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La lingua emiliana (in reggiano, parmigiano e modenese: léngua emiliâna; in bolognese längua emiglièna; in ferrarese léngua emigliana; in comacchiese ləngua amigliena; in piacentino leingua emiliana[1] ) è una lingua[2][3][4][5][6][7] romanza comprendente un gruppo di varietà linguistiche locali, dette anche dialetti, parlati nell'Italia Settentrionale. Tali varietà sono diffuse prevalentemente nella regione storica dell'Emilia, ma si estendono anche in territori circostanti di Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana e Veneto[8]. Insieme al romagnolo, l'emiliano costituisce il continuum emiliano-romagnolo, appartenente al gruppo gallo-italico delle lingue galloromanze, a loro volta facenti parte, secondo una delle classificazioni proposte, delle lingue romanze occidentali. Infatti, come le altre lingue gallo-italiche, il francese, l'occitano ed il catalano, presenta fenomeni fonetici e sintattici innovativi che lo distinguono dall'italiano.

Emiliano
Emiliân, Emijan, Emigliàn
Parlato in Italia
Regioni Emilia-Romagna (Province di  Piacenza,  Parma,  Reggio Emilia,  Modena,  Ferrara e  Bologna, circondario imolese escluso)

 Lombardia (Basso mantovano, Oltrepò Pavese e il Casalasco nella Provincia di Cremona)
 Piemonte (Provincia di Alessandria, zona del Tortonese)
Toscana (Carrara e Lunigiana. Aree d'influenza in Appennino Pistoiese e Garfagnana)
Veneto (Transpadana Ferrarese)
 Liguria (Provincia della Spezia, circondario di Sarzana)

Locutori
Totale~2 milioni
Tassonomia
FilogenesiLingue indoeuropee
 Italiche
  Romanze
   Italo-occidentali
    Occidentali
     Galloiberiche
      Galloromanze
       Galloitaliche
        Emiliano
Codici di classificazione
ISO 639-2roa
ISO 639-3egl (EN)
Glottologemil1241 (EN)
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1
Bolognese:
Tótt i èser umàn i nâsen lébber e prezîṡ in dgnitè e dirétt. I an la raṡån e la cusiänza e i s an da cunpurtèr ón con cl èter cunpâgna di bón fradî.

Comacchiese:
Tùt i stiàn i’nàs ləbar a cumpàign in tla dignità a dirət. I’gh’à la rasòn a'al giudesi a i’gh’à da cumpurtèrars l'un l'etar cuma di fradïe.

Ferrarese:
Tuti j’èsër umaŋ i’nàs libër e cumpagn in dignità e dirit. Lór i’gh’à scrimia e cusiéŋza et i’gh’à ad purtàrës tra ad lór cmè fradié.

Modenese:
Tótt i cristiàn i nàsen lébber e cumpàgn in dignitê e dirétt. I én dutèdi ed ragiòun e d'cusèinsa e i gh'àn da cumpurtères l'un vérs cl'èter in cum s'i fóssen fradèl.

Mirandolese:
Tut i èsar umaṅ i nàsan lìbar, cumpàgn in di dirìt e dégn a la stésa manéra. I gh'àṅ la raśòṅ e 'l giudìsi e i gh'aṅ da cumpurtàr-as da fradèi 'l un cun c'l àtar.

Reggiano:
Tót al cheriatûri umâni e nâsen lébri e cumpâgn in dignitê e dirét. Chilòur j'în pruvésti ed cunisiòun e'd cunsînsia, e e gh'ân da cumpurtêres ciaschedóna vêrs cl'êtra cun ûn sentimèint ed fradlânsa.

Piacentino:
Tütt i omm e il donn i nassan libbar e cumpagn in dignitä e diritt. Tütt i g'han la ragion e la cusciinsa e i g'han da cumpurtäs voin cun l'ätar cmé sa i fissan fradei.

Bobbiese:
Tüt i òm i e don i nàsa lìbar e cõmpàgn in dignitè e dirìt. Tüt i gh'hàn ra raśòn e ra cuscénsa e i gh'hàn da cõmpurtès vün cón ètõr cmé s' i fìsa fradèi.

Oltrepadano:
Tüt i om i nassän libär e istess int la dignità e int i dirit. A i hen dutaa dla ragió e dla cusiensä e i g'han d'agir vün vers l'altär cou spirit di fradé.

