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Il dialetto lombardo occidentale[1] (più raramente cisabduano[2] o insubre[3][4]) è uno dei due rami principali della lingua lombarda la quale, con la variante orientale, è riconosciuta come "lingua minoritaria" europea dal 1981 (Rapporto 4745 del Consiglio d'Europa) e inoltre censita dall'UNESCO (Red book on endangered languages) tra quelle meritevoli di tutela.

Lombardo occidentale
Parlato in Italia
 Svizzera
Regioni Lombardia (escluse le province di Bergamo, Brescia e Mantova)
Piemonte (provincia di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola)
 Ticino (Sottoceneri)
Locutori
Totale1,9 milioni
Tassonomia
FilogenesiLingue indoeuropee
 Lingue italiche
  Lingua latina
   Romanze
    Galloromanze
     Galloitaliche
      Lombardo
       Lombardo occidentale
Codici di classificazione
Glottologwest2343 (EN)
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1
Tucc i òmen nàssen liber e tucc istess per dignitaa e diritt. Gh'hann giudizi e coscienza e gh'hann de tratass comè fradej. (Milanese)

Distribuzione geografica della variante occidentale della lingua lombarda
Voce principale: Lingua lombarda.
Lingue e gruppi dialettali in Italia
Lingue e gruppi dialettali in Italia

Diffusione


Il lombardo occidentale è parlato in Lombardia a ovest del fiume Adda, in alcune zone del Piemonte, nel Sottoceneri del Cantone Ticino e in alcune valli del Canton Grigioni. In Lombardia è parlato nella provincia di Milano, di Monza e della Brianza, di Lodi, di Como, di Varese, di Sondrio, di Lecco (non in Valle San Martino dove è parlato il bergamasco[5][6]), oltre che in alcune zone della provincia di Cremona (non il distretto cremasco dove si parla un dialetto di tipo orientale) e nella parte settentrionale della provincia di Pavia (nel resto del territorio invece si parlano dialetti della lingua emiliana e con influenze piemontesi nei comuni occidentali della Lomellina)[7][8]. In Piemonte è invece parlato nelle province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola (con influenze piemontesi nel Cusio e lungo il fiume Sesia).


Le varianti e le differenze locali


Dal punto di vista fonetico, il lombardo occidentale è piuttosto omogeneo, e le varianti locali presentano un numero di variazioni minime[9], principalmente in relazione al gruppo vocalico /o/, /ɔ/ e al passaggio da /ts/ a /s/). Differenze più marcate si trovano invece nella zona alpina, come per esempio in Val Poschiavo e in Val Bregaglia dove il dialetto è fortemente influenzato dal romancio.

Il lombardo occidentale, infatti, raggruppa le varietà-aree-sezioni chiamate da molti studiosi lombardo alpino (province di Sondrio e di Verbania, Sopraceneri del Canton Ticino, Grigioni), lombardo-prealpino occidentale (province di Como, Varese e Lecco), basso-lombardo occidentale (Lodi), macromilanese (provincia di Milano, Monzese e Novarese) e brianteo, tenendo però presente che il lombardo alpino è piuttosto una varietà intermedia tra lombardo occidentale e orientale[non chiaro]. Lo studioso Clemente Merlo definisce il lombardo occidentale come cisabduano, cioè "parlato al di qua (per i Milanesi) dell'Adda"[10].

Fa notare inoltre Andrea Rognoni in Grammatica dei dialetti della Lombardia:

«Una differenza sostanziale tra la Lombardia occidentale e la Lombardia orientale è data anche dal fatto che mentre a oriente non è riuscito ad agire linguisticamente un polo accentratore, a occidente lo sviluppo e la fortuna letteraria di Milano hanno contaminato moltissimo, condizionando dall'esterno sia le parlate appartenenti alla varietà lombardo-prealpina, sia quelle appartenenti alla varietà basso-lombarda, specie all'interno dell'entità idrogeografica posta tra il fiume Ticino e il fiume Adda, chiamata tradizionalmente Insubria, e soprattutto tra i poli urbani di Varese, Como e la bassa milanese. Un'influenza, seppur blanda, del milanese si è fatta sentire, a est dell'Adda, solo nella zona di Treviglio e dell'Isola (Bassa Bergamasca), nonché nel cremasco e nel cremonese più occidentali.»

Il linguista Glauco Sanga avverte inoltre di distinguere i dialetti veri e propri della lingua locale e le koinè regionali dall'Italiano regionale e dialettale.

