bologna, Pàtron, 1972, p. 395.
  8. Corsica, in Britannica.
  9. Distribution of the Romance languages in Europe (JPG), in Britannica.
  10. Marie José Dalbera-Stefanaggi, La langue corse, Presses universitaires de France, 2002, p. 11.
  11. Arrighi, Jean-Marie (2002). Histoire de la Corse, Edition Jean-Paul Gisserot, Paris, p.51
  12. Alexandra Jaffe, Ideologies in Action: Language Politics on Corsica, Walter de Gruyter, 1999, p. 72, ISBN 3-11-016445-0.
  13. Hervé Abalain, Le français et les langues historiques de la France, Éditions Jean-Paul Gisserot, 2007, p. 113.
  14. Alexandra Jaffe, Ideologies in Action: Language Politics on Corsica, Walter de Gruyter, 1999, p. 71, ISBN 3-11-016445-0.
  15. Marie José Dalbera-Stefanaggi, La langue corse, Presses universitaires de France, 2002, p. 16.
  16. Jean-Marie Arrighi, Histoire de la Langue Corse, Editions Jean-Paul Gisserot, 2002, pp. 73-74.
  17. Fiorenzo Toso, 3, in Le minoranze linguistiche in Italia, Bologna, Società editrice Il Mulino, 2008, ISBN 9788815361141.
  18. Marie José Dalbera-Stefanaggi (2002). La langue corse. Presses universitaires de France. p. 3, Langue ou dialecte?
  19. G.B Pellegrini, Carta dei Dialetti d'Italia, Pisa, Pacini, 1977, p. 61.
  20. Loi n°51-46 du 11 janvier 1951 relative à l'enseignement des langues et dialectes locaux *Loi Dexonne*, su legifrance.gouv.fr.
  21. Delamotte-Legrand, Régine; François, Frédéric; Porcher, Louis (1997). Langage, éthique, éducation: Perspectives croisées, Publications de l'Université de Rouen et du Havre
  22. (FR) INSEE Corse - Langue corse : réception, transmission et pratique (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015)., ricerca del 2004.
  23. «Evidence from early manuscripts suggests that the language spoken throughout Sardinia, and indeed Corsica, at the end of the Dark Ages was fairly uniform and not very different from the dialects spoken today in the central (Nuorese) areas.» Martin Harris, Nigel Vincent, The Romance languages, London and New York, Routledge, 2000, p. 315.
  24. «Originariamente le varietà corse presentavano numerose affinità col sardo, ma hanno subito l'influenza toscana nel corso dei secoli a causa della forte penetrazione pisana soprattutto nel centro-nord dell'isola.» Lorenzo Renzi, Alvise Andreose, Manuale di linguistica e filologia romanza, Il Mulino, 2009, p. 56.
  25. «Malgrado la maggior durata della dominazione ligure, prolungatasi fino al XVIII secolo, le varietà romanze locali (specie quelle settentrionali) sono state influenzate soprattutto dalle parlate toscane, a tal punto che i dialetti còrsi, originariamente non dissimili dal sardo, costituiscono oggi il gruppo romanzo linguisticamente più affine al sistema dei dialetti toscani.» Sergio Lubello, Manuale Di Linguistica Italiana, De Gruyter, 2016, p. 141.
  26. Sardinian language, Encyclopedia Britannica, su britannica.com.
  27. Accadde oggi, il 4 agosto 1859 la Francia vieta la lingua italiana in Corsica, su Corsica oggi. URL consultato il 27 settembre 2019.
  28. Inchiesta sociolinguistica nant'à a lingua corsa, su corse.fr. URL consultato il 1º dicembre 2014 (archiviato il 6 dicembre 2014).
  29. Le statut de co-officialité de la langue corse est adopté!, su alta-frequenza.com. URL consultato il 18 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2013).
  30. Manuel Valls : pas de coofficialité du français et du corse dans l'île, su liberation.fr. URL consultato il 29 dicembre 2013 (archiviato il 30 dicembre 2013).
  31. Manuel Valls aux Corses : «Le français, seule langue officielle», su ladepeche.fr. URL consultato il 29 dicembre 2013 (archiviato il 31 dicembre 2013).
  32. En Corse, Hollande rend hommage au préfet assassiné Claude Erignac, su sudouest.fr. URL consultato il 29 dicembre 2013 (archiviato il 31 dicembre 2013).
  33. Inchiesta sociolinguistica 2013
  34. Magazine étudiant : U Vagabondu : pour l'amour de la langue corse, su corsematin.com. URL consultato il 9 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
  35. Hè esciutu U Zazu !, su apiazzetta.com. URL consultato il 9 luglio 2012 (archiviato il 1º aprile 2015).
  36. La lingua di còrsi e galluresi nasce un premio letterario, su lanuovasardegna.gelocal.it. URL consultato il 23 giugno 2012 (archiviato il 18 agosto 2014).
  37. Premio Zarzelli (PDF), su uniss.it. URL consultato il 23 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2014).

Bibliografia



Voci correlate



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На других языках


[de] Korsische Sprache

Korsisch (Korsisch corsu, Galluresisch cossu oder cossicanu) ist das ursprüngliche, von den Bewohnern der Mittelmeerinsel Korsika gesprochene romanische Idiom, das hier seit dem 19. Jahrhundert in Konkurrenz zum Französischen steht. Sprachsystematisch gehört es zur Gruppe der italoromanischen Sprachen oder Dialekte und ist eng mit dem toskanischen Italienisch verwandt.

[en] Corsican language

Corsican (corsu [ˈkorsu], [ˈkɔrsu]; full name: lingua corsa [ˈliŋɡwa ˈɡorsa], [ˈliŋɡwa ˈɡɔrsa]) is a Romance language constituted by the continuum of the Italo-Romance dialects spoken on the Mediterranean island of Corsica (France) and on the northern end of the island of Sardinia (Italy). Corsican is related to the Tuscan varieties from the Italian peninsula, and therefore also to the Florentine-based standard Italian.

[es] Idioma corso

El idioma corso es constituido por un conjunto de dialectos de origen italorromance (latín) pertenecientes al grupo toscano y divididos en dos grupos principales, el cismontano y el ultramontano, cuya unión da lugar al idioma corso propiamente dicho. Se habla principalmente en la isla de Córcega, Francia. Su estatus como idioma es relativamente reciente (reivindicación que data de los años ochenta del siglo XX) y al principio no había entrado en la definición generalmente admitida de lengua romance debido a su gran parecido con algunas variantes del dialecto toscano. Ahora es reconocido por el Estado francés como lengua protegida en Córcega y goza de la enseñanza en la Universidad de Corte y en varias escuelas, así como de un uso extendido a la lengua escrita.

[fr] Corse (langue)

Le corse (autonyme : corsu, /ˈkor.su, /ˈkɔr.su/) est une langue romane étroitement apparentée au toscan, appartenant au groupe italo-roman et très proche des dialectes d'Italie centrale.
- [it] Lingua corsa

[ru] Корсиканский язык

Корсика́нский язы́к (самоназвания Corsu, Corso, Corse, Corsi) — диалект итальянского языка. Распространён на острове Корсика (Франция) и на севере Сардинии.



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