Tortonese:
Tüt i om i nassän libär e istess int ra dignità e int i dirit. A i són dutaa dra ragióu e dra cusiensä e i g'han d'agir jön vers l'atär cou spirit di fradé.


In questa cartina dell'area cispadana, la zona di diffusione dell'emiliano è colorata in rosa chiaro.

Una koinè emiliana non esiste[9][10], tuttavia studi più recenti e mirati hanno individuato alcune koiné locali intorno a singole città o piccole aree[11]. È assente anche un’ortografia comune, pertanto i testi scritti, a stampa o on line, si servono di parecchi sistemi provinciali presentati da vocabolari o altre opere dei secoli XVIII e XIX; inoltre, molti amministratori di gruppi sui social network e di siti collaborativi concedono agli utenti la facoltà di scrivere a proprio piacimento[12].



Diffusione


I confini tra le varietà emiliane e le altre lingue gallo-italiche sono abbastanza labili per quanto riguarda la fonetica e il lessico. Il continuum dialettale emiliano, infatti, va oltre i confini amministrativi dell'Emilia-Romagna e contamina i dialetti delle regioni vicine, creando così zone di transizione all'interno delle quali le caratteristiche degli uni e degli altri finiscono per mescolarsi reciprocamente[13].

Oltre che in Emilia (coincidente pressappoco con le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara e parte della provincia di Bologna fino al fiume Sillaro, al di là del quale ha inizio la Romagna), le varietà del gruppo emiliano si spingono più volte a nord del Po. Sulla sponda sinistra del fiume raggiungono una fetta della Provincia di Rovigo anticamente chiamata Transpadana Ferrarese (territorio che appartenne all'Emilia fino al Congresso di Vienna), buona parte della provincia di Mantova, la zona sudorientale della provincia di Cremona intorno a Casalmaggiore e la città di Pavia con il suo circondario, per poi spingersi di nuovo sulla sponda destra del fiume nell'Oltrepò Pavese[14]. Risulta comunque controversa la posizione del pavese cittadino (talvolta identificato unitamente all'oltrepadano come pavese-vogherese), parlato nella città di Pavia, nelle immediate vicinanze e nella sua provincia sulla sponda sinistra del Po (ad esclusione del settore settentrionale della provincia, già linguisticamente lombardo fin da Bereguardo e Landriano[15]). Sebbene qualcuno oggi aggreghi il pavese cittadino al gruppo occidentale della lingua lombarda a causa della sempre più intensa influenza del dialetto milanese[16], a partire da Bernardino Biondelli[17] è ritenuto un dialetto di tipo emiliano[18][19] almeno dal Medioevo[20]. Come varietà emiliana di transizione il pavese-vogherese è indicato nella Carta dei dialetti d'Italia elaborata da Giovan Battista Pellegrini nel 1977[21]. Ma seppur gradualmente, il continuum emiliano si spinge ancora più ad occidente dell'Oltrepò Pavese, fino ad insinuarsi nella provincia di Alessandria[22][23][24][25][26]. Si noterebbe infatti solo sulla sponda sinistra della Scrivia l'inizio dell'area interessata dalla lingua piemontese[27][26].

A sud l'emiliano scavalca gli Appennini, dove raggiunge la Lunigiana fino alla città di Carrara e alcuni comuni della montagna pistoiese e lucchese. Secondo alcuni studiosi pure il massese appartiene già ai dialetti di tipo emiliano, nonostante una sua forte toscanizzazione. I dialetti della provincia di Massa-Carrara, sebbene indubbiamente di tipo settentrionale, sono dialetti sui generis, essendovi al suo interno elementi emiliani, liguri e toscani, nonché propriamente apuani[senza fonte].


Varietà dialettali


Motivazioni storiche e geografiche non hanno permesso la nascita di una koinè emiliana. Il territorio interessato dalle varietà emiliane è infatti privo di una vera unità linguistica basata sul modello di un centro dominante. Essa non si riscontra neppure entro i confini dell'Emilia, dove l'asse della via Emilia non ha mai svolto il ruolo di collegamento culturale e politico. L'area si caratterizza dunque per una forte frammentazione lessicale che emerge persino ad una suddivisione in due sezioni dialettali, occidentale ed orientale, della superficie in oggetto. Causa di questo frazionamento dialettale sono lo storico policentrismo e i relativi particolarismi cittadini, che hanno dato vita alle conflittuali esperienze dei liberi comuni e delle signorie[28][29]. Infine, la ripartizione politico-amministrativa dell'area linguisticamente emiliana e di quella di transizione fra diversi stati preunitari, oltre ai passaggi di alcuni territori da un dominio all'altro, hanno creato ulteriori segmentazioni. Di conseguenza, tra i parlanti è storicamente assente la percezione di un'unità linguistica sulla quale fondare un'identità comune[30].