Le principali varianti dialettali del lombardo occidentale, secondo la divisione di Bernardino Biondelli, sono le seguenti[11]:

Tutte le varietà lombarde occidentali sono intelligibili tra loro e parzialmente intelligibili con altri gruppi di lingue gallo-italiche, come l'emiliano (in particolare i dialetti piacentino, oltrepadano, tortonese, pavese, parmigiano, e mantovano) e alcune varietà del piemontese (soprattutto l'alessandrino e il vercellese).

Determinante è stato il ruolo del lombardo occidentale nella formazione in epoca medievale dei cosiddetti dialetti gallo-italici di Basilicata (Potenza, Picerno, Tito, ecc.), e dei cosiddetti dialetti gallo-italici (o altoitaliani) della Sicilia (Aidone, Piazza Armerina, Nicosia, San Fratello ecc.)[29].


La grafia


Fra le grafie utilizzate, quella milanese classica, usata ad esempio da Carlo Porta e perfezionata negli ultimi decenni dal Circolo Filologico di Milano, è la più rappresentativa da un punto di vista letterario. Altre grafie sono la ticinese, la comasca, la bosina, la novarese e altre decine sparse per tutto il territorio, ispirate al modello fonetico della lingua italiana.


Storia


Lo stesso argomento in dettaglio: Letteratura milanese.

Note


  1. Riconoscendo l'arbitrarietà delle definizioni, nella nomenclatura delle voci viene usato il termine "lingua" in accordo alle norme ISO 639-1, 639-2 o 639-3. Negli altri casi, viene usato il termine "dialetto".
  2. Clemente Merlo, L'Italia dialettale 1 (1924): 12-26.
  3. Grammatica dei dialetti della Lombardia
  4. Dialetto insubre
  5. Val San Martino Spot. Dialetto Bergamasco, su valsanmartinospot.it. URL consultato il 1º ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2018).
  6. Antonio Martinelli, La Valle San Martino nella storia, Istituto Grafico Litostampa Gorle, 1987, p. 24, ISBN non esistente.
  7. Bernardino Biondelli, "Saggio sui dialetti Gallo-italici" (rist. anast. Milano, 1853).
  8. Karl Jaberg, Jakob Jud - Sprach- und Sachatlas Italiens und der Südschweiz (AIS) (NavigAIS-web Archiviato l'11 dicembre 2016 in Internet Archive. Versione online navigabile)
  9. Gian Battista Pellegrini, Carta dei dialetti d'Italia, Pacini, Pisa, 1977.
  10. Merlo, Clemente, L'Italia dialettale, 1 (1924): 12-26.
  11. Bernardino Biondelli, Saggio sui dialetti gallo-italici, 1853, pp. 4-5.
    «Il dialetto principale rappresentante il gruppo occidentale si è il Milanese, e a esso più o meno affini sono: il Lodigiano, il Comasco, il Valtellinese, il Bormiese, il Ticinese e il Verbanese. [...] Il Milanese è il più esteso di tutti. Oltre alla provincia di Milano occupa una parte della pavese fino a Landriano e Bereguardo; e, varcando quivi il Ticino, si estende in tutta la Lomellina e nel territorio novarese compreso tra il Po, la Sesia e il Ticino, fino a poche miglia sopra Novara. Il Lodigiano si parla entro angusti limiti, nella breve zona compresa tra l'Adda, il Lambro e il Po, risalendo fino all'Addetta nei contorni di Paullo; inoltre occupa un piccolo lembo lungo la riva orientale dell'Adda, intorno a Pandino e Rivolta. Il Comasco estèndesi in quasi tutta la provincia di Como, tranne l'estrema punta settentrionale al di là di Menagio e di Bellano a destra e a sinistra del Lario; e in quella vece comprende la parte meridionale Piana del Cantone Ticinese, sino al monte Cènere. Il Valtellinese occupa colle sue varietà le valli alpine dell'Adda, della Mera e del Liro, inoltràndosi ancora nelle Tre Pievi, lungo la riva del Lario, intorno a Gravedona, e a settentrione nelle quattro valli dei Grigioni italiani, Mesolcina, Calanca, Pregallia e Puschiavina. L'estremità più elevata settentrionale della valle dell'Adda, che comprende a un dipresso il distretto di Bormio, colla piccola valle di Livigno situata sull'opposto pendio del monte Gallo, è occupata dal dialetto Bormiese. Il Ticinese è parlato nella parte settentrionale del Cantone Svlzzcro d'egual nome, al norte del monte Cènere, in parecchie varietà, tra le quali distinguonsi sopra tutto le favelle delle valli Maggia, Verzasca, Leventina, Bienio e Onsernone. Il Verbanese estèndesi tra il Verbano, il Ticino e la Sesia, dalle Alpi lepóntiche fin presso a Novara, ed è quindi parlato lungo ambe le sponde del Verbano, spaziando a occidente in tutte le vallate che vi affluiscono, ed insinuàndosi nella più estesa della Sesia colle sue affluenti del Sermenta e del Mastallone.»
  12. Francesco Cherubini, Vocabolario milanese-italiano, vol. 5, 1856, pp. 289-290.
    «Il parlar di Brianza è un suddialetto del Milanese, e ha communi con quest'ultimo idioma le regole grammaticali considerate nella loro generalità, come anco buona porzione delle voci isolate. Molte però tra queste ultime, e in gran parte anco la pronuncia, differiscono essenzialmente dal milanese idioma»
  13. Brianzolo, su sapere.it, DeAgostini. URL consultato il 4 settembre 2016.
  14. Thompson, 2015, p.14.
  15. Scampoli diantico dialetto - Introduzione, su ssno.it. URL consultato il 19 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2017).
  16. LOMELLINA, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  17. Per un milanese è difficile comprendere la parlata stretta bustocca (cfr. Saibene, 1986, p. 132)
  18. Azimonti, 1939, p. 6.
  19. Rognoni, 2005, p. XI.
  20. Sanga, 1984, p. 10.
  21. D'Ilario, 2003, p. 35.
  22. D'Ilario, 2003, p. 22.
  23. Ai tempi della pubblicazione del Biondelli, il 1853, la Provincia di Como austriaca includeva le aree settentrionali delle province di Varese e Lecco.
  24. Il dialetto ci svela il mondo, su laprovinciadivarese.it. URL consultato il 19 settembre 2017.
  25. Cortelazzo, 1988, p. 28.
  26. Cortelazzo, 1988, p. 64.
  27. Zahner, 1989, p. 42.
  28. Le magie di Chiavenna, degne di un film Disney, su varesenews.it. URL consultato il 12 settembre 2016.
  29. Fiorenzo Toso, Le minoranze linguistiche in Italia, Il Mulino, Bologna 2008, p. 137.

    Bibliografia


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    [en] Western Lombard dialect

    Western Lombard is a group of dialects of Lombard, a Romance language spoken in Italy. It is widespread in the Lombard provinces of Milan, Monza, Varese, Como, Lecco, Sondrio, a small part of Cremona (except Crema and its neighbours), Lodi and Pavia, and the Piedmont provinces of Novara, Verbano-Cusio-Ossola, the eastern part of the Province of Alessandria (Tortona), a small part of Vercelli (Valsesia), and Switzerland (the Canton of Ticino and part of the Canton of Graubünden). After the name of the region involved, land of the former Duchy of Milan, this language is often referred to as Insubric (see Insubria and Insubres) or Milanese, or, after Clemente Merlo, Cisabduano (literally "of this side of Adda River").[2]

    [es] Lombardo occidental

    El lombardo occidental o ínsubre es un dialecto galoitálico[1] de la lengua lombarda que es reconocido entre las lenguas minoritarias europeas desde el 1981 (Informe 4745 del Consejo de Europa) y también es incluido en el Red Book on Endangered Languages de la UNESCO entre las lenguas que necesitan protección.[2]

    [fr] Lombard occidental

    Le lombard occidental (aussi appelé milanais, insubrique, ou Cisabduano[1]) est un dialecte de la langue lombarde contemporaine faisant partie du domaine des parlers gallo-italiques appartenant lui-même aux langues indo-européennes[2]. Il se caractérise par un substrat celte et germain issu des lombards et des ostrogoths [3]
    - [it] Dialetto lombardo occidentale

    [ru] Западноломбардское наречие

    Западноломбардский язык — романский язык, употребляемый в итальянских областях Ломбардия (провинции Милан, Монца-э-Брианца, Комо, Лекко, Лоди, небольшая часть провинции Кремона, Павия, Сондрио, Варесе) и Пьемонт (провинции Вербано-Кузьо-Оссола, Новара, небольшая часть Верчелли), а также в Швейцарии (в кантоне Тичино и некоторых долинах Граубюндена). Кроме как по названиям соответствующих регионов, на территории бывшего Миланского герцогства этот язык часто называют инсубрическим (см. Инсубрия и Инсубры) или миланским языком, или, после Клементо Мерло, Cisabduano («на этой стороне реки Адда»).



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