Il gruppo emiliano si suddivide in diversi sotto-dialetti, ognuno dei quali presenta diverse sfumature fonetiche e lessicali. I principali sono:

Secondo alcuni studiosi[chi?], l'emiliano si divide sostanzialmente in cinque varianti[senza fonte]:

Secondo altri studiosi[31][32] per i dialetti emiliani, anziché una classificazione per province, conviene una divisione in tre linee parallele al fiume Po, alla via Emilia e agli Appennini: cosicché si ha un dialetto emiliano "valligiano", "mediano" e "montano". I dialetti appartenenti a tali fasce est-ovest hanno maggiori affinità rispetto alle suddivisioni provinciali nord-sud. In base a questa teoria, ad esempio il dialetto mirandolese è più simile al ferrarese, piuttosto che col modenese; il modenese centrale assomiglia più al reggiano centrale, rispetto al frignanese[33].


Peculiarità linguistiche


I dialetti del gruppo emiliano presentano tratti comuni alle altre parlate dell'area gallo-italica, tra i quali i più caratteristici sono:

Più forte rispetto alle altre lingue gallo-italiche è:


Ortografie


Fonema Bolognese Reggiano Modenese Mirandolese Piacentino Ferrarese Bobbiese Oltrepadano Tortonese Vogherese Mantovano Lunigiano
[a] - non accentata a a a a a a a a a a a a
[a] - a breve à à á à a á
[æ] - a anteriore ä ä (solo nel piacentino centrale) è (solo nel bobbiese del capoluogo)
[ʌ] - a posteriore å
[ə] - vocale centrale ë, ä, ö ë (assente a Piacenza e Fiorenzuola d'Arda, dove è evoluto in [o])
[ɐ] - vocale centrale quasi aperta e a ä ä ä
[ɐ] - a fine parola a a
[ɛ] - e aperta breve
[e] - non accentata e e e e
[e] - e chiusa breve é è è è è
[ɔ] - o aperta breve ò
[œ] - e aperta arrotondata
[o] - o non accentata o o o o
[o] - o chiusa breve ó ó ó ö, ë (solo a Piacenza e Fiorenzuola d'Arda dove [o] ha sostituito [ø] e [ə]) ó
[ø] - e chiusa arrotondata ö (assente a Piacenza e Fiorenzuola d'Arda, evoluta in [o]) ö ö ö ö ö
[i] - i non accentata i i i i i
[i] - i breve í ì i
[u] - u non accentata u u u u u
[u] - u breve ú ù u
[y] - i arrotondata ü ü ü ü ü ü
[a:] - a lunga â â à àa a à
[ɛ:] - e aperta lunga è ê è e, è
[e:] - e chiusa lunga ê ē ê e, é
[ɔ:] - o aperta lunga ò ô ò o, ò
[o:] - o chiusa lunga ô ō ô o
[ɛə] - e aperta centralizzata ē (presente solo in montagna)
[eə] - e chiusa centralizzata
[ɔə] - o aperta centralizzata
[oə] - o chiusa centralizzata ō (presente solo in montagna)
[i:] - i lunga î î ìi i î
[u:] - u lunga û û ùu u
Fonema Bolognese Reggiano Modenese Mirandolese Piacentino Ferrarese Bobbiese Oltrepadano Tortonese Vogherese Mantovano Lunigiano
[s] - s sorda s s s s s s
[z] - s sonora ś ś
[θ] - s dentale sorda z th
[ð] - s dentale sonora ż
[sː] - s lunga ss 'ss
[ʎ] - palatale laterale gli / jj gli gli ł
[ɲ] - palatale nasale gn ñ
[stʃ] - dittongo [s] e [tʃ] s-c s'c s'c s'c
[gl] - dittongo [g] e [l] g-l
[bv] - dittongo [b] e [v] ṿ
[tʃ] - c palatale c' ć cc' ć
[dʒ] - g palatale g' ǵ ǵ
[ŋ] - n davanti a [g] ṅ(n) ŋ
[k] a fine di parola c ch c
[g] a fine di parola g gh g
[tʃ] a fine di parola c' c' (c)c' ć
[dʒ] a fine di parola g' g' (g)g' ǵ
[j] - i consonante j j j i j
[w] - u consonante u u u

Esempi



Italiano


Il corvo aveva rubato da una finestra un pezzo di formaggio; appollaiato sulla cima di un albero, era pronto a mangiarselo, quando la volpe lo vide; era davvero affamata. (Fedro)


Bolognese


Al côruv l avêva rubè da una fnèstra un pzulén ed furmâi; apugè in vatta a un âlber, l êra drî par magnèrel, quand la våulp al le vésst; l avêva pròpri una gran ṡghéssa.


Centese

Al côrv l avîva rubè un pcŏn d furmâi da na fnèstra; pugè in vĕtta a 'n âlbar, l îra prónti par magnèrel, quand la vŏulp al la vdé; l'avîva na fâta sghéssa.

Casumarese (al confine tra Cento, Bondeno e Finale)

'Na curnàcia l'éva rubà 'n pzulìn 'd furmàj d'in vét'a 'na fnèstra; pugiàda ssóra 'n'àlbar, l'éra lì lì par tacàr a magnàrssal, quant la vólp la l'à vista; la gh'éva 'na sghìssa! ('na fàm da òrb!)

Persicetano (variante del dialetto bolognese rustico occidentale parlato nel territorio di San Giovanni in Persiceto)

Al côruv l avîva rubè da una fnèstra un pzuléin ed furmâi; pugè in vatta a un âlbar, l îra drî par magnêral, quând la vòulp a li vdé; l'avîva pròpi una gran sghéssa.


Argentano

Al còrv l'avéva ciavè da 'na fnèstra un còn ad furmài; pugè in vèta a 'n èrbul, l'ira dria magnèral, quènd la volp al la véd; l'ira purasè afamèda.


Ferrarese


Al còrav l'eva rubà da na fnèstra uń còn ad furmaj; pugià sóra n'àrbur, l'era pront par magnàrsal, quànd la vòlp al l'ha vist; la l'gh'eva paréća fam.


Comacchiese

Al corv l'aive rubà da 'na fnastra un toch at furmaj; apugià at sauvra un erbal, l'ira praunt a magnersel, quend la vaulp lal vidàst, l'ira afamà da bòn.


Mantovano


La curnàcia l'eva rubà da 'na fnèstra 'n tòch ad formàj; pustà insìma a 'na pianta, l'éra prunt par magnàrsal, quand la vulp la l'à vist; la gh'eva propria fàm.


Guastallese e zone limitrofe (nord della provincia di Reggio E. al confine con il Mantovano)

Al curnàc l'ava ciavà da 'na fnèstra un tòch ad furmài; pustà insìma a 'n arbul (a 'na pianta), l'éra prunt par magnàral, quand la vulp a 'l a vist, la gh'ava dimondi fam (propria fam).


Casalasco e Viadanese (zone al confine tra Cremonese, Mantovano e Parmigiano)


Al curnàc l'áva rubá da 'na fnëstra ‘n tòch ad furmàj; pugiá insìma a ‘na piánta, l'éra bèla lé prùnt par mangiál, quánt la (v)ulp al la vët; la gh'áva pròpia fàm.


Parmigiano


Al cornaciò l'äva robè da 'na fnéstra un tòch äd formàj; pozè insimma a 'na pianta, l'éra lì lì par magnärsol/magnärsel, quand la volpa l'al vèdda; la gh'äva fama dabón.

(Valtaro / Valceno) El crôvu l'ava rôoba da na fenèstra 'n toccu de furmaju; l'era a pulà insümma a na pianta e l'era a dré a manjalu quande na vurpe u l'ha vüstu; a g'ava famme daboun.


Piacentino


Al cròv l'äva rubä da 'na finestra (anche: fnestra) un toch ad furmäi; pugiä insima (anche: insüma) a una pianta (anche: un ärbul), l'era lé (anche: lì) par mangiäl, quand la vulp al l'ha vist; la gh'äva dabon fam a bota (anche: a bota fam).


Bobbiese

U cróv l'èva rôbè da ona fnèstra on tòch ad furmài; pugiè en sìma a ona piànta, l'éra prònt par mangièsõl, quànd ra vùlp a l'ha vìst; a gh'èva propi ona fàm da lù.


Pavese


Al crov l'aviva rubà da una finestra un toch ad furmàg'; pugià in s'la sima d'un'àlbra (d'una pianta) l'era lì par mangiàsal, quand la vulp al l'hà vist; la gh'aviva propi fàm (la gh'aviva dabón fàm).


Reggiano


Al crōv l'îva rubée da 'na fnèstra un pcòun ed furmâj; pularê in sém'a un êlber, l'éra lé lé per magnêrel, quànd la vòulpa al vèd; la gh'îva prôpria fàm.


Modenese


Na curnàçia négra l'ìva purtèe via da óna fnèstra un pcòun ed furmàj; pugèda inséma a óna piànta, l'éra pròunta per magnèrsel, quànd la vólpa la-l'ha vésta; la gh'ìva 'na fàm òrba.


Carpigiano

Al corev l'iva ciavè da 'na fnèstra un p'caun 'd furmai; pugè insìma a n'élber l'éra prount per magnèrel quand 'na volpa l'al véd; la gh'iva dimòndi fam.


Finalese e zone limitrofe (al confine tra Modena e Ferrara)

Al còrav l'iva rubà da na fnestra un pcon ad furmaj; pugià in vetta a n'albar, l'era pront a magnarsal, quand la volp all'ha vist; la gh'iva propria fàm.


Bondenese (variante del ferrarese)

La curnacia l'eva rubá da na fnestra un pcòn ad furmai, pugiada ad sora a n'arbul l'era pronta par magnarsal quand la volp la l'ha vista, la gh'eva dimondi fam.


Mirandolese

La curnàccia 'l iva rubâ da na fnèstra un pcón ad furmài; pugiâ inzimma a 'n àrbul, 'l éra prónt a magnàr-s-al, quànd la vólpa la 'l à vdû; la gh'iva pròpia fam.


Villafranca in Lunigiana (Massa - Carrara)

Al crou i'eu rubà da 'na fnèstra 'n toc ad formadj; arpiatà an zima a 'na pianta, i'er lì pr mandjarsal, quand 'na gorpa la l'ha vist; la gheu propri fama (la gheu fama dabón).


Tortonese


Ar cròv l'aviva rubà da 'na fnèstra un tòc ad furmagg; pugiá in s'ra sima d'una pianta, l'era li per mangiàl, quand la vulp u' l'ha vist; la gh'aviva propi fam.


Produzione musicale ed audiovisiva



Musica


Alcuni brani folk rock e pop di diversi autori hanno raggiunto in Italia una popolarità nazionale seppur cantati in emiliano. Il dialetto modenese è stato utilizzato per la prima volta da Pierangelo Bertoli (nella sua variante di Sassuolo), successivamente da Francesco Guccini e infine dai Modena City Ramblers. In bolognese Andrea Mingardi ha inciso album come "A iò vest un marziàn", "Xa vut dala vetta", "Lo sfighè", "Nessuno siam perfetti, ciascuno abbiamo i suoi difetti" e "Ciao Ràgaz". Qualche canzone in reggiano è stata pubblicata dagli Üstmamò. Daniele Ronda ha invece fatto ricorso al piacentino. Una varietà di transizione tra emiliano e ligure, quella di Centenaro di Ferriere[35] (PC), è stata impiegata da Lilith and the Sinnersaints per un extended play[36]. Inoltre, il rapper mantovano Quel Dal Formai è autore di canzoni in dialetto mantovano.


Audiovisivi


L'unico film interamente girato in una varietà emiliana è L'uomo che verrà (2009) di Giorgio Diritti, che fa ricorso al dialetto bolognese nella sua versione originale. L'amministrazione comunale di Piacenza, con un finanziamento della Regione Emilia-Romagna, ha invece prodotto I strass e la seda (2020), la prima serie web in emiliano, i cui attori si esprimono in diversi dialetti del Piacentino[37].


Quadro legislativo


L'emiliano si deve ritenere una lingua regionale o minoritaria ai sensi della Carta europea per le lingue regionali o minoritarie che all'Art. 1 afferma che per "lingue regionali o minoritarie si intendono le lingue [...] che non sono dialetti della lingua ufficiale dello stato". La Carta europea per le lingue regionali o minoritarie, approvata il 25 giugno 1992 ed entrata in vigore il 1º marzo 1998, è stata firmata dall'Italia il 27 giugno 2000 ma non è ancora ratificata[38]. Lo Stato italiano dunque non riconosce i locutori dell'emiliano come minoranza linguistica.

La regione Emilia-Romagna predispose una legge per la "Tutela e Valorizzazione dei dialetti dell'Emilia-Romagna", la "Legge Regionale 7 novembre 1994, n. 45"[39] che però fu abrogata nel dicembre del 2013[40]. A luglio 2014 il consiglio regionale ha votato all'unanimità una nuova legge per la conservazione e la trasmissione del patrimonio dialettale[41].

Al di fuori dell'Emilia-Romagna, invece, le varietà considerate tradizionalmente emiliane dalla glottologia non sono riconosciute come tali e vengono annoverate tra quelle lombarde o piemontesi nel quadro della legge della Regione Lombardia per le politiche culturali[42] e di quella della Regione Piemonte per la valorizzazione e tutela degli idiomi parlati nel proprio territorio di competenza[43].


Note


  1. Così come da norme fissate nell'Ortografia piacentina unificata in: Prontuario ortografico piacentino, Luigi Paraboschi, Andrea Bergonzi, Ed. Banca di Piacenza, Piacenza, 2016
  2. (EN) Documentation for ISO 639 identifier: EGL, su iso639-3.sil.org, SIL. URL consultato l'8 novembre 2018.
    «Identifier: EGL - Name: Emilian - Status: Active - Code set: 639-3 - Scope: Individual - Type: Living»
  3. (EN) Emilian, su multitree.org, Multitree. URL consultato il 21 gennaio 2019.
  4. (EN) Emilian, su ethnologue.com, Ethnologue. URL consultato l'8 novembre 2018.
  5. (EN) Emiliano, su glottolog.org, Glottolog. URL consultato l'8 novembre 2018.
  6. (EN) Index to languages and speech communities (PDF), su linguasphere.info, Linguasphere. URL consultato l'8 dicembre 2020.
  7. (CA) Santi Arbós, Llengua? Dialecte? Internet!!!, su yumpu.com, Universitat de Lleida, Departament de Filologia Catalana i Comunicació. URL consultato l'8 dicembre 2020.
  8. (IT) Fabio Foresti, Dialetti emiliano romagnoli, su treccani.it, Treccani. URL consultato il 20 ottobre 2013.
  9. A. A. Sobrero, A. Miglietta, Introduzione alla linguistica italiana, Editori Laterza, Roma-Bari, 2006
  10. C. Grassi, A. A. Sobreto, T. Telmon, Introduzione alla dialettologia italiana, Editori Laterza, Roma-Bari, 2003
  11. Fabio Foresti, Aree linguistiche. Emilia e Romagna in Holtus, Metzeltin e Schmitt, 1998, pag 569-93
  12. Emanuele Miola, Dalla parola alla scrittura: il caso di emiliano, veneto e siciliano, in AAVV, La scrittura all'ombra della parola, a cura di Luciano Romito, Mauela Frontera, Milano, Officinaventuno, 2017, p. 61.
  13. (IT) Fabio Foresti, Dialetti emiliano romagnoli, su treccani.it. URL consultato il 30 luglio 2014.
  14. Giuseppe Bellosi, Gianni Quondamatteo, Le parlate dell'Emilia e della Romagna, Edizioni del Riccio, Firenze, 1979, pag. 9
  15. Bernardino Biondelli, Saggio sui dialetti gallo italici, su archive.org. URL consultato il 7 gennaio 2015.
  16. Daniele Vitali, Dialetti delle Quattro province, su appennino4p.it, Dove comincia l'Appennino. URL consultato il 28 gennaio 2014.
  17. "Saggio sui dialetti Gallo-italici" di B. Biondelli
  18. Francesco D'Ovidio, Wilhelm Meyer-Lübke, Grammatica storica della lingua e dei dialetti italiani, su archive.org, Hoepli. URL consultato l'11 febbraio 2014.
  19. Devoto Giacomo, Giacomelli Gabriella, I dialetti delle regioni d'Italia,Sansoni Università, Firenze, 1972, pag. 54
  20. Loporcaro Michele, Profilo linguistico dei dialetti italiani, Editori Laterza, Bari, 2009, pag. 97, cfr Salvioni C., Dell'antico dialetto pavese. Bollettino della Società Pavese di Storia Patria
  21. Carta del Pellegrini Archiviato il 7 maggio 2016 in Internet Archive.
  22. Fabio Foresti, Profilo linguistico dell'Emilia-Romagna, Editori Laterza, Bari, 2010, pag. 120
  23. Introduzione alla dialettologia italiana, Grassi C. - Sobrero A. A. - Telmon T., Editori Laterza, Roma-Bari, 2003, pag. 57
  24. (IT) Fabio Foresti, Dialetti emiliano romagnoli, su treccani.it. URL consultato il 12 febbraio 2014.
  25. Bernardino Biondelli, Saggio sui dialetti Gallo-italici, su archive.org. URL consultato l'11 maggio 2014.
  26. E. Allasino, C. Ferrier, S. Scamuzzi, T. Telmon, Le Lingue del Piemonte, Istituto di ricerche Economico Sociali del Piemonte, Torino, 2007, pag. 11
  27. Devoto Giacomo, Giacomelli Gabriella, I dialetti delle regioni d'Italia, Sansoni Università, Firenze, 1972, pag. 1
  28. (IT) Fabio Foresti, Dialetti emiliano romagnoli, su treccani.it. URL consultato il 2 giugno 2016.
  29. Giuseppe Bellosi, Gianni Quondamatteo, Le parlate dell'Emilia e della Romagna, Edizioni del Riccio, Firenze, 1979, pagg. 9-10
  30. Fiorenzo Toso, Lingue d'Europa, Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2006, pag. 96
  31. Francesco Lorenzo Pullè, Profilo antopologico dell'Italia, Firenze, 1898
  32. Eusebio Meschieri, Nuovo volabolario mirandolese-italiano, Imola, 1932, pag. XIII
  33. G. Bertoni, Il dialetto di Modena, Torino, 1905
  34. Schwa finali sull'Appennino emiliano: il vocalismo del dialetto di Piandelagotti Archiviato il 17 giugno 2015 in Internet Archive.
  35. Lilith & The Sinnersaints cantano il dialetto di Centenaro, su archivio.piacenzasera.it, Piacenzasera.it. URL consultato il 9 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2021).
  36. “I strass e la seda”: prima mini-serie web in lingua emiliana, su liberta.it, Libertà. URL consultato il 26 ottobre 2020.
  37. Silvio Boni, Lingue regionali, l'Italia verso la ratifica della Carta europea di tutela, su eunews.it, EUNews. URL consultato il 14 ottobre 2021.
  38. Legge Regionale 7 novembre 1994, n. 45[collegamento interrotto], Bollettino Ufficiale Regionale n. 120 dell'11 novembre 1994.
  39. Regione, Mezzetti: Abrogata una legge, ma continuiamo a valorizzare i dialetti Archiviato il 22 gennaio 2018 in Internet Archive., Reggio24ore
  40. I dialetti tutelati per legge, su assemblea.emr.it, Regione Emilia-Romagna. URL consultato il 30 luglio 2014.
  41. Legge regionale 7 ottobre 2016 - n. 25 Politiche regionali in materia culturale - Riordino normativo, su regione.lombardia.it, Regione Lombardia. URL consultato il 27 aprile 2018.
  42. Minoranze linguistiche e storiche, su regione.piemonte.it, Regione Piemonte. URL consultato il 27 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2018).

Bibliografia



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[de] Emilianische Sprache

Emilianisch bezeichnet eine Gruppe von sprachlichen Varietäten des Galloitalischen, die umgangssprachlich Dialetti (=Dialekte) genannt werden und die dem padanischen Zweig angehören. Diese Sprachvarietäten werden in der historischen Region Emilia gesprochen, die grob geschätzt dem Gebiet der Provinzen Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara und einem Teil der Metropolitanstadt Bologna (diesseits des Flusses Sillaro) umfasst. Jenseits des Sillaros beginnt die Region Romagna. Beide historischen Regionen bilden die Verwaltungsregion Emilia-Romagna.

[en] Emilian dialects

Emilian (Emilian: emigliàn, emiliân; Italian: emiliano) is a Gallo-Italic language spoken in the historical region of Emilia, which is now in the northwestern part of Emilia-Romagna, Northern Italy. There is no standardised version of Emilian.

[fr] Émilien (langue)

L’émilien est une langue gallo-italique parlé dans les régions historiques de l'Émilie. Il constitue avec le romagnol l'ensemble émilien-romagnol.
- [it] Lingua emiliana



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